Si cerca di soprassedere sulla gravissima inefficienza dei servizi essenziali
“E’ d’obbligo fare una precisazione su quanto espresso in merito all’abuso del “lavoro agile”. In un momento tristissimo e delicato per la nostra Città la becera strumentalizzazione del vice Sindaco Neri mi ha molto indignato. Per questo mi sento di esprimere tutto il mio sostegno e la mia approvazione ai lavoratori dipendenti dell’amministrazione comunale di Palazzo San Giorgio, poiché le obiezioni da me sollevate non erano affatto dirette a chi, seguendo le norme di legge, sta lavorando da casa e lo fa con tutti i mezzi a disposizione.
Consapevole della grande mole di lavoro che i lavoratori della categoria stanno affrontando nonostante le molte difficoltà, il mio appunto era diretto a quella parte politica che ad oggi, a tre giorni dalla riapertura totale, non ha ancora rimesso in moto la macchina amministrativa né ha saputo dare direttive agli alti dirigenti perché disponessero una pianificazione dei servizi. E’ la politica, ancora una volta, che sbaglia il tiro.
Nella fase uno abbiamo taciuto, in ragione della grande emergenza che attanagliava il paese; ora, nella fase del riavvio, non possiamo più tacere i difetti di un sistema amministrativo, che a partire dall’alto soprattutto, non è stato in grado, e lo è ancora meno oggi, di imprimere una svolta riorganizzativa e di impatto per la città.
Reggio Calabria soffriva già di gravi inefficienze e di carenza di servizi, e questo non perché i lavoratori non facciano il meglio, ma perché chi deve dare indicazioni tenta di nascondere l’incapacità di imprimere un vero cambiamento alla città Metropolitana.
Voglio ricordare al vicesindaco Neri che devono essere i vertici dell’amministrazione e in particolare il sindaco a rimboccarsi le maniche, per preparare in modo efficace la riapertura di tutte le attività con le misure di sicurezza necessarie. Allo stesso modo è il segretario generale del Comune che deve far ripartire i servizi predisponendo gli uffici ad accogliere le esigenze dell’utenza, che in questa fase sono triplicate.
Ritengo che, chi ha la direzione degli uffici, non dovrebbe rimanere a casa a fare “il lavoro agile”, ma già da tempo doveva trovarsi sulle barricate per predisporre una riorganizzazione adeguata al momento e alle necessità della cittadinanza, vessata anzitempo da anni di imperizia e dilettantismo politico. In questa ultima fase, dunque, se i servizi non ripartono con una programmazione e una riorganizzazione definita, in maniera tale che gli uffici strategici dell’amministrazione possano andare incontro ai bisogni dell’utenza, allora rimarremo schiacciati dalle richieste.
E poco hanno a che fare i singoli lavoratori dipendenti con tutto questo, se non seguire le indicazioni e rimanere sottoposti a dirigenti che non sembrano comprendere appieno l’urgenza del “mettersi al lavoro” anche in trincea se è necessario. La stragrande maggioranza di coloro che dovrebbero essere alla direzione di una trasformazione dinamica dei servizi è rimasta chiusa nei propri santuari domestici; e invece bisognava sporcarsi le mani andando sui luoghi di lavoro, mettere in campo le proprie abilità per pareggiare i conti con un’emergenza alla quale, in fondo, i reggini sono abituati da secoli. Il vicesindaco e il sindaco invece, rimangono improduttivi, e così la loro compagine politica, nascondendo dietro una pseudo indignazione le nefandezze gestionali e i fallimenti dell’amministrazione più scarsa della storia di Reggio Calabria.
Si cerca di soprassedere sulla gravissima inefficienza dei servizi essenziali, dai rifiuti che persistono ormai da giorni esposti nelle strade all’erogazione dell’acqua per interi quartieri, dalle strade malfunzionanti alla mancanza di un piano per il turismo locale, dagli uffici chiusi alla mancanza cronica di opportunità lavorative e tutto questo su un territorio nel quale occorrerebbe, invece, lavorare giorno e notte. La campagna elettorale non si può e non si deve fare sulla pelle dei cittadini, ormai allo stremo delle forze sociali ed economiche.
Ci troviamo di fronte ad un’amministrazione che passerà alla storia per aver impiegato ben cinque anni ad indicare un capo della Polizia Municipale, e questo basta a tarare l’impudenza e soprattutto la mala fede di una classe politica non operativa a fronte di altri territori, che da tempo sono pronti con risposte concrete per i loro cittadini.
La città di Reggio si trova in balia di una classe inetta, il cui unico scopo è quello di assopire la popolazione con le vecchie menzogne, il cui unico sforzo è quello di ridipingere la facciata con i proclami e di avanzare la scusa della salute pubblica per non muovere un dito. Resto convintamente dalla parte dei lavoratori costretti a rivedere le loro modalità lavorative inventandosi anche autonomamente, ma punto il dito invece, contro quella politica che la “butta in caciara” secondo una strategia partitica, ma non è in grado di opporre proposte di rilancio, di mostrare con i fatti il lavoro sul territorio e parimenti non è capace di avviare un dialogo collaborativo con le opposizioni né tavoli tecnici su cui affrontare seriamente i problemi e confrontarsi per il bene comune”.