La mostra ha chiuso i battenti il 19 febbraio e porta un titolo tanto accattivante quanto solido "The Faces - family of Art"
REGGIO CALABRIA – A girare per le sale del Castello Aragonese si percepisce il fascino sublime e quasi malinconico dell’arte superbamente concettualizzato dalla macchina fotografica di Antonio Sollazzo, noto artista reggino. E se la memoria non mi inganna e non mi inganna di sicuro l’unico capace di rendere “insieme” chi crede e lotta non tanto per riscattare la città, termine a me insopportabile, ma per continuare a percorrere la strada culturale iniziata secoli fa quando a queste latitudini fiorivano arte e bellezza. Artisti, operatori culturali, giornalisti, ma anche addetti ai lavori, un vero e proprio esercito, oltre cento indomabili guerrieri. La mostra, in partenariato con il comune di Reggio Calabria – assessorato cultura e turismo, ha chiuso i battenti il 19 febbraio e porta un titolo tanto accattivante quanto solido “The Faces – family of Art” .
Black and white
La lunga carrellata di volti non ha solo un forte valore artistico, ma anche profondamente emotivo che la scelta del bianco e nero enfatizza oltremodo discendendo verso emozionanti sfumature di grigio. Oltre la piena serenità dei volti ad uno sguardo più attento appaiono l’impegno e il grande “sforzo”, la consapevole scelta di lavorare in una terra che chiede dedizione oltre misura. Da ogni “personaggio”, infatti, vengono fuori piccole rughe determinate, fedelmente ostinate che nemmeno il candore del bianco riesce a camuffare. Sollazzo ci crede, nel giro di un anno chiama, sceglie convoca per costruire insieme un progetto senza fronzoli, senza retro pensieri, ma soprattutto senza precedenti. Un progetto che soprattutto funziona perché dal giorno del vernissage (18 dicembre 2022) ha avuto la capacità di creare incontri, relazioni tra chi spesso non ha modo di confrontarsi.
La gioia dell’esserci
“The Faces – family of Art” ha fatto emergere la gioia dell’appartenenza non solo ad una “famiglia”, ma anche ad una squadra che in questi decenni si è rivelata fortissima e indispensabile per la crescita del tessuto culturale reggino. Una crescita non solo di produzione estetica e intellettuale, ma anche di sviluppo turistico, educazione al bello, evoluzione e trasformazione che supera i pregiudizi legati al lavoro degli artisti spesso giudicato inutile o legato solo a forme di svago. Il progetto di Sollazzo ricorda quanto questo sia falso. Dentro ogni fotografia, infatti, vengono raccontati non solo i successi personali, le carriere ma anche e soprattutto il contributo che ognuno ha dato a Reggio scegliendo con estremo coraggio di restare e lavorare a Reggio.