L'ultimo Consiglio comunale è stato caratterizzato dalla La statistica del sole 24 Ore, con la replica della maggioranza e di Falcomatà
REGGIO CALABRIA – L’ultimo consiglio comunale dell’anno si è svolto nell’aula Battaglia di Palazzo San Giorgio, in seconda convocazione. All’ordine del giorno, oltre alla discussione di circa 40 debiti fuori bilancio, c’erano anche la ratifica della delibera di giunta comunale n. 205 del 9 novembre 2024 ai sensi dell’art. 175, comma 4 del d.lgs. n. 267/2000; la ricognizione annuale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, con la relazione ex art. 30 del d.lgs. 201/2022 riferita all’esercizio 2023; la ricognizione periodica delle partecipazioni pubbliche al 31 dicembre 2023 ex art. 20 del d.lgs. 19 agosto 2016 n. 175 e art. 30, comma 2, secondo periodo del d.lgs. 201/2022; l’approvazione dei patti parasociali per l’esercizio del controllo analogo congiunto sulla società Atam spa; la mozione per la riforma della cittadinanza per i minori (ius scholae); e la mozione per l’istituzionalizzazione dei festival tematici della città di Reggio Calabria.
In apertura dei lavori, il capogruppo del Pd, Giuseppe Marino, ha voluto ricordare con un minuto di silenzio e con sincero cordoglio Pierluigi d’Apice, Lorenzo Alampi, Nicola Sergio, i dipendenti comunali scomparsi recentemente, insieme al padre del consigliere Giovanni Latella e al nonno del consigliere Nino Malara, deceduti nelle ultime ore.
Ad inizio discussione, è stato il consigliere Filippo Quartuccio ad intervenire citando la classifica della vivibilità del Sole 24 Ore: «Mi spiace che alcuni in quest’aula non percepiscano l’importanza delle iniziative proposte in questi anni. Non c’è, da parte dell’opposizione, l’intenzione di valutare quanto di positivo è stato fatto dall’Amministrazione in termini di programmazione culturale, perché si vuole dipingere una realtà diversa da quella che viviamo. L’indicatore statistico più importante è il gradimento popolare che le persone hanno manifestato. Non vi abbiamo mai visti partecipare alle iniziative, soprattutto in quelle di quartiere, dove invece noi siamo sempre presenti. Mi sembra che l’opposizione non voglia gioire delle cose positive che accadono in città».
Giuseppe Marino ha approfondito ulteriormente la questione: «Non mi aspetto applausi dalla minoranza, ma le critiche devono essere costruttive e basate su dati reali. La statistica del Sole 24 Ore è discutibile. Non si comprende perché alcuni dati siano ritenuti interessanti e altri dimenticati. Una classifica dovrebbe richiedere un senso di responsabilità da parte di tutte le istituzioni dell’area metropolitana, perché riguarda l’intero territorio dell’ex provincia di Reggio, incluse le istituzioni sanitarie e scolastiche. Non è una statistica sul sindaco o sull’Amministrazione, che comunque non si possono sottrarre da questi dati».
Marino ha sottolineato la crescita rispetto ai dati del 2014, anno dello scioglimento per infiltrazioni mafiose: «Era difficile offrire ai cittadini un messaggio di speranza, oggi le cose sono cambiate. Il messaggio che possiamo lanciare è diverso, grazie al lavoro che tutta l’Amministrazione e la parte amministrativa hanno svolto in questi anni. Un lavoro difficile che ci permette di guardare al futuro con speranza. Il Pd è sempre stato accanto a questa Amministrazione nei momenti di difficoltà, accompagnandola nel risanamento finanziario con interventi determinanti che hanno dato liquidità, fornendo una boccata d’ossigeno per andare avanti. Il sindaco ha avuto un doppio ruolo: sindaco del Comune e della Città metropolitana, con doppi problemi che abbiamo dovuto affrontare senza le funzioni che ci avrebbe dovuto attribuire il governo regionale. Sono mesi che promette, ma non ha ancora attribuito nulla, quindi lavoriamo con meno risorse, meno poteri e meno opportunità per la città, senza avere ciò che la legge dello Stato ci assegna».
Il consigliere Franco Barreca ha evidenziato, rivolgendosi all’opposizione: «Dopo aver chiesto dimissioni, ora vi attaccate alla classifica del Sole 24 Ore, ma dimenticate di dire che siamo stati impegnati in questi dieci anni a pagare debiti fuori bilancio, o che le tasse sono state aumentate a causa del dissesto. Oggi, invece, festeggiamo un Natale spettacolare che in dieci anni non era mai stato possibile realizzare. Il sindaco si è reso protagonista di un atto di coraggio nel portare avanti il governo della città, quando sarebbe stato più facile azzerare tutto e ricominciare da capo».
Infine, il consigliere Filippo Burrone ha ribadito la sua posizione: «I numeri della classifica non raccontano nulla, in quanto comprendono anche comuni della Città metropolitana che si trovano in pre-dissesto. E invece, chiuderemo l’anno 2024 con zero precariato, grazie alla stabilizzazione degli ultimi dipendenti di Castore, avvenuta il 13 dicembre. Castore è una società che non nasce da nessun reato, ma a cui ci siamo fatti carico con grande responsabilità, mettendo sempre davanti gli interessi della città».
Falcomatà: «Che fine hanno fatto i 90 milioni del campus Agapi di Saline?»
«Va riconosciuto il lavoro svolto per il campus universitario a Reggio Calabria, un progetto del valore di 4 milioni di euro, ma ci si chiede: che fine ha fatto il campus Agapi di Saline Joniche, che avrebbe dovuto includere la residenza universitaria, la mensa, un polo sportivo e attività di formazione?». A sollevare questo interrogativo è il sindaco Giuseppe Falcomatà, durante il suo intervento a margine dei lavori preliminari dell’ultimo consiglio comunale del 2024.
«Il campus Agapi era stato presentato dagli stessi protagonisti di oggi come un’iniziativa destinata a rivoluzionare una parte della città – ha aggiunto il sindaco – Ricordo gli incontri degli anni passati con i rappresentanti dell’Università e dei Ministeri, per presentare un progetto da 90 milioni di euro. Che fine ha fatto? Qual è dunque la verità? Reggio avrà due campus, o il primo progetto è stato messo da parte nel silenzio? E se è così, vorremmo capire il motivo e come si possa passare da un campus da 90 milioni ad uno da 4 milioni. Dove sono finiti i 90 milioni del Pnrr? Realizzare un campus è una cosa, acquistare una struttura per trasformarla in residenza universitaria è un’altra. Ben vengano i 4 milioni, anzi precisamente 1 più 3, ma vogliamo sapere che fine hanno fatto i 90 milioni». Il sindaco ha poi chiesto al presidente del consiglio, Enzo Marra, di convocare una seduta ad hoc sul futuro dell’offerta formativa della città.
Nel corso del suo intervento il sindaco Falcomatà è tornato a parlare della recente classifica sulla vivibilità, sottolineando che, se da una parte è stata usata da alcune forze politiche per “bearsi della situazione”, dall’altra ha suscitato una reazione positiva tra i cittadini. «Questa classifica ha fatto scoprire un sentimento di identità spesso sopito – ha osservato il sindaco – Ha fatto dire ai reggini: “Quale classifica, guardiamo agli indicatori reali, non abbiamo bisogno di classifiche”. Va detto che i dati in questione sono quelli del 2021, a livello provinciale, e comprendono comuni che non sono governati esclusivamente dal centrosinistra. Se si isolano i dati di Reggio, i numeri cambiano. È importante avere l’onestà intellettuale di considerare anche le classifiche sulle Regioni. È passato inosservato, per esempio, che la Calabria è ultima nelle classifiche del benessere. Ma non facciamo polemica su questo: le classifiche vanno guardate con spirito sportivo, e chi le commenta non deve attribuire responsabilità politiche, a meno che non si voglia farlo sempre».
Il sindaco ha poi toccato il tema degli impianti di sci a Gambarie, ricordando che sono chiusi ormai da 4 anni. «Non facciamo polemica su questo – ha dichiarato – ma ci mettiamo al fianco dell’Amministrazione di Santo Stefano, perché si tratta di un problema che riguarda tutto il nostro territorio. Non posso essere contento se una cosa va male solo perché faccio parte di uno schieramento diverso rispetto a chi aveva annunciato una soluzione».
Rispondendo alle critiche sull’assenza di interventi economici, Falcomatà ha ricordato i 20 milioni di euro del Pn Plus destinati al sostegno delle imprese e all’economia, con iniziative per le start-up e la formazione in settori dove la formazione non esisteva prima. «Poi – ha continuato – l’opposizione ha detto che è difficile essere bambini a Reggio. Con queste parole non si riconoscono gli spazi per i bambini. Eppure, a Reggio si può essere bambini, non solo nel centro città, ma anche in altre zone, come nella piazza del rione Marconi, dove prima non si poteva neppure giocare. In dieci anni siamo passati da zero a 400 posti negli asili nido».
Sul tema del ponte sullo Stretto, il sindaco ha chiarito che il ricorso presentato al Tar insieme a Villa San Giovanni «Non riguarda il ponte in sé, ma le procedure VIA-VAS. Come amministrazioni, con Villa e Messina, avevamo chiesto una riflessione più approfondita, senza volerci sostituire ai tecnici, ma con il rispetto per quanto dichiarato dai ministeri riguardo alla fragilità del progetto e alla non opportunità di avviare un progetto per poi modificarlo durante il suo corso. Abbiamo chiesto di essere coinvolti nelle procedure, di partecipare ai tavoli e di garantire che i territori fossero protagonisti, ma nessuno ci ha risposto. Forse sono finiti lì i fondi per il campus Agapi, piuttosto che in altri posti, in una manovra da 30 miliardi di euro, dove Reggio ha ricevuto solo 4 milioni, a fronte di oltre un miliardo di euro in questi anni investiti nella città per rigenerazione urbana, servizi, welfare, infrastrutture e lavoro».
Sulla questione del restauro della statua di Rabarama, il sindaco ha precisato: «Aspettiamo che scadano i termini di un contratto capestro che ci obbliga a rivolgerci all’artista per una somma di 300mila euro. Una volta scaduti, faremo il restauro a prezzi più accessibili».
Infine, Falcomatà ha concluso facendo un richiamo sull’attesa delle deleghe della Regione Calabria alla Città Metropolitana, che dovevano essere conferite entro il 31 dicembre di quest’anno, come previsto da un accordo siglato con un cronoprogramma dettagliato. «Ciò che ci ha impedito di affrontare molte necessità, i comuni sono costretti a rivolgersi alla Città Metropolitana, drenando risorse dal bilancio o da altre fonti. Quante cose in più avremmo potuto fare per i 97 comuni se la previsione normativa fosse stata rispettata? Purtroppo, su questa battaglia, sono state poche le note di supporto al territorio. Parliamo di classifiche, ma non di come potrebbe essere la città se avessimo deleghe e funzioni. Infine, chiedo ai miei colleghi cosa pensano dell’autonomia differenziata. Quando parliamo di classifiche, facciamolo con una valutazione complessiva che consideri tutti gli aspetti legati a un determinato tema».