REGGIO CALABRIA – Con «difficoltà» ed «emozione», Giusi Princi si congeda dal timone del Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” dopo 12 anni di brillante guida.
Un’istituzione scolastica, asserisce il neovicepresidente della Giunta regionale, «che è stata per dodici anni la mia seconda casa, il luogo degli affetti, il volano di mille progetti che hanno reso il nostro Liceo un punto di riferimento culturale per l’intero Paese».
«Nonostante mi sia sempre tenuta lontana dalle dinamiche politiche – afferma la Princi – in questa occasione, in coerenza con l’impegno e l’abnegazione che mi hanno portata a sostenere ed a promuovere il nostro territorio, non ho potuto esimermi dall’offrire il mio contributo per lo sviluppo della Calabria».
La chance potrà essere quella dell’utilizzo dei fondi Pnrr, «per risolvere i problemi atavici della nostra terra, ridurre le disuguaglianze sociali e culturali che spesso emergono dalle prove Invalsi, promuovere l’edilizia scolastica, rendere la Calabria una regione su cui si torni ad investire, in cui i nostri ragazzi abbiano il desiderio di tornare per realizzarsi professionalmente e per impiegare a vantaggio della loro terra il frutto della preparazione che con fatica e con impegno hanno conseguito.
Ho sempre creduto nei giovani – fa presente la “vice” di Roberto Occhiuto nel salutare la popolazione scolastica, e non solo –. Per loro e con loro ho intenzione di agire concretamente. E tra le numerose, spesso inaspettate, attestazioni di stima che sto ricevendo in questi giorni, mi hanno particolarmente colpito le parole dei ragazzi che dimostrano, nella loro spontaneità, quanto sia gratificante il nostro ruolo di educatori e di quale sensibilità e affetto siano capaci gli studenti».
Il “da Vinci” è diventato «un centro d’eccellenza – così la Princi – proprio grazie all’entusiasmo di voi studenti, grazie al sostegno delle famiglie, sempre attente e collaborative, grazie all’infaticabile lavoro di tutto il personale ATA che ha sempre curato la pulizia e l’organizzazione, dimostrando la consueta disponibilità nella risoluzione delle infinite incombenze che caratterizzano la vita scolastica, ma soprattutto grazie all’encomiabile impegno di voi docenti che avete sempre dimostrato competenza e passione educativa, che avete saputo reinventare la didattica e mettervi in gioco quando siamo stati in trincea, nel corso dei difficili mesi del lockdown.
Non avete mai abbandonato la nave nei momenti più difficili, ma siete stati sempre disponibili a formarvi, a prestare aiuto, ad ascoltare, a mettere alla prova la vostra professionalità, giorno dopo giorno. Insieme a tutti voi è nato il Modello Vinciano», asserisce Giusi Princi.
E ricorda sperimentazioni come la biomedicina, i corsi d’inglese, spagnolo, arabo, cinese, giapponese, i laboratori artistico-espressivi. «Essere Vinciani – afferma – è tutto questo, ma è molto di più: significa condividere un sistema di valori, il senso di appartenenza, la solidarietà e la collaborazione tra docenti e tra docenti e studenti. “Fare squadra” al Vinci non è una frase fatta, è la realtà quotidiana che ci ha visti compatti nelle tempeste e che ci ha permesso di affrontarle con coraggio e determinazione».
Valori che, argomenta la Princi, «non possono essere travolti da un soffio di vento», garantendo supporto e attenzione incondizionati anche per il futuro. «Non vi abbandonerò mai, perché sono anch’io… Vinciana per sempre».