"Ho deciso di scrivere a distanza, qualche giorno dopo quando le voci si sono placate e ognuno ha già detto ciò che doveva o non doveva"
REGGIO CALABRIA – I “giorni ricordo” hanno tutti un comune denominatore “se li ricordano tutti e tutti si sentono in dovere di ricordare” mentre io ho deciso di scrivere a distanza, qualche giorno dopo quando le voci si sono placate e ognuno ha già detto ciò che doveva o non doveva su quel tragico giorno di 25 anni fa (15 luglio 1997) che toglieva al mondo il re della moda: Gianni Versace. Lo immagino Gianni lasciare la sua amata Reggio città che porterà sempre nel cuore, di cui capirà profondamente l’anima come nessun altro aveva mai fatto prima. Lo vedo andare via orgoglioso nei suoi 20anni, sfidare il destino e credere in se stesso come solo un uomo che ha radici nella Magna Grecia riesce a fare.
Un amore non ricambiato
Lo sento pensare alla sua Reggio che diventerà (forse?) essenza e richiamo nell’immagine di Medusa: affascinante e terribile, misteriosa e ipnotica: impossibile viverci, impossibile da dimenticare. Quel legame Gianni non lo spezzerà mai. Quei ricordi d’infanzia li porterà per sempre con lui e ne parlerà spesso nelle sue interviste; ma se Gianni ha tanto amato la sua città, Reggio ha fatto altrettanto con uno dei suoi figli più geniali? Posso certamente dire e senza timore di essere smentita che, tranne l’intitolazione di qualcosa ed episodi sporadici (ad esempio nel 2006 una serie di eventi per ricordare i sessanta anni dalla nascita) non lo ha fatto e che per l’ennesima volta ha lasciato andare un giorno – ricordo senza qualcosa di importante, un segno o anche un “bozzetto geniale”, qualcosa per dare inizio ad un storia, un evento da storicizzare da fare entrare a pieno titolo nel calendario cittadino.
L’uomo geniale
Il 15 luglio è andato via così con un passaggio durante il consiglio comunale e con decine di commenti e post sui social di reggini che rivendicano qualcosa, che sfioravano la rabbia, la tristezza, la commozione per l’indifferenza e la “dimenticanza”; per un reggino che era poesia, luce accesa nel momento in cui sua madre gli insegnava i tessuti, i colori, il potere della bellezza. Un uomo che il mondo intero non ha ignorato, ma che la sua città forse trascura da tanto tantissimo tempo e allora ho chiesto al sindaco facente funzioni Paolo Brunetti il perché di questa ennesima occasione mancata e non posso che aggrapparmi, “abbiamo ricordato un genio che tutto il mondo ci invidia durante il consiglio comunale, e proprio in questi giorni ci siamo riuniti per mettere in cantiere un progetto importante di cui ancora non posso anticipare nulla”. Gianni resto in attesa insieme a Te.