Mentre i mezzi veloci di Bluvia-Rfi accumulano ritardi giorno dopo giorno, all'orizzonte non c'è nessun segnale di cambiamento
Iniziamo dalla fine, cioè dall’incresciosa situazione venutasi a creare sul molo del porto di Messina nel pomeriggio di ieri, lunedì 7 settembre.
L’ultima corsa dell’aliscafo di Bluvia-Rfi è prevista per le 18:30, e dovrebbe raggiungere il porto di Reggio alle 19:05.
I pendolari, studenti e/o lavoratori, si affrettano per arrivare in tempo al molo: si tratta dell’ultimissima corsa giornaliera, e se dovessero perderla sarebbero costretti a viaggiare tramite i traghetti della ‘Caronte&Tourist’.
Significherebbe prendere il tram (se e quando passa) per spostarsi dal molo da cui parte l’aliscafo fino alla rada San Francesco da dove partono i traghetti che però non arrivano direttamente a Reggio, ma sbarcano a Villa San Giovanni. Bisognerebbe, da lì, attendere il primo treno che arrivi a Reggio per completare (se tutto va bene) quella che diventerebbe a tutti gli effetti una vera e propria -odissea-.
Torniamo a ieri, lunedì 7 settembre: alle 18:30 circa 100 pendolari sono pronti a salire sull’aliscafo che è correttamente attraccato, ma le porte sono chiuse e i membri dell’equipaggio bloccano i passeggeri: -abbiamo problemi, non potete salire-.
Spiegano che l’aliscafo è rimasto senza carburante, che l’avevano segnalato già dalla mattina e che il rifornimento era previsto per le 16:00 circa, ma che era saeltato per intoppi dei mezzi di rifornimento.
La cisterna con la nafta doveva arrivare direttamente da una raffineria del Catanese, ma aveva fatto ritardo e così l’aliscafo era impossibilitato a partire.
Poco dopo le 18:45 arriva al molo l’auto-cisterna piena del prezioso liquido che avrebbe consentito ai pendolari di tornare a casa, ma le operazioni di rifornimento -non sono semplici- – viene detto ai pendolari.
-Bisogna rispettare le misure di sicurezza-.
L’autocisterna parcheggia a pochi metri dall’aliscafo, i 100 pendolari vengono allontanati di pochissimi metri e rimangono quindi a strettissimo contatto con il mezzo infiammabile e ad alto rischio: belle misure di sicurezza!
Per iniziare il -travaso-, bisogna attendere l’arrivo di un mezzo dei vigili del fuoco con due -prodi- che, forniti di un piccolo estintore, si avvicinano all’autocisterna dando il via alle operazioni di rifornimento.
Tra i pendolari, nessuno si sente protetto da quel piccolo estintore che nessuno avrebbe potuto azionare qualora un inghippo qualsiasi avesse provocato un’esplosione che non avrebbe lasciato alcuna traccia di questo centinaio di sventurati che volevano semplicemente tornare a casa.
Ma, per fortuna, gli inghippi sembrano finiti: alle 19:15 l’aliscafo molla gli ormeggi e parte, con 45 minuti di ritardo, verso Reggio.
A Reggio, intanto, un altro centinaio di pendolari, studenti e lavoratori, si sta affrettando ad arrivare al porto per salire sulla corsa delle 19:30, l’ultima per tornare a casa, verso Messina: ma l’aliscafo è lo stesso che doveva partire dalla città peloritana alle 18:30, quindi ritardo si accumula a ritardo e anche a Reggio i pendolari attendono preoccupati.
Sull’aliscafo ci sono esattamente 113 passeggeri, che riescono a sbarcare alle 19:45, tirando un grosso sospiro di sollievo, perchè anche stavolta l’incubo sembra finito.
Aspettando domani ..
GLI ORARI
Siamo a settembre, l’estate ormai è finita e la mole di pendolari che per motivi di studio e di lavoro deve viaggiare quotidianamente tra le due sponde dello Stretto è sempre più cospicua.
A luglio, Bluvia-Rfi aveva diffuso un comunicato con l’orario -estivo 2009-, eliminando altre quattro corse e sottolineando che questo tipo di schema -è valido fino al 31 agosto-.
E’ passata più di una settimana, eppure è ancora in vigore l’orario -estivo-. E in biglietteria i pendolari, che brancolano nel buio e ogni mattina si preoccupano dell’imminente cambio orario, si sentono dire che -rimarrà così a tempo indeterminato, forse fino a ottobre o anche oltre-.
METROPOLITANA DEL MARE
La ‘comunità’ dei pendolari dello Stretto è ancora in attesa della sentenza del Tar che faccia luce sul futuro della ‘Metropolitana del Mare’, bloccata dai ricorsi delle compagnie che hanno perso il concorso per l’aggiudicazione del bando di gara.
Dopotutto, quello della ‘Metropolitana del Mare’ è l’incubo peggiore dei pendolari: il bando non è stato modificato, quindi se il servizio entrasse in funzione dovrebbe compiere il tragitto ‘ad anello’, senza collegare Reggio e Messina in modo diretto ma facendo tappa almeno a Villa San Giovanni (a Papardo, lo sappiamo bene, non esiste il pontile).
E intanto, i traghetti della ‘Caronte&Tourist’ continuano ad essere zeppi di pendolari, tutti quei pendolari che hanno abbandonato i mezzi veloci di Bluvia Rfi e che hanno preferito spostarsi su Villa per attraversare lo Stretto con meno patemi.
I vertici della ‘Caronte&Tourist’, comunque, hanno già fatto intendere che non appena entrerà in funzione la ‘Metropolitana del Mare’, chiuderanno le porte ai pendolari, rivendicando la loro ‘mission’ di servizio per il traghettamento di automobili e tir.
UN SERVIZIO DA TERZO MONDO
Da un lato, quindi, abbiamo le più che legittime esigenze della compagnia privata di traghettamento dello Stretto; dall’altro l’inadempienza dello Stato che non garantisce quella continuità territoriale che consentirebbe a Reggio e Messina di -viversi- come se fossero due quartieri di un’unica, grande, città metropolitana.
Per capire quanto sia carente e arretrato il servizio di traghettamento nello Stretto, basta provare a cercare su google informazioni utili in tal senso: chi prova a farlo per saperne di più, si ritrova in questa sezione del mio blog ( http://peppecaridi2.wordpress.com/category/trasporti-nello-stretto/ ), creata appositamente per cercare di mettere ordine nel marasma di internet e di raccogliere in un’unica pagina le informazioni utili al traghettamento.
Tra i -commenti-, possiamo leggere centinaia di richieste d’aiuto e di ulteriori informazioni provenienti soprattutto da chi arriva da fuori e traghetta da turista.
Ma anche i cittadini di Reggio e Messina hanno problemi per attraversare lo Stretto, soprattutto nelle ore serali e notturne quando le due città che si affacciano su questo fantastico spicchio di mare sono completamente isolate.
Il 23 agosto, poco più di due settimane fa, Domenico scriveva:
-ciao,complimenti per le informazioni..stasera io e dei miei amici vorremmmo andare a reggio per il concerto della radio rtl solo che non sappiamo come tornare dopo la mezzanotte.per l’andata c’è l’aliscafo bluvia ma al ritorno forse l’unico collegamento tra reggio e messina porto è effettuato dalla meridiano…ho provato a chiamare oggi ma saranno chiusi. possiamo partire tranquilli con la sicurezza di trovare questo traghetto? perchè sul sito ufficiale ci sono indicati all’una e alle 3 solo collegamenti reggio-messina tremetrieri mentre noi dobbiamo arrivare a messina porto.ciao e grazie-
Con grande amarezza ho dovuto rispondere che:
-Reggio e Messina dopo le 19:00 circa (ultimo aliscafo) sono completamente isolate.
Dovreste tornare tramite Villa.
Prova a vedere se ci sono treni Reggio-Villa dopo mezzanotte, altrimenti l’unica soluzione è traghettare con l’automobile-.
Domenico ha risposto così:
-Infatti abbiamo traghettato…non va assolutamente bene questo sistema, praticamente se volessi andare a reggio a mangiare una pizza da amici devo spendere 30 euro solo per traghettare quando con un aliscafo mi basterebbero 4.50 andata e ritorno.grazie per le informazioni.ciao-
Non va per nulla bene questo sistema: è assolutamente vero. Domenico e i suoi amici avevano la possibilità di un mezzo automobilistico a disposizione, e di spendere 30 euro per traghettare. Chi non può farlo?
Qualora, invece, Reggio e Messina fossero collegate anche nelle ore serali e notturne, potrebbero -viversi- come due quartieri di un’unica, vera, grande città Metropolitana, condividendo locali, piazze, pub, discoteche, aree verdi, punti d’aggregazione e svaghi per i giovani.
Proprio ieri, nella stessa pagina dello stesso blog, Carlo mi scrive:
-ciao peppe,
sono di siracusa e spesso in calabria per lavoro. non capisco perchè i trasporti nello stretto di messina siano così disorganizzati, possibile che 2 città abbastanza grandi come reggio e messina non riescano a essere collegate nelle ore serali? come mai non viene in mente a nessuno di razionalizzare tutto quell’intreccio assurdo di rotte?-
Per non parlare dei disagi che devono affrontare gli utenti Messinesi dell’Aeroporto dello Stretto: insomma, i pendolari e i cittadini di Reggio e Messina devono fare i conti con un servizio da terzo mondo e sono costretti a vivere in una realtà dalle potenzialità uniche e incomparabili ma con la grave macchia di non saperle valorizzare, a partire da quelle infrastrutture che sono la base fondamentale su cui costruire un sistema di crescita e sviluppo.
Fa ancor più impressione l’assuefazione e la rassegnazione della popolazione: Reggio e Messina sono zitte e mute di fronte ai soprusi che tarpano le ali a una realtà urbana sempre più omogenea socialmente e civilmente, ma paradossalmente sempre più lontana nei collegamenti e nei trasporti.
Nessuno che avesse detto una parola in più, tra quei -cento sventurati- che volevano solo tornare a casa ieri pomeriggio; nessuno che decide di far sentire la propria voce, pochi che manifestano vicinanza e solidarietà ai Comitato dei Pendolari dello Stretto che con tanti sacrifici prova da anni a farsi sentire.
E poi, quando viene proposto un progetto, un’opera così rivoluzionaria e stravolgente come può essere il Ponte, che darebbe allo Stretto quelle opportunità di sviluppo e benessere mai avute (oltre a sancire fisicamente e simbolicamente una conurbazione tanto discussa quanto agognata), allora sì che si trova la voglia di scendere in piazza a dire di ‘No’ e a ‘difendere’ la città dallo ‘scempio’.
Come se tutto andasse bene, come se il nostro sistema funzionasse perfettamente, come se davvero ci fosse il rischio di trovarsi in una situazione peggiore di quella attuale.
In fondo, è anche colpa nostra se ci ritroviamo in questa situazione: ci sta bene, non vogliamo cambiare e non abbiamo forza e coraggio per rialzarci e mentre da un lato non facciamo altro che lamentare lo stato attuale delle cose, dall’altro rifiutiamo qualsiasi idea, qualsiasi stimolo di cambiamento.
In photogallery le immagini (foto di Peppe Caridi) della ‘Disavventura del Carburante’ di ieri pomeriggio e la tabella con gli orari degli aliscafi