Rapporto shock della Bka: il punto della situazione di Roberto Saviano e Nicola Gratteri
Due anni dopo la strage di Duisburg del Ferragosto 2007, la ‘ndrangheta è ancora molto attiva e radicata in Germania, con ben 229 clan presenti sul territorio e circa 900 membri operativi: è quanto emerge da un rapporto della polizia federale tedesca (Bka), i cui dati principali sono stati pubblicati ieri dal settimanale tedesco Die Zeit. Le autorità ritengono che nel complesso siano attivi nel Paese 229 clan familiari sparsi tra molte delle 16 regioni tedesche, ma in particolare nel Nord Reno-Westfalia, in Assia, in Baviera e nel Baden-Wuerttberg.
Una base, questa, che si serve di 900 membri per gestire attività in numerosi settori: dal traffico delle armi al riciclaggio di denaro sporco; dal narcotraffico alle estorsioni e allo smaltimento di rifiuti tossici. La ‘ndrangheta, quindi, sembra non conoscere la crisi.
-Dal solo clan del comune di San Luca, nel reggino provengono 200 affiliati che risiedono in Germania”, scrive il giornale citando il rapporto di 400 pagine della Bka. La strage di Duisburg (Ovest), compiuta nella notte tra il 14 e il 15 agosto del 2007, è stata una choc per la Germania e secondo alcuni osservatori ha fatto capire per la prima volta ai tedeschi quanto sia presente la ‘ndrangheta nel Paese.
Duisburg ”ha svegliato i tedeschi – ha commentato al settimanale Roberto Saviano che prima pensavano che la mafia fosse un mero problema italiano, ma dopo questa strage di fronte a una pizzeria, è ovviamente venuta un pò meno l’immagine della mafia con piazza e santini”. Secondo l’autore di Gomorra, -sarebbe esagerato affermare che la mafia si è infiltrata in Germania in modo capillare”. Tuttavia ha spiegato che -alcune bande sono già da tempo attive in Germania: alcune sul mercato della droga e nel settore del pizzo”.
Con la caduta del Muro di Berlino, 20 anni fa, ha proseguito Saviano, -si sono aperte per i boss nuove inaspettate possibilità d’investimento nell’ex Germania dell’Est”. A metà degli anni Novanta, secondo lo scrittore, -la ‘nrangheta comprava nell’ex Germania dell’Est tutto quello che le capitava sotto le mani: palazzi, terre. La siciliana Cosa Nostra era là già da prima”.
Il rapporto della Bka, giunge quindi alla vigilia del secondo anniversario della strage e segue le critiche rivolte l’anno scorso all’Italia dal capo della polizia federale, Joerg Ziercke, il quale si era lamentato della lentezza con cui le informazioni italiane riguardanti le indagini sulla criminalità organizzata arrivino in Germania.
Intanto Nicola Gratteri, procuratore aggiunto alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha commentato a relazione dell’Ufficio federale anticrimine tedesco sulla presenza della ‘ndrangheta in Germania: -il rapporto del Bka conferma quello che noi diciamo da dieci anni, inascoltati. Non ci credevano. Se uno ci crede che esiste la ‘ndrangheta bisogna organizzarsi a livello normativo per contrastarla. Quindi inserire nel sistema giudiziario e penale tedesco il reato di associazione mafiosa, e tutta la legislazione che ne consegue, creare una specializzazione nella lotta al crimine, non considerare piu’ un omicidio o un danneggiamento come un reato fine a se stesso ma come un episodio di un disegno criminoso.
Il Procuratore antimafia riconosce che è stato compiuto un passo in avanti in Germania con le modifiche alla normativa relativamente al sequestro dei beni, licenziate dal Parlamento tedesco prima della pausa estiva. -Ma è molto poco – afferma – anche rispetto a quanto è scritto nel rapporto del Bka. Se la situazione è quella descritta nella relazione è molto molto grave. Non è solo con un provvedimento di sequestro e confisca dei beni che risolviamo il problema. Ci vuole la possibilità di inserire microspie in locali pubblici dove spesso avvengono le riunioni, al momento non c’è ancora la possibilità di farlo”.
L’ideale, secondo Gratteri, sarebbe un’omologazione dei sistemi processuali penali a livello europeo.
-Se il fenomeno mafia è un problema occidentale – dice – è inutile che ogni Stato abbia un sistema differente e una ricetta diversa per lottare la mafia, bisogna fare un bagno di umiltà e attrezzarsi normativamente, senza fare gli altezzosi e dire ‘io sono sovrano nel mio Stato’ se vedi che la presenza delle mafie non fa altro che comprare immobili, riciclare denaro e quindi inquinare il libero mercato e quindi la democrazia e quindi la libertà-.