La polizia ha dovuto sparare, ferendo al piede uno degli arrestati, per evitare che fuggissero
Due latitanti, padre e figlio, Roberto e Giuseppe Piccolo, di 46 e 18 anni, considerati vicini alla cosca ‘ndranghetista dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) sono stati arrestati dalla polizia questa mattina a Gioia Tauro.
I due sono stati sorpresi da personale della squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Gioia Tauro in un appartamento nel quale sono state trovate anche numerose armi.
Nel corso dell’operazione, la polizia ha anche arrestato Cosimo Romagnoli, 26 anni, e ha disposto l’affido alla alla Procura dei Minori per Vincenzo Larosa, accusati di favoreggiamento. Si tratta di elementi ritenuti vicini alla cosca dei Piromalli, una delle più potenti della Calabria.
Al momento dell’irruzione nell’abitazione dove si trovavano Roberto e Giuseppe Piccolo la polizia è stata costretta ad usare le armi per evitare il pericolo di fuga. Un proiettile di rimbalzo ha colpito ad un piede Cosimo Romagnoli che è stato medicato in ospedale e successivamente portato in carcere.
All’interno di un’auto risultata rubata in uso ai due Piccolo sono stati trovati un fucile, pistola con sei cartucce; un’altra pistola semiautomatica con sette colpi. Trovate anche numerose per pistola e fucile, un cannocchiale e una bomboletta per la lubrificazione delle armi.
Le armi, tra cui fucili e revolver, trovate dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Gioia Tauro secondo gli investigatori sarebbero potute servire per un possibile attentato.
Ad avvalorare la tesi degli investigatori reggini, che hanno trovato le armi con il colpo in canna all’interno di una macchina risultata rubata, il fatto che i due Piccolo, considerati vicini alla cosca Mancuso di Limbadi, si trovavano in una zona della Piana di Gioia Tauro già teatro di uno scontro tra le famiglie Piromalli e Molè.
-Si tratta di personaggi particolarmente esperti di armi – ha detto il capo della squadra mobile Renato Cortese, incontrando i giornalisti con il questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona – inseriti in contesti criminali di altissimo livello facenti capo ai più potenti clan vibonesi della ‘ndrangheta-.
I due Piccolo erano ricercati dal giugno scorso quando, dopo avere ingaggiato una colluttazione con un maresciallo dei carabinieri, erano riusciti a fuggire dalla caserma dell’Arma a Nicotera, nel Vibonese.
In quella occasione, padre e figlio, venditori ambulanti, erano stati accompagnati in caserma per accertamenti.
Dopo l’aggressione al sottufficiale, i carabinieri, perquisendo l’abitazione di Roberto Piccolo, avevano trovato un arsenale.
In particolare erano stati trovati un mitra kalashnikov, un fucile ed una pistola, oltre ad un migliaio di cartucce per le due armi.
Nei confronti dei due era stato emesso un provvedimento di custodia cautelare che e’ stato eseguito dalla polizia.
Secondo gli investigatori il fatto che i due Piccolo fossero insieme a esponenti dei Piromalli, confermerebbe i legami tra le due cosche, tra le più potenti della Calabria.