'Ndrangheta: sequestrati nel reggino beni per 8 milioni di euro

‘Ndrangheta: sequestrati nel reggino beni per 8 milioni di euro

‘Ndrangheta: sequestrati nel reggino beni per 8 milioni di euro

martedì 27 Aprile 2010 - 07:38

Nuova brillante operazione della Dia di Reggio Calabria. Tra arresti, sequestri e confische le cosche sono con le spalle al muro

Continua l’offensiva dello Stato nei confronti della ‘ndrangheta, e dopo gli arresti -eccellenti- di Morabito e Tegano, a distanza di poche ore la Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha sottoposto a sequestro beni ammontanti a circa 8 milioni di euro.

Su proposta avanzata dal Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, al Tribunale di Reggio Calabria, sono stati sottoposti a sequestro un’impresa operante nel settore della produzione di calcestruzzo, 11 unità immobiliari (fabbricati e terreni), 2 autoveicoli cilindrata e rapporti bancari, beni tutti riconducibili a Terenzio Antonio D’Aguì.

-Il sequestro – si legge in una nota – è frutto di una complessa attività d’indagine svolta dal Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione denominata -Bellu Lavuru-, con la quale, secondo le risultanze del procedimento penale incardinato presso la locale Procura, le cosche denominate -Talia-Vadalà-, operando unitariamente attraverso un organismo comune denominato -base- hanno attivamente partecipato alla gestione e al controllo, con metodo mafioso, di opere pubbliche come il rifacimento della SS 106 jonica – in particolare della cosiddetta -Variante di Palazzi- – e di lavori per la realizzazione dell’Istituto scolastico -Euclide- di Bova Marina (RC)-.

Tra i soggetti coinvolti nella gestione monopolistica degli appalti pubblici spicca la figura dell’imprenditore Terenzio Antonio D’Aguì, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Catanzaro. Attraverso la società – D’Agui’ Beton S.r.l.- di Bova Marina (Rc), che opera nel settore della produzione di calcestruzzo preconfezionato ed inerti, come appendice – in un primo momento – delle cosche -Talia-Vadalà- e, successivamente, della cosca -Morabito- di Africo (Rc), è riuscito ad accaparrarsi consistenti appalti di forniture di calcestruzzo. I beni riconducibili a D’Aguì sono stati sottoposti a sequestro con procedura d’urgenza con provvedimento della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, in quanto – come emerso dall’esito delle indagini patrimoniali effettuate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria – frutto di attività delittuose nonchè di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

L’aspetto che emerge con forza nel quadro indiziario è l’intervento delle organizzazioni ‘ndranghetistiche in grandi opere pubbliche tanto nella fase del movimento terra, del trasporto e fornitura di inerti, che della fornitura di mezzi e manodopera.

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