Accese polemiche tra Reggio e Catanzaro su più fronti, mentre i reggini vorrebbero che Reggio si chiamasse -dello Stretto- e non -di Calabria-
Che la Calabria non sia una Regione unita e compatta è un conclamato fatto storico: basti pensare alla Rivolta di Reggio del 1970 o a tutti quei Reggini che oggi vorrebbero cambiare il nome della loro Città in -Reggio dello Stretto- rispetto all’attuale -Reggio di Calabria- perchè si sentono molto più vicini alla realtà Messinese che a quella Calabrese.
Questo tipo di sentimento, che va ben oltre una semplice rivalità di campanile ma che è dovuto a decenni di soprusi strategici economici, amministrativi, politici e infrastrutturali, si sta ulteriormente accentuando.
Il Sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo (nella seconda foto a corredo dell’articolo), se l’è presa con il gruppo di facebook -PER REGGIO CALABRIA CAPOLUOGO – NON MOLLIAMO- che, forte di oltre 5.500 iscritti ha organizzato una manifestazione domenica scorsa all’Arena dello Stretto, intitolata alla memoria di Ciccio Franco, figura storica della Reggio della rivolta.
La manifestazione è stata un autentico flop, e all’incontro hanno partecipato poco più di 70 persone: la stessa Tanya Caridi, una delle amministratrici del gruppo, ha voluto esprimere la propria amarezza in una nota che potete leggere negli approfondimenti di questo articolo.
Evidentemente molti Reggini hanno capito che, piuttosto che pensare al capoluogo di una Regione che non appartiene per storia, cultura, territorio e tradizioni alla comunità di questa città, sarebbe meglio concentrarsi alla Città Metropolitana e all’Area Metropolitana dello Stretto. Ma quella del gruppo di facebook può essere vista come una provocazione, in cui c’è cascato a pieno il Sindaco di Catanzaro che ha diffuso una nota in cui si è espresso molto preoccupato e ha chiesto di oscurare la pagina di facebook di questo gruppo.
Addirittura si è rivolto al Ministro dell’Interno, motivando la sua richiesta -con la necessità di evitare che continui a diffondere germi di un insano rancore e di un’irresponsabile rivalità fra territori-. Rosario Olivo ha parlato di -irritazione della comunità catanzarese e di tanti calabresi per un clima insano che intravediamo negli atteggiamenti irresponsabili di alcuni ambienti reggini che fomentano odio sociale nella già bistrattata Calabria. Il gruppo ‘per Reggio Capoluogo’ – aggiunge – in realtà sta minando il già precario clima di conciliazione presente sul territorio, evocando fantasmi del passato con becere rivendicazioni tendenti a scippare il ruolo di capitale regionale a Catanzaro-.
Se il Sindaco di Catanzaro ed i suoi collaboratori avessero dato un’occhiata a Facebook un pò più approfondita, avrebbero evitato questa gaffe perchè avrebbero scoperto che internet, e nello specifico il social network, è lo sfogo dei sentimenti più vari e singolari. Proprio su facebook esiste anche un gruppo chiamato -Cosenza capoluogo di Regione- con 212 iscritti.
In Sicilia ci sono ben tre gruppi che chiedono -Catania capoluogo di Regione- con un totale di oltre 1.300 iscritti. E in Basilicata spopola il gruppo -Matera capoluogo di Regione- con quasi 4.000 iscritti.
Per non parlare dell’Abruzzo, dove -Pescara capoluogo di Regione- ha superato i 2.500 iscritti.
Eppure i Sindaci di Palermo, Potenza e L’Aquila non sono insorti, perchè evidentemente hanno cose più importanti a cui pensare.
Solo il Sindaco di Catanzaro ritiene offensivo un gruppo che, nei fatti, ha la sola pretesa di stimolare l’amore dei reggini nei confronti della loro città.
Ma se il problema fosse solo quello di facebook e di internet, forse non avremmo neanche avuto la briga di scrivere quest’articolo.
In realtà i problemi della Calabria sono tanti, numerosi e importanti.
Basti pensare alle zone franche urbane istituite pochi giorni fa in tutt’Italia.
Quanto fosse fondamentale l’istituzione di una zona franca urbana nel territorio della piana di Gioia Tauro lo sanno bene i Calabresi tutti, i Reggini e ancor di più gli amministratori Regionali che, invece, hanno escluso l’area del reggino Tirrenico per assegnare le tre zfu calabre a Lamezia Terme, Rossano (nel Cosentino Jonico) e Crotone.
Nel corso dell’iter ministeriale per l’assegnazione delle zone franche urbane, la Regione ha segnalato la necessità di un ulteriore ampliamento dello strumento con l’assegnazione di una quarta zona franca urbana, individuata nelle località marine di Vibo Valentia.
Insomma, una zona franca a Provincia: Lamezia nel Catanzarese, Rossano nel Cosentino, Vibo e Crotone.
Ancora una volta, per gli amministratori Regionali è come se Reggio non esistesse ed è come se non esistesse la piana di Gioia Tauro che con il suo porto potrebbe diventare un vettore trainante dell’economia Mediterranea e Italiana.
E’ evidente che i vertici regionali hanno voluto mostrare, ancora una volta, il loro sentimento insofferente nei confronti di Reggio che, dopo la conquista dello ‘status’ di Città Metropolitana, si vede ancor più osteggiata.
Se andiamo a guardare quali sono state le tre zone franche urbane assegnate alla Sicilia (Catania, Gela ed Erice) ci accorgiamo che esiste un vuoto dalle proporzioni geografiche unico nel resto del centro/sud Italia proprio nelle province di Reggio e Messina, che pure con il polo di Milazzo avrebbe potuto meritare l’assegnazione di una zona franca urbana.
A questo punto l’Area dello Stretto non può che continuare a essere l’unico vero riferimento di un territorio sempre più bistrattrato e messo da parte dai vari poli Regionali. Un territorio cui non vengono comprese le esigenze e che condivide un’identità comune forte e precisa.
In questa situazione abbastanza calda, in Calabria ci vanno di mezzo anche le prossime elezioni Regionali: è concreta la possibilità che per la prima volta nella storia di questa Regione ci possa essere un amministratore Reggino, e la candidatura di Giuseppe Scopelliti smuove le acque non solo a livello politico, ma anche e soprattutto a livello territoriale.
Il sentore è che l’attuale Sindaco di Reggio non sia tanto il candidato del centro/destra, quanto invece il candidato della Città.
A Reggio, infatti, sono tantissimi a dargli appoggio nonostante un colore politico avverso o addirittura opposto: -non ho mai votato da quella parte, ma lo farò per la prima volta in nome della mia Città-.
E, viceversa, tanti Catanzaresi stanno seriamente pensando di mettere da parte le loro idee politiche e di votare in base all’espressione territoriale dei candidati.
Di certo c’è che nei prossimi mesi ne vedremo delle belle …