Reggio: adesso la 'ndrangheta ha paura e sfida lo Stato

Reggio: adesso la ‘ndrangheta ha paura e sfida lo Stato

Reggio: adesso la ‘ndrangheta ha paura e sfida lo Stato

domenica 03 Gennaio 2010 - 21:27

In ballo il giudizio d'appello del processo Fortugno, la conferma dei sequestri patrimoniali, le attività illecite delle cosche della Piana sul porto di Gioia Tauro e gli interessi criminali delle 'ndrine del reggino jonico

Ci sono tante chiavi di lettura rispetto il grave attentato alla Procura Generale di Reggio Calabria. Ma l’analisi principale non può che mettere in evidenza un fatto: la ‘ndrangheta ha paura. O, almeno, inizia ad avere paura. L’attentato è un segnale intimidatorio nei confronti di quei magistrati che si stanno impegnando in materia di sequestri patrimoniali, di giudizi d’appello su processi importanti e su provvedimenti particolarmente duri nei confronti della criminalità organizzata.

E’ un avvertimento per il nuovo corso avviato dalla Procura generale, dopo l’arrivo, nel dicembre scorso, del nuovo procuratore, Salvatore Di Landro, e di nuovi magistrati quali l’avvocato generale dello Stato, Francesco Scuderi, e del sostituto Franco Mollace, impegnato per anni nella lotta alla ‘ndrangheta dal fortino della Dda reggina.

Nel mirino della malavita anche Giuseppe Pignatone, procuratore reggino da poco più di un anno, particolarmente attivo nella lotta alla criminalità organizzata calabrese.

Sono stati tantissimi, negli ultimi mesi, i -colpi- inferti alla ‘ndrangheta: tanti arresti eccellenti, tanti processi e tantissimi sequestri.

L’avvicinamento del momento dei giudizio in appello per alcuni importanti processi, gli ultimi arresti che hanno decapitato i vertici dell’organizzazione criminale oggi più potente d’Italia e forse del mondo, e i durissimi provvedimenti restrittivi attuati dal Governo negli ultimi mesi hanno evidentemente messo spalle al muro una realtà, quella della ‘ndrangheta, che evidentemente barcolla.

Ha paura, ha tanta paura di vedere interrotto il proprio sistema di potere e dominio economico e sfida lo Stato con un gesto intimidatorio che non lascia presagire nulla di buono per il futuro.

Ma i giudici reggini hanno già confermato di voler continuare per la loro strada, senza interrompere il processo di lotta alla criminalità in difesa dei cittadini e del territorio.

La ‘ndrangheta ha alzato il tiro, e lanciato una sfida estremamente pericolosa. Ma lo Stato non si arrende, e l’unico risultato immediato raggiunto dall’attentato della scorsa notte è stato un generale risveglio delle coscienze e dei cittadini che stanno dimostrando vicinanza e solidarietà alle istituzioni.

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