E' scoppiata poco prima delle 5 della notte, era ad alto potenziale e avrebbe potuto uccidere
E’ un vero e proprio colpo al cuore dello Stato: un ordigno è esploso, poco prima delle 5, davanti al portone del Tribunale di Reggio Calabria, all’ingresso dell’ufficio del giudice di pace. A fianco c’è l’ingresso della Procura generale.
L’esplosione ha provocato danni al portone ma per fortuna non c’erano passanti in quel momento.
L’ordigno, ad alto potenziale, era costituto da una bombola di gas di 20kg più un quantitativo indefinito di tritolo, che nelle intenzioni dei malviventi avrebbe dovuto innescare la reazione devastante della bombola.
Sul posto sono giunti i vigili del fuoco, i carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria e del Comando provinciale, e i poliziotti della Questura cittadina.
Reggio è tornata sulle copertine mediatiche nazionali per un atto tremendamente grave, che non può essere etichettato semplicemente come un incivile gesto vandalico o uno scherzetto, una bambinata.
Si tratta forse di un segnale, di un messaggio della ‘ndrangheta nei confronti di qualcuno che sta provando a fare giustizia in un territorio così difficile?
Tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti: in queste ore si sta cercando di vedere se le telecamere a circuito chiuso abbiano registrato le immagini di chi ha posizionato l’ordigno.
E’ emerso dai primi rilievi che due persone, a bordo di uno scooter, si sono avvicinate al portone della Procura Generale e hanno acceso la miccia alle 04:50.
Gli investicatori della Procura stanno cercando di dare un volto e un nome ai due individui che hanno compiuto il grave gesto.
In questo momento negli uffici della Procura Generale è in corso un vertice con magistrati e forze dell’ordine, presieduto dal procuratore generale di Reggio Calabria Di Landro. Per le 11 è previsto in prefettura un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto, che ha l’obiettivo di coordinare al meglio le indagini su un attentato che poteva anche provocare una strage.