Enel e Eni in prima fila per il Rinascimento Nucleare Internazionale
Si sta svolgendo presso l’E’ Hotel di Reggio Calabria la decima edizione del meeting internazionale -Donne, Economia & Potere- organizzato dalla Fondazione Marisa Bellissario in collaborazione con Enel e Eni. L’edizione che si svolge in riva allo Stretto è interamente dedicata a un tema estremamente interessante per il futuro del pianeta, e di strettissima attualità anche nell’agenda politica internazionale: le -Energie Nuove-. Più nello specifico, il meeting si divide in due sessioni. La prima s’è conclusa pochi minuti fa ed è stata dedicata al tema dell’energia nucleare, la seconda è in programma per la mattina di domani, venerdì 20 novembre, e sarà affrontato il tema delle energie rinnovabili con la presenza del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Il Sindaco, Giuseppe Scopelliti, ha fatto gli onori di casa dando il benvenuto ai tanti autorevoli ospiti che hanno raggiunto lo Stretto per l’occasione.
Scopelliti ha parlato delle potenzialità energetiche della Calabria e del Meridione d’Italia, -le cui ricchezze naturali ne farebbero un luogo ideale dove produrre e sviluppare tecnologie energetiche d’avanguardia in tutti i campi, dall’eolico al solare, passando per il nucleare. Serve un progetto che finora è mancato-.
Subito dopo Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, ha illustrato le linee guida del meeting: -Non abbiamo scelto a caso il tema delle ‘Energie Nuove’. L’ambiente, la sua salvaguardia, il su futuro e i cambiamenti climatici rappresentano questioni che non possono più attendere e che riguardano da vicino ognuno di noi. In particolare la nuova sfida del nucleare rappresenta un’opportunità per il nostro Paese. Oggi in Italia il nucleare è una parola difficile da pronunciare. Occorre uno sforzo divulgativo da parte di tutti per stabilire un equilibrio tra tutte le componenti sociali e farlo diventare un punto di condivisione-.
E’ intervento il pro rettore per la Ricerca e lo Sviluppo dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Luciano Caglioti: -in un sistema globale basato soprattutto sullo sviluppo della tecnologia, l’Italia vive in una sorta di paradosso: l’Italiano medio utilizza oggetti di grande modernità e legati alla tecnologia ma si oppone alla diffusione di qualsiasi cosa riguardi il progresso tecnologico. Siamo in prima linea nell’opposizione al nucleare, alle centrali termoelettriche, ai gassificatori, agli elettrodotti, al carbone, alle dighe, agli OGM, alla variante di valico, al Mose, alla Tav, alle onde elettromagnetiche, all’industrializzazione dell’agricoltura ma troviamo normale fare largo impiego di apparecchiature elettriche, Tv, Dvd, telefonini, automobili, aeri, treni veloci, elettrodomestici, cibi precotti ecc. ecc. Il simbolo di questo atteggiamento è l’opposizione al nucleare che ci ha portato ad essere l’unico fra i Paesi industrializzati che non produce un solo kw/h con il processo di fissione nucleare, alla messa a punto del quale abbiamo robustamente contribuito con i nostri scenziati a via Panisperna. Paradosso nel paradosso, parliamo molto di effetto serra, cambiamenti climatici, buco dell’ozono e contrastiamo la fonte nucleare che è l’unica che produce elettricità senza emettere sostanze sgradite all’ambiente. E non ci si rende conto del fatto che ogni volta che si frena il progresso scientifico e tecnologico i nostri giovani vengono derubati di un pezzo di futuro hi-tech, di possibilità di lavoro competitivo, ricco, che non viene negati ai giovani di altri Paesi-.
Il Sindaco di Flamanville, Patrick Fauchon, ha raccontato l’esperienza della regione rurale del Cotentin, nella Normandia, dove la realtà di Flamaville e non solo si sviluppa da oltre quarant’anni in funzione a siti industriali nucleari con il consenso della popolazione locale. La città di Flamaville, infatti, dopo aver votato per l’installazione di una centrale nucleare più di trent’anni fa, nel 1975, si è candidata nel 2004 per accogliere la testa di serie Epr di rinnovmento del parco nucleare francese. -Oggi Flamanville accoglie più di duemila operai impegnati nei lavori del cantiere per la costruzione dell’Epr. Quest’opportunità di attività economica che offre la possibilità di continuare a vivere e lavorare nel paese da più di due generazioni si è potuta realizzare solo costruendo progressivamente un processo d’informazione e di scambio tra tutte le parti coivolte, fissando le basi di accettazione del nucleare e la difesa permanente della necessità di informare la popolazione locale al fine di valutare vantaggi e inconvenienti del nucleare a ogni livello-.
E’ intervenuto poi Piero Gnudi, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Enel: -nel nucleare ci sarà spazio per tutta la filiera industriale italiana. Il ritorno del nucleare in Italia rappresenta un’opportunità unica per contribuire al rilancio dell’economia del nostro Paese creando posti di lavoro specializzati e sviluppando l’occupazione. Enel vuole coinvolgere le imprese nazionali nella filiera nucleare, individuando il necessario percorso di scouting e qualifica dell’indotto industriale italiano. La quota Enel del programma nucleare nazionale richiederà investimenti compresi tra i 16 e i 18 miliardi di euro. Un programma importante che avrà rilevanti ricadute nel contesto economico e occupazionale del Paese. Prima del referendum del 1987 l’Italia era in possesso di un’importante filiera nucleare. Se il nostro Paese tornerà al nucleare potremo ricostruire l’intero comparto permettendo all’industria italiana di partecipare tutta a questo nuovo rinascimento. Nel mondo si stanno costruendo 53 centrali nucleari in grado di produrre 47 mila milioni di megawatt. Un livello elevato, consistente che crea le condizioni affinchè tutti gli operatori abbiano le opportunità di potere lavorare. Il problema è però trovare le giuste sinergie. Le centrali nucleari non emettono Co2: se ipotizzassimo di sostituire 100 miliardi di kilowattori all’anno prodotti da centrali a ciclo combinato alimentate a gas con il nucleare, potremmo evitare l’immissione nell’atmosfera di circa 35 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno, pari a circa l’8% del totale delle emissioni di Co2 in Italia, e pari a circa il 27% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dalle centrali termoelettriche in Italia. In questa direzione è anche importante progredire nella tecnologia del sequestro della Co2, la cosiddetta carbon capture and storage (Ccs), una tecnologia innovativa che Enel è impegnata a sviluppare-.
La giovane e bionda francese Cècile Maisonneuve, vice presidente dell’International Meetings dell’AREVA, ha spiegato che -le nostre società si scontrano oggi con tre crisi strettamente collegate: quella economica, quella finanziaria e quella energetica. Non esiste un’unica soluzione, ma un ventaglio di risposte complementari. Oltre al miglioramento dell’efficienza energetica e della ricerca, s’impone lo sviluppo di tutte quelle fonti energetiche che non emettono gas serra: l’energia nucleare e le energie rinnovabili. E’ questa complementarietà tra il nucleare, come energia di base, e le rinnovabili, a uso sporadico, che è al centro della strategia di AREVA. Serve questo rinnovamento che deve avvenire in completa trasparenza e senza tabù-.
La Maisonneuve, a margine della sessione, ha dichiarato che -proseguono le trattative tra Areva e Ansaldo sul nucleare in Italia. Stiamo discutendo, nulla è deciso. Siamo positivi, non ci sono particolari problemi-.
Sergio Orlandi, direttore generale di Ansaldo Nucleare, ha detto che -il referendum popolare del novembre 1987 ha bloccato in Italia la produzione di energia elettrica da fonte nucleare. Ma, grazie soprattutto al supporto del Gruppo Finmeccanica, allo scopo comunque di mantenere vive le competenze tecniche specifiche nell’ambito dell’ingegneria nucleare, è stato creato in quegli anni (nel 1989) un presidio, la Divisione Nucleare di Ansaldo Energia, che è stato investito della missione primaria di mantenere e sviluppare le conoscenze tecniche e gestionali nella progettazione e realizzazione degli impianti nucleari per la produzione di energia elettrica come pure nello sviluppo di nuove tecnologie mirate sia a rendere più sicuro il funzionamento degli impianti stessi, sia al trattamento e allo stoccaggio in sicurezza dei rifiuti nucleari. Si è lavorato per dare risposte convincenti ai quesiti generati dagli incidenti nucleari di Three Miles Island e Chernobyl. Ansaldo Nucleare ha sviluppato l’applicazione di tecnologie passive sugli impianti di terza generazione e con queste tecnologie, interamente sviluppate a Genova, attualmente sta partecipando alla costruzione di quattro impianti di una filiera Cinese. Ritengo effettivamente che il sistema industriale italiano, insieme con le sue maggiori Utilities, le nostre Università e i centri di Ricerca che mai hanno interrotto le attività di sviluppo nell’ingegneria sia della fissione che della fusione nucleare, sia pronto per ripartire nello scenario globale onde recitare un ruolo di primo piano, attivo e non di comparsa, nel nuovo Rinascimento Nucleare Internazionale-.
Ha concluso i lavori di questa prima sessione Marta Ziakovà, presidente dell’Autorità per la regolazione del nucleare nella Repubblica Slovacca: -La condizione fondamentale nell’uso dell’energia nucleare per scopi pacifici è quella di assicurare che l’impatto sulle persone, le proprietà e l’ambiente sia minimo e accettabile. E’ una responsabilità dello Stato assicurare questo principio. Perciò gli Stati che utilizzano l’energia nucleare devono prevedere una specifica autorità per la regolazione che possa supervisionare la sicurezza degli impianti nucleari. E’ così nella Repubblica Slovacca, dove abbiamo l’Authority per la regolazione del nucleare-.
L’appuntamento per la seconda sessione, dedicata alle energie rinnovabili è per domani mattina a partire dalle 09:30 sempre all’E’ Hotel di Reggio Calabria. L’incontro sarà presentato da Safiria Leccese, giornalista parlamentare e conduttrice di Studio Aperto. E’ attesa la presenza del Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e la sessione sarà introdotta da Alessandra Goria, ricercatrice Senior della Fondazione Eni Enrico Mattei, e moderato dal vicedirettore dell’Agi Antonio Lucaroni.
Parteciperanno alla sessione Leila Bahri, direttore esecutivo di Medrec, Wanda Ferro, presidente della Provincia di Catanzaro, Clara Poletti, direttore dell’IEFE, l’onorevole Ermete Relacci, presidente onorario di Legambiente, Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, Antonio Pires Santos dell’Ibm Energy and Utilities Leader South Est Europe. Le conclusioni saranno affidate al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.