Pisanu: -paradossalmente quest'attentato è un fatto positivo, significa che stiamo lavorando bene. I boss si sentono braccati-. Pignatone: -reagiscono così a arresti e sequestri-
La bomba di ieri contro la Procura generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria è un segno di debolezza della ‘Ndrangheta, secondo il presidente della commissione parlamentare antimafia Giuseppe Pisanu (Pdl). -Se reagiscono così – dice al Messaggero – sentono la morsa dello Stato, è un buon segno-. L’attentato -è un fatto assai grave-, osserva Pisanu, -sia per la potenza dell’ordigno che poteva provocare danni ben più gravi, sia per il valore simbolico del luogo prescelto, la Procura generale. E’ una minaccia alla magistratura e a quanti si battono contro la ‘Ndrangheta-.
Pisanu nega, tuttavia, che ci siano segnali di un ‘risveglio’ della criminalità organizzata calabrese: -Non, non mi risulta. E se di segnali dobbiamo parlare – ribadisce – dobbiamo, paradossalmente, considerare un fatto positivo questo attentato. Perché significa che i boss di questa organizzazione criminale si sentono braccati, dunque reagiscono-.
-Abbiamo arrestato decine di latitanti, sequestrato centinaia di milioni di euro e fiumi di cocaina. E’ chiaro che ci troviamo davanti a una reazione-. Il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, spiega così l’attentato di ieri contro la procura generale di Reggio. Pignatone, insieme all’aggiunto Michele Prestipino, ha rappresentato un pezzo importante dell’antimafia siciliana, avendo peraltro coordinato anche l’operazione che portò alla cattura di Bernardo Provenzano.
Adesso, nella difficile realtà calabrese, sta scoperchiando le numerose ‘cattedrali’ degli interessi e degli affari della ‘ndrangheta. In un intervista al Giornale di Sicilia parla di -fatti di estrema gravità e le indagini faranno chiarezza sulle responsabilità e motivazioni. Ma mi pare chiaro che ci troviamo davanti a una reazione legata all’azione della magistratura di Reggio Calabria che negli ultimi tempi è stata intensa e continua. Solo nell’ultimo anno nella provincia abbiamo sequestrato 800 milioni di euro-.
Ma è importante anche il dato relativo ai latitanti: 49 quelli arrestati di cui 11 inseriti nella lista dei 30 ricercati piu’ pericolosi, spiega Pignatone. -In questo quadro – aggiunge – va inserita l’azione decisiva del nuovo porcuratore generale Salvatore Di Landro che si è insediato appena un mese fa, ma che ha già fatto alcuni passi importanti e assunto iniziative concrete per rendere più incisiva l’azione del suo ufficio-.