Lettera aperta alla cittadinanza dal primo cittadino, Giuseppe Scopelliti
Reggio è ancora scossa, dopo più di 36 ore, dall’attentato di domenica notte alla Procura Generale: ancora una volta parte dalla città della sponda orientale dello Stretto la controffensiva dei poteri criminali contro lo Stato e le Istituzioni che li combattono.
Il Sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, ha scritto una lettera aperta alla città, spronando i cittadini e spiegando che -l’attentato alla sede della Procura generale della Corte d’appello rappresenta l’occasione per reagire ad un atto di sovversione allo Stato con rinnovate motivazioni e proseguire lungo il percorso di trasparenza e legalità che caratterizza il nostro modo di essere amministratori e classe dirigente-.
Nella lettera, il Sindaco ha riepilogato il lavoro fatto dalle Istituzioni negli ultimi anni -massimo sforzo per erigere un grosso argine allo strapotere delle cosche che trovano come alleati la rassegnazione e la sfiducia presenti in alcuni substrati sociali-, e da qui parte lo sprone nei confronti dei cittadini: -a Reggio lo Stato c’è ed è presente. L’attività repressiva – ha continuato il primo cittadino – contro quanti vogliono imporre un modello di società senza regole è il fedele testimone di questa presenza che non può fare a meno della collaborazione della gente: dai commercianti agli imprenditori, dal mondo dell’associazionismo alla società civile. Il cittadino globale, che soffre di solitudine, sente la necessità di vivere in una comunità libera, in cui le regole democratiche aggregano, eliminano le paure della tirannide, neutralizzano le forze dell’antistato garantiscono gli strumenti di partecipazione e di giustizia sociale. La ‘ndrangheta non è certo diversa dai fondamentalismi e dai fanatismi che riducono l’uomo in stato di schiavitù, lo rendono irrazionale e producono forme di autorità tribale. La ‘ndrangheta non è invincibile perché, analogamente al pensiero di Giovanni Falcone sulla mafia, essa ‘è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine’. Le “famiglie” dunque possono, anzi debbono essere cancellate. Ma per centrare questo obiettivo storico è indispensabile la partecipazione di tutti i calabresi: di quanti appartengono ad un territorio che deve avere il coraggio di ribellarsi a grandi e piccoli quotidiani soprusi. Se i commercianti, gli imprenditori rifiutano di pagare il “pizzo”, se i cittadini avranno maggiore fiducia verso le Istituzioni e se queste ultime faranno della trasparenza e dell’imparzialità la loro principale caratteristica la ‘ndrangheta verrà messa in ginocchio-.
Intanto Santo Versace, deputato reggino del Pdl, ha sollecitato l’intervento dell’esercito a Reggio: -all’attentato di Reggio Calabria lo Stato deve far seguire una risposta determinata e rapida. In più occasioni ho personalmente sollecitato l’invio in Calabria di un contingente militare di almeno diecimila uomini che sia impiegato a presidiare il territorio liberando polizia e carabinieri dagli obblighi di scorta o di sorveglianza dei palazzi della politica, della giustizia e dell’amministrazione. Si avrebbero così le risorse umane da impiegare nell’opera di indagine e di repressione della criminalità, che va rafforzata e concentrata su precisi obiettivi, come quello della confisca dei patrimoni della ‘ndrangheta. Subito dunque l’esercito a presidio delle città con compiti di sorveglianza. Quanto ai partiti calabresi, essi devono sentire il dovere di rinnovarsi mettendo fuori gioco quei soggetti che hanno fatto del clientelismo e degli affari il proprio carattere distintivo e di fatto sono sembrati contigui a certi interessi criminali. Che sia o no così i partiti hanno l’occasione delle prossime elezioni regionali per dare un segnale di cambiamento. Il disastro dei conti della Regione, la rovina della sanità, il rischio concreto del dissesto vanno affrontati con gente nuova e non compromessa, persone capaci che restituiscano alla politica calabrese la dignità perduta-.