Reggio: anche sull'attentato alla Procura Generale è scontro politico

Reggio: anche sull’attentato alla Procura Generale è scontro politico

Reggio: anche sull’attentato alla Procura Generale è scontro politico

lunedì 04 Gennaio 2010 - 20:41

Duro attacco di alcuni esponenti dell'opposizione e della corrente di sinistra dei magistrati contro il Governo, che però gonfia il petto: -la 'ndrangheta reagisce così ai nostri provvedimenti

Neanche dopo un tale affronto, subito da parte della criminalità organizzata Calabrese, le forze politiche riescono a trovare compattezza e a farsi rappresentanti Istituzionali dello Stato. L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, attraverso il deputato Federico Palomba, vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera, ha polemizzato nei confronti del Governo spiegando che -il clima di odio nei confronti dei pubblici ministeri, che rappresentano il baluardo nella lotta alla criminalità organizzata, renda quest’ultima più forte, alimentando le idee criminali-. Più diplomatici i toni di Marco Minniti del Pd: -ora serve una risposta ferma, chiara e compatta da parte dello Stato a sostegno della magistratura e delle forze di polizia-.

Ma ad andarci giù pesante c’è anche Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della sinistra: -l’attacco alla magistratura è frutto della forza delle mafie, che sono tutt’altro che sconfitte a differenza di quel che sostiene il Viminale, e del clima di delegittimazione dell’azione della magistratura che la maggioranza di centrodestra continua a fomentare-.

Duri anche i toni della la capogruppo del Pd nella commissione giustizia della Camera, Donatella Ferranti: -l’attentato alla procura di Reggio Calabria è un fatto molto grave e preoccupante, ma purtroppo non è un fatto nuovo. Adesso è importante che la magistratura e le forze dell’ordine non vengano lasciate sole nella lotta alla criminalità organizzata e che il Governo risponda in modo straordinario con una robusta azione politica che miri a rafforzare mezzi e risorse dell’intero sistema giustizia. Le procure vuote, la carenza di organici e di mezzi, scelte discutibili su cui l’esecutivo continua ad insistere e la sempre più frequente delegittimazione della magistratura fanno male al sistema e non sono strumenti efficaci ed effettivi per vincere la lotta alla criminalità organizzata. Dal Governo serve un drastico cambio di passo per individuare le priorità per una giustizia più efficace, più certa, più celere e veramente uguale per tutti-.

Ma ad andarci giù più pesante di tutti è la corrente di sinistra dei magistrati, ‘Magistratura Democratica’, che ha accusato il Governo di fare scelte di segno opposto rispetto alla necessità di rafforzare la lotta alla criminalità. Secondo i vertici di Md (Claudio Castelli presidente e Rita Sanlorenzo segretaria), alcune iniziative del governo, come quella di vendere parte dei beni confiscati alla mafia sarebbero negative.

Sono dichiarazioni che hanno alimentato ulteriori polemiche perchè non tengono conto che soltanto da qualche mese la lotta ai patrimoni mafiosi è stata resa più facile ed efficace proprio grazie alle nuove norme varate dal governo.

Quanto alla vendita dei beni confiscati, Magistratura democratica insiste nelle critiche nonostante sia chiaro che soltanto i beni che non sono richiesti dalle organizzazioni no profit, dalle associazioni o dagli enti pubblici, saranno venduti dai prefetti per favorire il recupero di fondi necessari alle parti civili, così come ha ben evidenziato l’Associazione delle vittime di via dei Georgofili o per finanziare il sistema giustizia e le forze di polizia.

Ha infatti risposto Fabrizio Cicchitto, presidente dei Deputati del Pdl: -è spiacevole che Magistratura Democratica apra una polemica di carattere politico-partitico quando Governo, gruppi parlamentari e tutte le forze politiche hanno espresso la loro piena solidarietà ai magistrati di Reggio Calabria e mentre l’azione dell’esecutivo è diretta in modo assai evidente, e con successi rilevanti, contro la criminalità organizzata. Che l’avvertimento di ieri derivi dal fatto che in Calabria c’è, da un lato, il peso della ‘ndrangheta e, dall’altro, un’azione molto forte della magistratura inquirente è un dato chiaro, che evidentemente richiede un ulteriore rafforzamento anche delle forze dell’ordine in quella regione; ma su questo, proprio ieri, ha detto cose significative il ministro Maroni-.

Intervistato al Tg1, infine, il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha etichettato il gesto di reggio come -una minaccia inaccettabile che ci spinge ad alzare la guardia. E’ comunque il segno che le cosche non soppiortano la nostra azione contro la criminalità organizzata-.

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