I vertici territoriali di Cgil, Cisl e Uil: dovrebbe essere un clima festoso , ma le troppo frequenti "morti bianche" incarnano una tragica sconfitta
“Quest’anno la Festa dei lavoratori sarà diversa, martoriata e sottotono; e come quella dello scorso anno, assumerà un significato davvero particolare – scrivono in un comunicato stampa congiunto i segretari della Triplice Gregorio Pititto (Cgil Reggio-Locri), Celeste Logiacco (Cgil Piana di Gioia Tauro), Rosy Perrone (Cisl) e Nuccio Azzarà (Uil) –. Sarà un Primo maggio inevitabilmente segnato da un misto di sentimenti; ma dopo la paura, occorre gettare lo sguardo nel futuro prossimo tra impegno e speranze. Rappresentanza e prossimità per difendere il lavoro e la dignità alla quale tanti uomini e donne aspirano, per sentirsi liberi, in una terra in cerca del suo reale riscatto. E non vi è dubbio alcuno, che quella del Recovery Fund sarà un’opportunità irripetibile per lo sviluppo del nostro territorio e per la crescita delle nostre comunità. Dai prossimi mesi e dalla governance delle ingenti risorse del PNRR, passerà il destino dell’intera Area Metropolitana”.
“Sarà anche un Primo Maggio investito dalla gratitudine, per i lavoratori del comparto sanitario: infermieri, medici – evidenziano Pititto, Logiacco, Perrone e Azzarà -, ma anche per tutte quelle donne e quegli uomini che ogni giorno riescono ad affrontare la sfida al subdolo virus Covid con fiducia e professionalità. Sarà un Primo Maggio caratterizzato dall’incertezza per chi lavora nei settori che questa emergenza sta minacciando più seriamente, dai ristoratori, ai titolari di palestre e piscine, fino ai lavoratori dello spettacolo e del wedding. A loro, il nostro sostegno per la dura prova alla quale sono chiamati. Sarà un primo maggio impregnato di speranza, per tutti coloro che hanno perso il lavoro ai tempi della pandemia e che aspettano la ripartenza per riagganciare i loro sogni e le loro aspettative, all’ultimo treno: quello delle riaperture e dei nuovi investimenti; senza dei quali le certezze verranno meno”.
Scrivono inoltre i dirigenti sindacali di Cgil, Cisl e Uil che quello 2021 “sarà un Primo Maggio in cui l’indissolubile convinzione è quella che non dovrebbe esistere altra priorità dell’agenda di Governo se non quella del lavoro. Quel ‘lavoro’ dignitoso, in sicurezza, che garantisce pari opportunità a uomini e donne, giovani, e che soprattutto salvi gli ‘invisibili’, ossia i tanti lavoratori in nero, sfruttati e privi di tutele. Il Primo Maggio dovrebbe essere la festa dei lavoratori e non dei precari; dovrebbe essere una festa sempre, se non fossimo a conoscenza che ogni giorno ancora oggi, persone perdono la vita sul posto di lavoro, fenomeno tragico che rappresenta una sconfitta per tutti. E adesso che l’era post-pandemica, richiede coraggio e lungimiranza, non possiamo non pensare ad un nuovo approccio verso un mondo che cambia. Come lo ‘smart’ e il ‘South’ working; perché le sfide maggiori alle quali siamo chiamati sono quelle di mettere assieme l’adattarsi alla velocità di un’economia che subisce metamorfosi continue, con i sacri principi della giustizia sociale. La rapidità dei progressi tecnologici e la galoppante globalizzazione hanno imposto e continuano ad imporre grandi evoluzioni rischiando di generare però nuove disuguaglianze, grandi esclusioni e dolorose cesure intergenerazionali. Il ‘lavoro’ dunque leva unica ed indispensabile per far ripartire il Paese.