Il turismo non è più di ritorno, non è più mordi e fuggi, ma è intriso di interesse, di curiosità e genuina voglia di scoperta e conoscenza
REGGIO CALABRIA – Reggio città turistica è sempre stato il sogno collettivo, auspicato da tutti a volte così lontano da sembrare pura utopia. Oggi quel sogno non sembra poi così impossibile. Da qualche tempo, infatti la città è un pullulare di voci straniere, fermento di migliaia di turisti che invadono letteralmente le vie, anche le più piccole. Forse non eravamo più abituati sconfitti dal silenzio pandemico o forse non è mai stato così fatto sta che qualcosa sta cambiando. Merito dei Bronzi, di una nuova immagine internazionale, merito di un lavoro certosino fatto negli ultimi anni? Forse merito di tutte queste cose messe insieme che nel tempo hanno fatto la differenza.
Il cambiamento
Il turismo non è più di ritorno, non è più mordi e fuggi, ma è intriso di interesse, di curiosità e genuina voglia di scoperta e conoscenza di una delle città più belle del Mediterraneo. E loro scendono numerosi dai pullman, si muovono lenti lungo il corso scrutando vetrine e palazzi liberty; restano pazienti in lunghissime file di fronte l’entrata del Museo Archeologico Nazionale. La città li accoglie come può perché forse ancora impreparata ai grandi numeri. Il turismo non è solo movimento, è accoglienza, servizi, capacità di “contenere”; è offerta adeguata e tutto questo è indispensabile se non si vuole rischiare l’implosione. Reggio è davvero pronta? Forse no.
Limiti da superare
Tanti sono i limiti ancora da superare: un aeroporto davvero funzionante, strutture ricettive adeguate, collegamenti con i borghi interni a fronte di un effetto domino assicurato che porterà numeri sempre crescenti. Nel frattempo i reggini guardano incuriositi le grandi masse in arrivo che si riversano sul lungomare, che scattano foto ad ogni angolo, che documentano siti archeologici, bellezze naturali, che gustano il gelato e che perdonatemi, la nota polemica, apprezzano ciò che nemmeno loro hanno mai guardato con lo stesso stupore.