Reggio. Inchiesta "Ducale", indagati l'ex senatore Bilardi, l'assessore Battaglia e il consigliere comunale Cardia

Reggio. Inchiesta “Ducale”, indagati l’ex senatore Bilardi, l’assessore Battaglia e il consigliere comunale Cardia

Redazione

Reggio. Inchiesta “Ducale”, indagati l’ex senatore Bilardi, l’assessore Battaglia e il consigliere comunale Cardia

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giovedì 04 Luglio 2024 - 14:50

Sono coinvolti nell'inchiesta "Ducale", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che lo scorso 11 giugno ha portato a 14 misure cautelari

REGGIO CALABRIA – L’ex senatore Giovanni Bilardi, eletto nel 2013 con il Grande Sud, l‘assessore comunale di Reggio Calabria Domenico Battaglia detto “Mimmetto”, del Pd, e il consigliere comunale della Lega Mario Cardia sono stati iscritti nel registro degli indagati per scambio elettorale politico mafioso.

Sono coinvolti nell’inchiesta “Ducale”, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che lo scorso 11 giugno ha portato a 14 misure cautelari: 7 indagati sono finiti in carcere, 4 ai domiciliari e per 3 il gip Vincenzo Quaranta ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Condotta dai carabinieri del Ros con il coordinamento del procuratore Giovanni Bombardieri, degli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e del pm Salvatore Rossello, l’indagine ha riguardato la cosca Araniti di Sambatello, alla periferia nord di Reggio, che avrebbe avuto un ruolo attivo alle elezioni regionali del 2020 e del 2021 e alle elezioni amministrative del settembre 2020.
 Tra gli arrestati, ci sono il presunto boss Domenico Araniti e suo genero Daniel Barillà.

Quest’ultimo è il soggetto che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il tramite tra la cosca e la politica. Al momento del blitz dei carabinieri, era emerso che sono indagati, sempre per scambio elettorale politico mafioso, anche il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri e il consigliere comunale del Pd Giuseppe Sera. Per questi ultimi due, la Dda ha presentato appello al Tribunale del Riesame perché il gip ha rigettato la misura cautelare dell’arresto.

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