Lo spettacolo che si offre a noi è desolante: resti di cibo, cartoni della pizza, coppette di gelato lasciate ovunque, atti di vandalismo
Gabriele D’Annunzio lo definì il chilometro più bello d’Italia. Stiamo parlando della via Marina, alias Lungomare Italo Falcomatà. Scenario magnifico, la calma e la furia dell’Etna che impera su tutto e Morgana che ogni tanto si mostra con i suoi miraggi d’incanto e magia. Omero, Ulisse persino Dante sirene e uomini dalla forza soprannaturale. Una striscia di mare che si confonde con le atmosfere immobili dei grandi laghi, capace anche di alzarsi in potenti masse di acqua e inghiottire le città di Messina e Reggio. Giovanni Pascoli lo cantò tra nereidi ululanti e voci e visioni e poesia che resta oltre l’eternità. E alberi secolari, e passaggi di umanità e resti di civiltà. In tutto questo ci siamo chiesti: cosa resta di tutta questa meraviglia dopo un sabato sera affidata a masse di persone che vivono la movida reggina?
Installazioni e inciviltà
Ore due della notte di un sabato sera che ormai sta diventando domenica mattina. Il lungomare è ancora affollato, la musica copre i rumore delle macchine e le voci della gente. Passeggiamo in cerca delle cose che restano, in cerca di passaggi umani. Lo spettacolo che si offre a noi è desolante: resti di cibo, cartoni della pizza, coppette di gelato lasciate ovunque, atti di vandalismo. Un commento sarcastico potrebbe far pensare ad installazioni di arte contemporanea, il pensiero amaro invece conduce alla realtà delle cose e conosce un solo nome: inciviltà.
Auto – autorizzazioni
Senza puntare il dito sui ragazzi o su fasce di età più adulte sono le cause e gli effetti gli aspetti più interessanti. Usare una panchina o un cestino posacenere come cassonetto della spazzatura dice moltissime cose, dice: “posso fare quello che voglio, sono autorizzato a fare come voglio, posso distruggere panchine dei primi del novecento, posso giocare a rompere l’ampolla di un lampione, posso lasciare decine di bottiglie sul lucernaio di un sito archeologico, posso abbandonare le coppette di gelato su una panchina. Posso?” Sono queste le auto – autorizzazioni, passatemi il termine, di centinaia (forse migliaia?) di persone.
Considerazioni
E se da una parte registriamo: mancanza di civiltà, di educazione, assenza di amore verso la città. Famiglie sempre meno attente al senso civico. Un senso di appartenenza che sembra sparire ogni giorno di più dalle coscienze delle persone, dall’altra è inevitabile sottolineare assenza di controllo da parte dell’autorità competenti, poche pattuglie a vigilare. E in mezzo a queste assenze sentiamo l’urlo disperato di un luogo, tra i più belli del mondo, che pretende rispetto e amore.