La denuncia è del Movimento La Strada, e si riferisci sui regolamenti approvati e mai applicati
REGGIO CALABRIA . “Provate ad avventurarvi sul sito del Comune di Reggio Calabria alla pagina Statuto e Regolamenti. Vi sorprenderete a verificare quanti regolamenti, elenchi di buone intenzioni, votati approvati deliberati siano totalmente disattesi”. La denuncia è del Movimento La Strada del consigliere comunale Saverio Pazzano. “Troverete – prosegue la nota – che gli unici sui quali c’è applicazione e vigilanza sono quelli che implicano prescrizioni per la cittadinanza, pagamenti, oneri e tributi. I regolamenti che, di contro, implicano l’impegno dell’Amministrazione Comunale a generare partecipazione, condivisione delle scelte, democrazia sono nella quasi totalità inapplicati.
Proponiamo qui un elenco con qualche commento, senza avere la pretesa di essere esaustivi, perché davvero siamo in una situazione di tale confusione che è perfino difficile orientarsi tra delibere ignorate, eppure già pompate come delibere storiche con altisonanti note stampa. Senza sparare sulla croce rossa con il famoso quanto ignorato Codice Etico oggi citato da tutta l’opposizione e che pure quattro anni fa abbiamo ripescato noi de La Strada tra la sorpresa generale di quanti lo avevano votato per poi dimenticarsene, possiamo indicare in sintesi alcune delle mancanze totali; Il Regolamento Randagismo, deliberato nel 2017, che prevedeva tra le altre cose la creazione di una Consulta per la tutela degli animali; L’istituto degli Assistenti civici, per creare una presenza attiva di vigilanza ed educazione civica sul
territorio. Li avete visti? ; Il Bilancio Partecipativo con le sue procedure di condivisione e trasparenza. Mai applicato ; Il Regolamento per attuazione degli istituti di partecipazione popolare (Delib. CC n.95-2016), che anche ad una lettura superficiale appare in sostanza disatteso; Il regolamento per i Beni comuni urbani su collaborazione tra cittadini e Amministrazione Comunale per la cura e la rigenerazione (Delib. CC n. 47/2015), che è parzialmente adottato grazie all’attivismo di cittadini e associazioni, ma per il quale il Comune avrebbe dovuto mettere in campo tutta una serie di procedure amministrative di facilitazione e pubblicità chiaramente non adottate e per cui non si intravede alcuna volontà di farlo; La creazione del Comitato per l’attuazione di politiche antimafia – Regolamento per istituzione ed funzionamento (Delib. CC n. 50/2015), mai attivato, su cui abbiamo più volte sollecitato anche con interrogazioni; Il Regolamento per la concessione ed uso degli Orti urbani – (delib. CC n. 96/2016), che davvero avrebbero potuto costituire uno strumento straordinario per il territorio; Il regolamento per la Concessione di Benemerenze (Delib. CC n. 8/2015) che non è neanche lontanamente adottato per la concessione del Sangiorgio d’oro. Prevederebbe, in tal senso, la condivisione e la votazione dei nominativi con il consiglio comunale. Ma il re sono io…; Il Regolamento per l’istituzione della Denominazione Comunale d’origine, con la creazione di un registro comunale dei prodotti locali. L’unica cosa garantita in questa vicenda è che è inapplicato; La creazione della Consulta per il Dialogo con le confessioni religiose (Delib. CC n. 49/2018), mai
attivata; Il regolamento per il Consiglio Comunale dei Ragazzi (Delib. CC n. 81/2017), che non esiste.
Questo è un primo elenco, per non tediare la cittadinanza. E qui non si tiene conto degli Osservatori e delle varie giornate istituiti per la tutela dei diritti della cittadinanza e mai operativi.
È chiaro che c’è una questione politica di scollamento pressoché totale tra le attività di proposta e
deliberative delle commissioni e del consiglio comunale e l’“esecutivo” formato da Sindaco e Giunta. Questi ultimi non hanno fin qui tenuto in considerazione gran parte delle deliberazioni di Regolamento nella propria iniziativa di governo. C’è un’altra questione di totale disattenzione alla cittadinanza e a quelli istituti di partecipazione, pubblicità e trasparenza che avrebbero dovuto segnare un cambio di passo in questo dieci anni di continuità amministrativa. Se per lungo tempo i conti sono stati il paravento di tante mancanze, sulla questione regolamenti non ci sono alibi se non una marcata volontà a disattenderli. Ma a cosa servono i Regolamenti, possono poi appassionarci? Ebbene sì! I Regolamenti in democrazia servono a fare tutti uguali, a non generare arbitrarietà e favoritismi. A consentire strumenti di controllo e vigilanza, a condividere le responsabilità e a facilitare i processi di cittadinanza attiva e partecipazione. A misurare concretamente gli obiettivi di un’amministrazione comunale. A non navigare a vista”.