Raccolto l'appello della segreteria nazionale Anpi che censura i russi, ma chiede «che non si avvii un'ulteriore escalation militare come reazione»
REGGIO CALABRIA – Come a Messina e in molte altre città d’Italia, si moltiplicano anche a Reggio Calabria le iniziative no war alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina.
Presidio no war nel cuore di Reggio
Per lunedì pomeriggio, 28 febbraio – dalle 16,30 alle 18,30 – è stato organizzato nella centralissima piazza Italia un presidio contro la guerra. L’iniziativa è stata promossa da un nugolo di sigle politiche e associative locali, raccogliendo l’appello lanciato dalla segreteria nazionale dell’Anpi, Ucraina: torni un grande movimento per la pace.
A parte ovviamente l’Anpi, a promuovere l’iniziativa l’Arci, Legambiente, Nudm, Equosud, Agedo, Il Cuore di Medea, Rete 25 novembre e Arcigay. Gli organizzatori condannano duramente «un atto di guerra che nega il principio dell’autodeterminazione dei popoli e fa precipitare l’Europa sull’orlo di un conflitto globale». Ma oltre allo sgomento per i lutti e le devastazioni, l’insieme di soggetti che darà vita al presidio reggino di lunedì prossimo chiede altresì «che non si avvii una ulteriore escalation militare come reazione all’invasione», ma si operi piuttosto «per l’immediato cessate il fuoco riaprendo un canale diplomatico».
«No alla guerra, via i russi dall’Ucraina, stop al riarmo»
E, non da ultimo, la rete pacifista lancia un’accorata invocazione: «Che l’Italia rimanga fuori da ogni operazione bellica, nel pieno rispetto dell’articolo 11 della Costituzione», molto chiaro nel sancire che l’Italia «ripudia la guerra come strumento d’offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
Conseguenziale quindi l’appello a un’«immediata e grande mobilitazione unitaria, perché torni un grande e diffuso movimento per la pace, per il ritiro delle forze armate russe dall’Ucraina e contro l’irresponsabile corsa al riarmo».