Contestate a Scaffidi inerzia sulle Aft, mancate erogazioni delle indennità ai medici d'assistenza primaria e assente indicazione delle "zone di carenza"
REGGIO CALABRIA – Nella tarda mattinata di oggi, parecchi medici di base aderenti alla Fimmg (la Federazione dei medici di Medicina generale), guidata nel Reggino dal segretario provinciale Bruno Cristiano, hanno effettuato un sit-in di protesta davanti alla sede dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria.
Gli addebiti al commissario Scaffidi
In una nota, diverse le contestazioni al commissario straordinario Gianluigi Scaffidi.
Gli addebiti principali riguardano tre punti.
La mancata identificazione delle zone di carenza: il che, stando alla Fimmg, costringe decine di famiglie a scegliere un “medico di famiglia” distante anche 40 o 50 km dal luogo di residenza. Una situazione che si perpetua, lamentano i rappresentanti della Federazione dei medici di Medicina generale, «nel fragoroso silenzio dei sindaci», dall’ormai remoto 2018.
La mancata erogazione delle indennità addizionali ai medici di Ap: cioè Assistenza primaria, insomma parliamo sempre dei medici di medicina generale. Benché le somme siano accantonate già da anni, asseriscono Cristiano & C., fin qui non sono mai state erogate, «neanche a seguito della nota del 25 febbraio 2019 che prevedeva il pagamento degli arretrati ai medici in servizio secondo il principio dell’eguale quota. E Reggio Calabria è l’unico territorio provinciale d’Italia in cui tuttora non siano state erogate… E allora noi vorremmo sentirci ultimi – è l’auspicio del segretario provinciale della Fimmg, paradossale ma a sentirlo argomentare neanche tanto -. Vorremmo sentirci ultimi come sono ultimi in tutto i calabresi… ma così non si può, così siamo gli ultimi degli ultimi».
E poi la ritenuta «completa inerzia» di Scaffidi rispetto alle Aft, acronimo che sta per Aggregazioni funzionali territoriali. «Cioè – spiega il concetto un po’ criptico Bruno Cristiano – 10, 15 o magari 20 medici che si mettono insieme, operando in uno stabile unico, per gestire assieme la salute dei propri pazienti. Una struttura che dovrebbe rimanere aperta h12, cioè dalle 8 del mattino alle 20, quando poi subentrerebbe la continuità assistenziale, sempre nel medesimo contesto. Inutile dire che, anche in questo caso, in tutt’Italia a essere rimasta “ferma al palo” è solo ed esclusivamente la provincia di Reggio Calabria».
Evidentemente, la protesta non è poi la sede in cui placare gli animi riesca meglio. E quindi vengono fuori altre doglianze: per esempio, lo scarso coinvolgimento dei medici di base nella campagna vaccinale.
E non basta…
In realtà, si va molto oltre. Dopo aver diffidato l’«inaffidabile» – parole della Fimmg – commissario Scaffidi ad adempiere, Cristiano ha anche scritto all’allora commissario governativo alla Sanità Guido Longo e per conoscenza sia a Roberto Occhiuto, appena eletto Presidente della Regione Calabria, sia al ministro della Salute Roberto Speranza.
Una letteraccia che descrive una situazione a tinte fosche: «L’Asp – così Bruno Cristiano – continua a inanellare primati di cui c’è solo da vergognarsi». Mentre in Azienda rimarrebbe in sella «una burocrazia perniciosa che strumentalizza e paralizza ogni attività» e malauguratamente, a sentire i medici di Medicina generale, «anche se è stato fatto qualche sforzo, non s’è riusciti a estirpare le radici del male che, in un recente passato, aveva portato la Sanità reggina agli onori della cronaca per la voragine nei conti e i famosi “bilanci a voce”».
E adesso?
Al termine della protesta non ha avuto luogo alcuna interlocuzione col commissario straordinario dell’Asp 5 Scaffidi né con altri soggetti del vertice aziendale. Per il momento, i medici di Medicina generale attenderanno formali risposte.
Se non ce ne saranno, però – fa sapere il segretario provinciale Fimmg Bruno Cristiano -, «allora scriveremo nuovamente a Roberto Occhiuto. E stavolta non solo “per conoscenza” in qualità di neoGovernatore, ma nella qualità appena assunta di commissario governativo alla Sanità calabrese».
Parallelamente, pare valere sempre quanto la Federazione dei medici di base aveva annunciato già prima dell’odierna protesta. Se la situazione non rientrerà, avevano fatto sapere Cristiano e gli altri dirigenti Fimmg, «come primo atto investiremo della questione la Corte dei Conti per gli eventuali danni arrecati all’azienda dall’assurdo comportamento di chi, con le proprie omissioni – si legge – ci ha indotto ad adire le vie legali».