"Si tratta di un intervento necessario per ristabilire le condizioni di legalità in un ambito delicato come quello dei rifiuti"
REGGIO CALABRIA – “Esprimiamo profonda gratitudine per l’operato della magistratura e degli agenti di Polizia Locale impegnati nell’operazione contro il traffico illecito di rifiuti nel nostro territorio“. Con queste parole il sindaco Giuseppe Falcomatà ed il Vicesindaco con delega all’Ambiente Paolo Brunetti, sono intervenuti commentando gli esiti dell’operazione “Crazy Iron” contro il traffico illecito di rifiuti, sviluppata dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Locale di Reggio Calabria guidato dal comandante Salvatore Zucco, e che ha portato all’emanazione di una serie di misure cautelari disposte dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica.
“Si tratta di un intervento necessario per ristabilire le condizioni di legalità in un ambito delicato come quello dei rifiuti e che riguarda il decoro pubblico di alcune importanti aree residenziali della nostra città, nonché un servizio essenziale per la comunità come quello della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti” hanno affermato sindaco e vicesindaco.
“L’odierna operazione – hanno aggiunto – richiama l’attenzione delle istituzioni territoriali, delle forze di polizia e dell’intera comunità, su attività illecite che danneggiano non solo il decoro di alcuni quartieri del territorio urbano, ma anche la stessa immagine della città che risulta infangata da mani criminali che deturpano l’ambiente e la qualità della vita della cittadinanza. Auspicando che sia fatta piena luce in tempi rapidi e che la giustizia faccia il proprio corso, riteniamo che l’odierna operazione abbia inferto un colpo determinante alle condotte illecite di alcuni sodalizi criminali che operano sul nostro territorio nel campo dei rifiuti”.
Le indagini condotte dagli agenti della Municipale reggina hanno ad oggetto due aziende, con sede legale ed operativa a Reggio Calabria e Melito di Porto Salvo, operanti nelle attività di trattamento di rifiuti ferrosi. I capi di imputazione spaziano dal traffico illecito di rifiuti al falso ideologico, dall’associazione a delinquere all’occupazione abusiva di suolo pubblico.