Molinari e Morabito: «Mettere ko inclusione sociale, partecipazione, e integrazione viola la logica che sottende al Piano nazionale di ripresa e resilienza»
REGGIO CALABRIA – Il Pnrr, per come attuato dalla Città metropolitana? Secondo Idv, calpesta i criteri del gigantesco Piano nazionale di ripresa e resilienza e impedisce che i relativi obiettivi si realizzino.
«Il rischio è che si stia sottovalutando lo sforzo economico dell’Unione – osservano l’ex senatore Francesco Molinari e Antonio Morabito, rispettivamente commissario regionale e responsabile cittadino di Italia dei valori – di dare alle aree maggiormente depresse lo stimolo necessario a colmare il gap, per la solita sufficienza con cui si gestisce la Pubblica amministrazione dalle nostre parti, senza pensare che la grande parte di questi finanziamenti dovranno essere restituiti dai cittadini».
«Il sospetto è che la modalità di diffusione della misura “a regia”, i criteri e le modalità di selezione dei progetti siano in realtà già state determinate – affermano tra l’altro Molinari e Morabito -. In realtà, la Città metropolitana è solo “soggetto attuatore” per conto del Ministero dell’Interno – Direzione centrale della Finanza locale che ha prescritto esattamente i progetti ammissibili a finanziamento, senza lasciare spazio alcuno a dubbi e senza consentire al soggetto attuatore di effettuare scelte discrezionali e acritiche se non quelle derivanti dai criteri di ammissibilità dettati nelle “Istruzioni Tecniche” diffuse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con la pubblicazione di una graduatoria, nel rispetto dei principi di trasparenza e lealtà nei confronti di tutti gli Enti interessati.
Enti interessati poiché la stessa Città Metropolitana, stravolgendo le logiche del Pnrr ma che in questo caso davano questa opportunità, ha deciso di mettere fuori dalla porta i soggetti privati – cui veniva data la possibilità di partecipare per il 25% dell’ammontare del finanziamento – così come il Terzo settore che la stessa Istituzione ha ritenuto di non coinvolgere – e non si capisce ancora il perché – nella coprogettazione».
Stando ai due esponenti di Italia dei valori, «la manifestazione d’interesse viola manifestamente la logica che sottende al Pnrr per la specifica misura, perché esclude sin dall’origine la possibilità che l’inclusione sociale, la partecipazione, l’integrazione, si realizzino sin dalle prime fasi di un’iniziativa che ha ben altri obiettivi. E tanto meno potrà ora giustificarsi il richiamo ai tempi strettissimi di una iniziativa che ha preso avvio nel dicembre scorso, con tempi prestabiliti».