Domattina la conferenza stampa urgente dell'ex vicesindaco per l'addio alla Giunta. Lunedì Pazzano incontra i cronisti. Boccia e il Pd "logorano" Falcomatà
REGGIO CALABRIA – Niente da fare, l’Operazione Armonia non è riuscita. A Tonino Perna non è proprio andata giù la destituzione dall’incarico di vicesindaco quando “il gioco si fa duro e i duri iniziano a giocare”. Specialmente, non gli sono andati giù i modi bruschi e perentori con cui ha agito il sindaco Giuseppe Falcomatà nei suoi confronti, senza ritenere neanche di confrontarsi preventivamente con lui e spiegargli le probabili scelte all’orizzonte (in caso di condanna e dunque di sospensione ai sensi della “Severino”, ovviamente).
Perna si dimette?
Di qui la voglia di lasciare. E anche il momento della sutura non sarebbe stato molto soddisfacente, quando Falcomatà gli ha chiesto di rimanere in “squadra”, ovviamente con le stesse deleghe – in realtà non con budget milionari, e con margini di manovra angusti – di quando però almeno c’era la vicesindacatura di mezzo.
Adesso, l’annuncio: domattina alle 11 conferenza stampa urgentissima (…domenicale) di Perna da Open. Con ogni probabilità, per formalizzare le sue dimissioni.
Pazzano incontra i media
Altro incontro coi media è previsto alla stessa ora ma di lunedì prossimo 22 novembre, a Palazzo San Giorgio, «in merito alla sospensione di sindaco, consiglieri e assessori». A dialogare coi giornalisti, in questo caso, sarà Saverio Pazzano, ex candidato sindaco e consigliere comunale de La Strada.
Il Pd logora Giuseppe
Nel frattempo, il dialogo tra i Falcomatà-boys del Consiglio comunale con l’ex ministro e uomo forte del Pd in Calabria (da non calabrese) Francesco Boccia e il commissario regionale Stefano Graziano non è andato bene per nulla.
In primo luogo, il sindaco sospeso s’è chiesto perché dai vertici nazionali del suo stesso partito non siano state diramate note di solidarietà e vicinanza. Dichiarazioni solidali rrivate invece anche da uomini piddini, ma in qualità d’amministratori, nel contesto che più di qualcuno definisce il partito dei sindaci.
La risposta di Boccia – formalmente, commissario provinciale dèm a Cosenza – è stata delle più arcigne. E ha coinvolto senza mezzi termini lo stesso appoggio del Partito democratico, messo pesantemente in discussione.
Altro che strategie d’allentamento, di revisione legislativa di questo e quello. Dai vertici piddini è arrivato più che altro un: «Non ci aspettavamo assolutamente che tu agissi così, togliendoci le redini di entrambi gli Enti che prima amministravi in quanto uomo del Partito democratico e facendo tutto da solo. Mica puoi fare ciò che vuoi e poi pretendere che continuiamo a sostenerti come se non fosse successo nulla – avrebbe detto, in sostanza, Boccia –. Il nostro appoggio in Consiglio? Beh, ora non posso garantirti nulla: vedremo cosa deciderà Roma».
Appoggio in Aula? Appartenenza al Pd? Nulla è come sembra…
La sostanza: Enrico Letta & C., che già consideravano sostanziale insubordinazione l’essersi ricandidato
“a forza” da parte di Falcomatà pur sapendo benissimo che c’era un enorme
rischio di lasciare pochi mesi dopo la città in balia di nonsisabenechi, considerano le scelte “in solitaria” del bi-sindaco
bi-sospeso come la classica goccia che
fa traboccare il vaso. E soprattutto, non
sembra che il Pd oggi riconosca Giuseppe Falcomatà come uno dei suoi.
Forse – attenzione – perché Falcomatà potrebbe presto decidere di non esserlo
più… In fondo, il confronto odierno ha rappresentato, evidenzia uno che
conosce molto bene l’inquilino di Palazzo San Giorgio appena condannato in
primo grado, una sorta di «stress test bidirezionale».
Con Giuseppe Falcomatà intenzionato a far “scoprire le carte” al suo partito, e
il Pd per nulla
Nelle prossime 48 ore dovrebbe essere allestita l’interpartitica che potrebbe, dovrebbe dire una parola decisiva sul futuro a breve-medio termine di Comune e MetroCity.