Chiesto il rinvio a giudizio dei 36 imputati. La Procura: fecero apparire tra i votanti circa cento anziani mai recatisi ai seggi e, in alcuni casi, morti
REGGIO CALABRIA – Inizierà il 6 dicembre l’udienza preliminare sui presunti brogli alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio Calabria del settembre 2020.
Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare Vincenzo Quaranta, che ha fissato l’udienza dopo che il procuratore Giovanni Bombardieri, il sostituto Stefano Musolino, coordinatore del gruppo, e i pm Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo hanno chiesto il rinvio a giudizio per i 36 imputati. Tra questi, c’è l’ex capogruppo del Pd Antonino Castorina.
L’accusa e il presunto meccanismo truffaldino
Per l’accusa, alle Comunali del settembre 2020 avrebbero votato circa cento anziani aventi diritto, in realtà mai recatisi al seggio elettorale; in alcuni casi, si trattava di persone addirittura decedute.
I brogli sarebbero stati messi in atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo entourage.
Il ruolo del piddino Castorina
L’ex capogruppo del Pd è accusato d’essere stato «promotore, organizzatore e capo indiscusso» di un’associazione a delinquere finalizzata a «commettere più delitti in materia elettorale» finalizzati ad ottenere l’elezione in Consiglio dello stesso Castorina.
Quest’ultimo, stando all’accusa, avrebbe mantenuto «i rapporti con gli altri accoliti», ai quali avrebbe dato «personalmente direttive in ordine al modus operandi da porre in essere per la materiale contraffazione dei registri e delle schede elettorali».
Gli episodi contestati al consigliere sospeso
A Castorina – in atto, sospeso dalla carica in quanto materialmente impossibilitato a esercitarla, poiché colpito nuovamente da divieto di dimora sul territorio cittadino – vengono contestati vari episodi di corruzione.
Per la Procura, infatti, ci sarebbero stati almeno tre «accordi corruttivi» con presidenti di seggio, anche loro imputati. Dalle intercettazioni è emerso, tra l’altro, che, in cambio dell’«illecita contraffazione dei registri/liste elettorali e sezionali» e dell’«illecita compilazione delle schede elettorali», ad un presidente di seggio era stato garantito un «incarico al Comune».
La Procura aveva chiuso l’inchiesta lo scorso luglio quando ha notificato l’avviso agli indagati per i quali adesso è stato chiesto il processo.
Oltre a vari presidenti di seggio e allo staff di Castorina, tra gli imputati c’è pure l’ex presidente del Consiglio comunale – e odierno assessore comunale al Welfare – Demetrio Delfino, accusato, assieme al segretario dell’ufficio elettorale Antonio Covani, di abuso d’ufficio in relazione all’autonomina di Castorina a componente della Commissione elettorale.