Raduno Lgbtqia+ al Tempietto, poi Corso e Lungomare con senatori e autorità locali, icone gay e leader delle associazioni, attivisti e famiglie
REGGIO CALABRIA – L’episodio del manifesto strappato è già dimenticato. Una fiumana multicolor ha invaso gioiosamente le strade di Reggio Calabria: raduno al “Tempietto a mare” per il popolo del Pride, il quarto che si tiene in riva allo Stretto in pochissimi anni, sempre in maniera festosa e con la voglia di partecipare.
Naturalmente non mancano neppure la musica e la danza spontanea, i look vistosi (o eccessivi? Il punto di vista non può che essere soggettivo) e, sopra ogni altra cosa, le rivendicazioni per un futuro fatto di diritti per tutti, qualunque sia il proprio orientamento sessuale. E contro ogni mera ipotesi di discriminazione, nella vita pubblica o sul lavoro o anche semplicemente in chiave privata.
Purtroppo odio, discriminazione e pestaggi ci sono ancora
E no, non stiamo parlando di quell’Italia del Sud arcaica, “profonda” secondo alcuni osservatori ormai scomparsa. Con tutti i “distinguo del caso” parliamo per esempi di Cosenza e del 16enne Silvio Cilento, che solo una manciata di settimane fa ha avuto quattro costole rotte, setto nasale deviato e lesioni varie dopo essere stato aggredito e selvaggiamente picchiato dallo zio e da tre suoi amici: «Non vogliamo ricchioni nella nostra famiglia, adesso muori a casa», gli hanno detto mentre lo pestavano a sangue giusto nel maggio scorso.
Roba da far gelare il sangue, ma non lontana dall’infame persecuzione subita per mesi, nel 2021, da un 15enne omosessuale di Crotone o, giusto per rimanere a Reggio città, dalla terrificante aggressione che il giovane Claudio Toscano subì nell’aprile di dieci anni fa giusto accanto al Teatro comunale “Francesco Cilea”, resa ancor più cupa dalla terribile umiliazione subita in ospedale, dove un infermiere, invece che concentrarsi su cure e prestazioni sanitarie, gli sibilò: «Te la presento io una bella ragazza e poi vedi, ti porto da un bravo psicologo che ti guarisce».
Ospiti Vip alla manifestazione
Tra bandiere e cartelli, maglie traforate e sorrisi e parrucche vistose ad accomunare manifestanti d’ogni sesso e inclinazione, hanno preso parte all’iniziativa Lgbtqia+ anche il presidente nazionale di Arcigay Luciano Lopopolo, due senatrici del Movimento Cinquestelle (la romana Alessandra Maiorino, già vicecapogruppo vicario pentastellato a Palazzo Madama che ha largamente contribuito al testo del ddl Zan; e la veneziana Orietta Vanin, segretario della Commissione Promozione e tutela dei diritti umani), il presidente delle Famiglie Arcobaleno (associazione che rappresenta le famiglie animate da due genitori dello stesso sesso con figli) Alessia Crocini e l’omologo dell’Agedo (Associazione genitori di omosessuali) Fabrizio Gimelli.
…e ci sono anche i Bronzi! (più o meno…)
Ma nella “fiumana arcobaleno” hanno senz’altro trovato posto allegria, spensieratezza e pure autoironia, come per una coppia di gay di Ragusa che hanno elegantemente portato barbe arruffate e fluo, a incarnare in qualche modo nientemeno che i due Guerrieri di Riace, bronzo A e bronzo B. E giusto a due settimane precise dal 16 agosto 2022 che scandirà il cinquantenario dalla loro riemersione dalle acque dello Jonio («Cinquantenario? Ma sono già passati cinquant’anni?», gigioneggia uno dei due) e, peraltro, in occasione dell’edizione in cui il direttore del Museo archeologico di Reggio Calabria Carmelo Malacrino ha deciso la formale adesione del MarRc alla causa del Pride.
Slogan, carezze, look contraddittori
Ti guardi attorno e vedi cartelli con slogan ammiccanti («Tutti etero… finché non parte il carro») o rubacchiati con sana autoironia a Checco Zalone («Gli uominisessuali sono gente tali e quali come noi…») o anche iperclassici («We are everywhere»).
Mare azzurrissimo, barca a vela all’orizzonte… ed ecco che, anche davanti a telecamere e microfoni, parte pure qualche piccola effusione: il popolo del Pride si sa com’è, vuol essere se stesso anche in termini di trasgressività, a volte forse un po’ ostentata. Ma è un giorno di festa, ci sta.
Qualcun altro incarna un po’ un mix d’eccesso e prudenza insieme: canottierina larga larga con gli Usa effigiati come il Male, ma anche paglietta contro la calura bestiale; shorts che vorrebbero turbare, epperò sigaretta elettronica. E un ragazzo dal sorriso dolcissimo con parrucca platino su una sedia a rotelle, per ricordarci che il Pride è per tutti; ma proprio tutti…
Tra i venditori di magliette e d’acqua e di pizza al taglio, spuntano vessilli dell’Orgoglio bisessuale, ragazzoni ingabbiati in enormi drappi arcobaleno, scritte che inneggiano ai «Frocә di provincia unitә alla lotta transfemminista».
Non mancano Comune e MetroCity
Il corteo esce dall’area del Tempietto con in testa i due sindaci facenti funzioni (Paolo Brunetti per il Comune e Carmelo Versace per la Città metropolitana), affiancati poi dall’assessore comunale alle Pari opportunità Angela Martino e da quello alla Cultura Irene Calabrò, dal consigliere metropolitano delegato alle Pari opportunità Filippo Quartuccio, dalla consigliera metropolitana di Parità Paola Carbone, snodandosi per corso Garibaldi fino ad arrivare a piazza Italia per poi scendere sul lungomare Falcomatà, chiudendosi al Waterfront.
«Purtroppo ancora oggi c’è tanto da fare – ha affermato fra l’altro Brunetti -, sia come società sia come Istituzioni, per garantire reali diritti e dignità a tutte le persone. Reggio oggi ha dimostrato d’essere presente e inclusiva».
Una sola parola, ridicoli
…é tornato “il carnevale”…che scempio!