Un livellamento così architettato, secondo l’Associazione nazionale magistrati di Reggio Calabria, nuoce gravemente alla giustizia ed ai cittadini
REGGIO CALABRIA – “Profonde perplessità” sulla riforma dell’ordinamento giudiziario approvata alla Camera vengono espresse, in una nota, dalla Giunta esecutiva del Distretto di Reggio Calabria dell’Associazione nazionale magistrati, guidata da Roberto Di Palma, Procuratore della Repubblica dei minorenni. “La tempistica,- viene ancora sottolineato nella nota – in particolare, assolutamente affrettata e senza che la voce dei diretti interessati, di coloro i quali ogni giorno si confrontano con i problemi di giustizia dei Cittadini, sia stata tenuta in conto. Lascia perplessi, inoltre, la ratio della riforma, che più che “per” la giustizia appare “contro” la magistratura. Lascia ancora più perplessi-Secondo l’Anm reggina, il cui segretario è Caterina Asciutto poi il contenuto della riforma”.
“Nel caso in cui la riforma dovesse essere approvata, – prosegue ancora la nota -si andrebbe incontro ad una magistratura gerarchizzata, in cui la valutazione di professionalità degli operatori di giustizia sarà ancorata all’esito dei provvedimenti adottati. Il messaggio appare inequivoco: si sta chiedendo di livellare verso il basso le decisioni e di seguire supinamente, per timore di essere smentiti, quello che dice il giudice superiore. Viene totalmente eliminata la capacità critico-giuridica del singolo magistrato.
Forse non tutti sanno che materie come quelle del danno biologico, della responsabilità medico-sanitaria, del concorso esterno in associazione di stampo mafioso e dei reati ambientali, per citarne solo alcune, si sono formate solo grazie a sentenze e provvedimenti del tutto “nuovi” ed innovativi rispetto a quelli sino a quel momento adottati che hanno spinto il legislatore a normare materie che non lo erano. Da domani, se la riforma diventasse legge, tutto questo non sarebbe possibile. Non è accettabile il principio per cui il magistrato sia soggetto al capo dell’ufficio e non “alla Legge””. “Un livellamento così architettato – conclude l’Anm di Reggio Calabria – nuoce gravemente alla giustizia ed ai cittadini”.