Tra le maggiori forze 7 seggi a Forza Italia, 5 al Partito democratico, 4 a testa a Lega e Fdi. La coalizione di de Magistris conquista 2 presenze in Aula
REGGIO CALABRIA – Col trascorrere delle ore, si vede tutto molto più chiaro. Ragioniamoci su, dati alla mano.
Presidenza, il definitivo
Sono ormai definitivi da un po’ i dati relativi alla corsa alla Presidenza della Regione.
Scrutinate tutte le sezioni elettorali calabresi (2.421), il trionfatore di questa tornata elettorale è dunque il forzista Roberto Occhiuto. Il capogruppo alla Camera dei deputati di Fi, neoGovernatore per il centrodestra, s’impone con 431.675 suffragi, ossia il 54,46 per cento.
Tra gli avversari, Amalia Bruni (centrosinistra) acciuffa 219.389 voti, ovvero il 27,68%: giusto un po’ più della metà del consenso tributato a Occhiuto.
Luigi de Magistris (civici), nel lasciare Palazzo San Giacomo, di preferenze per la Cittadella regionale di Germaneto ne conquista 128.204, pari al 16,17%; l’ex Governatore calabrese Mario Oliverio invece non va oltre un deludente 1,70 per cento.
Partiti & seggi
La larga vittoria del centrodestra tributa a Roberto Occhiuto e alla sua coalizione una maggioranza quasi inespugnabile: 20 consiglieri su 30.
Quanto alle forze di minoranza, al centrosinistra ne vanno 7; ne toccano 2 agli adepti di Luigi de Magistris; nessuno, causa mancato superamento del quorum di coalizione dell’8%, a Mario Oliverio & C.
Su scala regionale, il primo partito è dunque Forza Italia col 17,31% (alcuni osservatori politici parlano del 25,42%, sommando i consensi della lista “gemella” Forza Azzurri): 7 i seggi per i forzisti.
La seconda forza in Calabria, pur nella sconfitta del centrosinistra, è il Partito democratico: con un 13,18% tutt’altro che da buttar via, di questi tempi…, ai dèmocrat toccheranno 5 consiglieri regionali.
Con l’8,70% Fratelli d’Italia riesce nella non piccola impresa d’essere la seconda lista per suffragi della coalizione vincente, con tutto ciò che dovrebbe conseguirne nelle posizioni d’eccellenza (Giunta, eventuale presidenza dell’Assemblea, presidenze di Commissione, maggiori postazioni di sottogoverno). Quattro, intanto, i consiglieri per Fdi.
I meloniani sono tallonati dalla Lega, all’8,33%, sempre con 4 seggi a Palazzo Campanella.
Differenza minima in termini di suffragi, ma abissale in termini di posti in Assemblea per Forza Azzurri, che all’esordio conquista comunque 2 postazioni da consigliere. Per soli 1.631 voti in meno dei leghisti, i berlusconiani “bis” otterranno solo la metà dei seggi.
S’inserisce qui un’altra forza della coalizione di centrosinistra, ovvero il Movimento Cinquestelle che con la nuova linea targata Giuseppe Conte e l’alleanza nuova di zecca sbarca finalmente a Palazzo Campanella. I suffragi pentastellati toccano il 6,48% e i dati ufficiosi veicolati dal Viminale parlano di 2 consiglieri (anche se, informalmente, si dà per possibile il terzo).
Una vera, grande sorpresa di queste elezioni regionali è l’affermazione di Coraggio Italia, che strappa un ottimo 5,66% che consentirà agli uomini di Luigi Brugnaro&Giovanni Toti d’acquisire, al debutto elettorale assoluto in Italia, sempre 2 consiglieri regionali (pur avendo incamerato quasi 20mila voti di lista in meno rispetto a Forza Azzurri…).
Alle spalle di Coraggio Italia, l’unica lista della coalizione civica guidata da Luigi de Magistris che conquista presenze a Palazzo Campanella, cioè una delle due “civiche presidenziali”: de Magistris Presidente, che agguanta un buon 5,16 per cento e anche i due soli consiglieri dell’intero schieramento (“niente”, a fronte degli oltre 100mila suffragi. Ennesimo sintomo che la legge elettorale regionale vigente va rivista in profondità).
Ma dopo varie durissime defezioni a matrice giudiziaria, “fa classifica” anche il superamento del quorum da parte dell’Unione di centro: il 4,58% ottenuto si tradurrà in un consigliere regionale.
Chi resta fuori
Quanto al
centrodestra vittorioso, piange da un occhio Noi con l’Italia: il 3,04%
raccolto non è da buttare per Nino Foti & C., ma certo non basta per ottenere una presenza in Aula.
Sarà comunque sufficiente per avere ampie soddisfazioni su altri tavoli, e il
primo a saperlo è la “vecchia volpe” Maurizio Lupi.
Per il centrosinistra, non “va a seggi” alcun’altra lista: la presidenziale di Amalia Bruni è al 3,77%, Tesoro Calabria (Carlo Tansi) non va oltre un deludente 2,28%, sotto l’1% (0,98%) la “linea giovane” del Partito socialista, malgrado l’ “effetto-Greta” Europa verde si ferma a uno smunto 0,49% e dovrà certamente meditare sull’efficacia delle sue articolazioni su scala regionale e territoriale, 0,30% per il Partito animalista.
Ovviamente “al palo” come intera coalizione, secondo quanto già evidenziato, gli oliveriani.