La commissione Vigilanza: dopo vari rinvii della tornata elettorale, il voto è tuttora avvolto da un'incertezza che non può penalizzare i calabresi
Quand’è che si voterà per le prossime Regionali? Dice l’ultima comunicazione del Governo centrale, in una data indefinita tra la metà di settembre e la metà di ottobre. Dice. Ma le certezze per i calabresi?
La Commissione consiliare di Vigilanza (presidente, il forzista Mimmo Giannetta) non ci sta. E chiede di «ridare al Consiglio regionale piene funzioni».
Sì, piene funzioni; piena legittimità; come quella che l’Assemblea calabrese aveva – per intenderci – prima del luttuoso evento che ha toccato il Presidente della Giunta, Jole Santelli.
I calabresi «devono poter essere rappresentati in modo pieno e legittimo e per questo occorre avviare una interlocuzione con il Governo – afferma l’ex sindaco di Oppido Mamertina – perché ripristini i poteri ordinari del Consiglio regionale».
Richiesta realistica? Questo, lo vedremo.
Intanto, però, la Vigilanza ha chiesto all’Ufficio di Presidenza di Palazzo Campanella «d’impegnare il Consiglio all’approvazione di un documento di formale richiesta al Governo di ripristino dei poteri ordinari del Consiglio». Con lo stesso atto, l’Assemblea incaricherebbe il Governatore calabrese facente funzioni Nino Spirlì «di farsi portavoce dell’istanza presso le istituzioni governative competenti».
L’idea è dunque di tornare in pieni poteri e piena legittimità «fino al compimento delle operazioni per il rinnovo delle cariche regionali», visto che il Consiglio regionale è stato congedato il 10 novembre scorso (come si ricorderà, la Santelli spirò invece il 15 ottobre precedente), ma le elezioni «sono state più volte rimandate». E in tutti i casi, l’attuale malcerta programmazione «tra il 15 settembre ed il 15 ottobre» ad avviso dell’ex assessore provinciale reggino, di sicuro, porta con sé un solo risultato, «la Calabria resterà per un anno priva di organi elettivi nel pieno delle proprie funzioni».
Una situazione «di disagio trasversale» culminato nella seduta del 10 marzo scorso (a proposito: da allora sono già passati due mesi…), in cui «maggioranza e opposizione hanno manifestato in modo deciso e convergente la necessità di poter assolvere in pieno al proprio mandato».