Regione Calabria, l'Ufficio stampa del Consiglio è un enigma

Regione Calabria, l’Ufficio stampa del Consiglio è un enigma

Redazione

Regione Calabria, l’Ufficio stampa del Consiglio è un enigma

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martedì 04 Maggio 2021 - 14:51

La Vigilanza ha trasmesso ai vertici di Palazzo Campanella la deliberazione con cui chiede all'unanimità di sospendere i licenziamenti dei giornalisti

Ma, alla fine, è corretto o no che Palazzo Campanella rimanga – temporaneamente, si spera – privo di Ufficio stampa? Corretto o no aver licenziato in tronco giornalisti di peculiare esperienza dopo vent’anni, 31 anni, 35 anni di servizio?
Il presidente della Commissione consiliare di Vigilanza Mimmo Giannetta (FI) aveva già lanciato il suo “grido d’allarme”: mercoledì scorso, l’organismo del Consiglio regionale s’era riunito – presenti pure i capigruppo di Lega e Cdl, Tilde Minasi e Giacomo Crinò -: da parte di tutti, s’erano registrati interventi assai critici sulla decisione adottata.

Così, la Vigilanza ha chiesto all’unanimità «in autotutela, la sospensione dell’esecutività delle determinazioni del Direttore Generale» del 17 e 19 marzo scorsi che avevano portato all’interruzione del rapporto di lavoro coi componenti dell’Ufficio stampa dell’Assemblea, e «la contestuale apertura di un tavolo tecnico-politico di confronto con gli stessi giornalisti e le loro rappresentanze ordinistiche e sindacali» che porti alla revisione delle decisioni pregresse «previa acquisizione di un parere legale terzo». In modo, questo, da garantire a un tempo la fruizione dell’Ufficio stampa da parte del Consiglio regionale a beneficio di tutti gli amministrati e la continuità di servizio a vantaggio di giornalisti che vogliono solo fare il proprio lavoro.

Stefania Lauria, segretario generale
del Consiglio regionale calabrese

Adesso la commissione Giannetta ha formalmente inoltrato questa deliberazione all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Non senza porre in evidenza che il segretario generale Stefania Lauria «con lettera trasmessa pochi minuti prima» che la seduta della Vigilanza avesse inizio ha deciso che lei, Antonio Cortellaro (dirigente del settore Risorse umane) e Sergio Lazzarino (dirigente del settore Assistenza giuridica) non avrebbero preso parte ai lavori, benché convocati per chiarire «le ragioni tecnico-amministrative» del licenziamento. In questo modo, si evidenzia da parte della Commissione consiliare, negando di fatto il «principio di leale collaborazione».

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