Regione Calabria & Multiutility: mancata concertazione, ora Piano industriale serio

Regione Calabria & Multiutility: mancata concertazione, ora Piano industriale serio

Mario Meliado

Regione Calabria & Multiutility: mancata concertazione, ora Piano industriale serio

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mercoledì 20 Aprile 2022 - 11:23

Bruni (Gruppo misto): inspiegabile il mancato ascolto di cittadini e amministratori. Biondo (Uil): adesso, indispensabile finalizzare i fondi disponibili

REGGIO CALABRIA – A fronte dell’esultanza del presidente della Regione Roberto Occhiuto, diversamente critici vari commenti di protagonisti della vita istituzionale, politica e sindacale sulla Multiutility varata ieri in Consiglio regionale.

Bruni: ma chi controllerà il nuovo Ente?

In una nota veicolata alla stampa, evidenzia Amalia Bruni che permangono «tante perplessità» sul nuovo strumento e d’aver chiesto in Aula «di conoscere la vera natura» della Multiutility, in particolare «a chi risponde, visto che non è per nulla chiaro chi lo controlla».

Molto più insidiosa la questione delle tariffazioni: chi coprirà i costi, una volta insediatosi il nuovo Ambito territoriale ottimale unico? Lo stesso «uso improprio» di Fincalabra, «che dovrebbe servire solo a capitalizzare le imprese rafforzandone la struttura» è un gran punto interrogativo. Così com’è insondabile, ribadisce la presidente del Gruppo misto, la ragione in base alla quale ostinatamente non s’è voluto «ascoltare il parere di sindaci, associazioni, amministratori e dei cittadini stessi».

Fin qui, troppi problemi nei due settori

Più sfumato il parere di Santo Biondo. Il segretario regionale della Uil ammetta che il provvedimento «sembra essere un primo passo verso la razionalizzazione» del sistema idrico integrato e del ciclo dei rifiuti. Segmenti che hanno evidenziato «troppi problemi – portando alla Calabria diverse procedure d’infrazione europee – e gestioni poco produttive».

Ora però, risuona il monito di Biondo, urge un degno Piano industriale della nascente multiservizi, che ponga attenzione «alla salvaguardia occupazionale e alla valorizzazione delle risorse professionali in atto presenti», finalizzando i fondi statali e comunitari disponibili. Con la solita concretezza, la Uil richiama però anche alla cooptazione di un «management capace di programmare al meglio la gestione del ciclo integrato delle acque e della raccolta e smaltimento dei rifiuti in ossequio a quelle che sono le regole comunitarie in atto vigenti» tutelando però il nuovo Ambito territoriale ottimale dalle frequenti, invasive infiltrazioni criminali.

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