Regione Calabria / Occhiuto, Mancuso e Irto grandi elettori per il Quirinale

Regione Calabria / Occhiuto, Mancuso e Irto grandi elettori per il Quirinale

Mario Meliado

Regione Calabria / Occhiuto, Mancuso e Irto grandi elettori per il Quirinale

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giovedì 13 Gennaio 2022 - 19:25

Il cosentino “a testa bassa” su Berlusconi: niente alternative. Il catanzarese “si lega alla Lega”. Il reggino attende l’assemblea dei grandi elettori pd

REGGIO CALABRIA – Sono i presidenti della Giunta regionale Roberto Occhiuto (Forza Italia – 20 voti) e del Consiglio regionale Filippo Mancuso (Lega – 19 voti) e, per l’opposizione, il capogruppo del Pd a Palazzo Campanella Nicola Irto (Partito democratico – 9 voti) i tre grandi elettori designati oggi dal Consiglio regionale nell’apposita seduta d’Assemblea.

Cordoglio per Sassoli e per Cosentino jr.

Il minuto di raccoglimento in memoria
del presidente dell’Europarlamento David Sassoli

Una sessione di lavori apertasi con un minuto di silenzio per la scomparsa del presidente del Parlamento europeo, già popolarissimo “volto” del Tg1 David Sassoli, e con la vicinanza dell’Assise al dirigente regionale Roberto Cosentino per la prematura perdita del figlio Francesco.

Perfetto equilibrio fra territori

La “terna” venuta fuori da Palazzo Campanella soddisfa le due indicazioni in quota-maggioranza e la terza in quota-minoranza, come prevede la legge. Ed esprime un notevole equilibrio territoriale, visto che saranno della partita un cosentino (Occhiuto), un catanzarese (Mancuso) e un reggino (Irto).
La simmetria salta invece quanto ai suffragi: che fossero assai di meno quelli per il rappresentante d’opposizione era ovvio, ma come vedremo per Roberto Occhiuto c’è un inatteso voto in più rispetto ai 19 di Mancuso, che pure sono i voti dell’intera maggioranza, considerato che due consigliere, Valeria Fedele (Forza Italia) e Simona Loizzo (capogruppo della Lega) sono “assenti giustificate”.

Triplice debutto

Per tutt’e tre i rappresentanti eletti a Palazzo Campanella si tratta della prima volta per codecidere sul nuovo Capo dello Stato. Occhiuto, Mancuso e Irto contribuiranno, insieme agli altri delegati regionali e – naturalmente – insieme ai deputati e senatori eletti e ai senatori a vita, a stabilire chi sarà per i prossimi sette anni l’inquilino del Quirinale. Chi, in pratica, sarà il successore di Sergio Mattarella.
…Sempre ammesso che, visto il busillis istituzionale – cosa non nuova –, i cruciali fondi del Pnrr in arrivo e l’ancor dilagante pandemia, non si decida piuttosto di prorogare almeno per un po’ il mandato dell’80enne politico palermitano.

Occhiuto “a testa bassa” sul nome di Silvio

Roberto Occhiuto, presidente della Giunta regionale calabrese

Forza Italia, e nello specifico Roberto Occhiuto – che prima d’essere presidente della Giunta regionale calabrese era capogruppo di Forza Italia a Montecitorio – tenteranno, non è una novità, il “colpaccio”-Berlusconi. Un blitz che, da qualche giorno in qua, pare ulteriormente complicato, anche per i riassetti all’interno del centrodestra nazionale quanto al possibile appoggio di un nuovo Governo anche non guidato da Mario Draghi: il che, da parte di Matteo Salvini & C., potrebbe valere.

«A Palazzo Chigi come al Quirinale c’è bisogno di uomini di spessore, di grande credibilità anche internazionale… e Berlusconi è quello di Pratica di Mare, è quello dei grandi accordi di caratura mondiale», ammicca Occhiuto, che su domanda specifica ammette senza problemi di pensare proprio a un ticket Draghi-Berlusconi rispettivamente. Il Silvio per antonomasia si vedrebbe schiudere così il modo migliore per chiudere la sua carriera politico-istituzionale, dopo la fondazione di un partito d’inusitato quanto immediato successo come Forza Italia e il raggiungimento – battendo nientemeno che Alcide De Gasperi – del record di longevità da Presidente del Consiglio dei ministri.

Ma se, viste le tante critiche, il raid-Berlusconi fallisse? Una possibile alternativa, chiediamo? «…Berlusconi: punto», ci “trancia” Occhiuto, un po’ per convinzione profonda… e un po’ per evidentissimi motivi d’opportunità e cronologia.
Narrano infatti quirinalisti esperti che in realtà esista un patto “Letta al quadrato” per eliminare l’attuale veto del centrosinistra sul nome di Silvio Berlusconi per verificare nelle prime tre votazioni – che portano con sé la necessità di centrare un quorum irraggiungibile – se il nome dell’ex presidente del Milan possa valicare quota-505, cioè il più abbordabile quorum richiesto per eleggere il Capo dello Stato dalla quarta votazione in avanti. Se nelle citate tre votazioni risultasse manifesta la lontananza del nome di Berlusconi da questo ipotetico achievement già alla quarta tornata, questo il senso dell’intesa, tutte le forze politiche convergerebbero coralmente su Mario Draghi.

Mancuso rispetterà le indicazioni del partito

Filippo Mancuso
presidente del Consiglio regionale

Nel merito, invece, è assai meno “ortodosso” Mancuso: «Non avrei problemi a mettere la croce sul nome di Silvio Berlusconi… se me lo indicassero i vertici del mio partito, la Lega», chiarisce il politico catanzarese. Che insomma, sì, rappresenterà l’intera Calabria – e in fondo l’intero Paese – al momento di votare per il futuro Presidente, ma senza annacquamenti di sorta delle appartenenze. E proprio Filippo Mancuso tradisce un’emozione evidente, palpabile: «Una gran bella emozione, sono felice di questa designazione per votare per il nuovo Capo dello Stato. Ma anche un mandato di grande responsabilità».

Irto attende l’assemblea dei grandi elettori pd

Misuratamente soddisfatto Nicola Irto, che nel brevissimo volgere di 8 giorni ha inanellato 3 eventi mica da ridere: i suoi 40 anni – compiuti il 5 gennaio scorso –; l’elezione di fatto già in tasca, visto che è ormai l’unico candidato in corsa, a segretario calabrese del Partito democratico, che già rappresenta a Palazzo Campanella in qualità di capogruppo; e poi naturalmente l’indicazione quale grande elettore per il Quirinale in quota-minoranza.

Il capogruppo dèm Nicola Irto

Già, “minoranza”, non “minoranze”: e lo rivelano i voti, 9, risultante dei suffragi dei consiglieri del suo partito, degli alleati di Cinquestelle in Calabria ormai movimento organico al centrosinistra e di Amalia Bruni, ex candidata alla Presidenza proprio al posto di Irto (e di chi fu via via proposto in sua vece) che presiede il Gruppo misto.
Zero aperture, insomma, da parte dell’altra minoranza che si rifà a Luigi de Magistris (Antonio Lo Schiavo e Ferdinando Laghi): oltre all’unica scheda bianca c’è da inghiottire l’amarognolo bocconcino dello spiritoso che, anziché votare il suo nome “secco”, ha regalato un voto in più a Occhiuto votandolo nella medesima scheda.

Certo, all’orizzonte a proposito di candidati “graditi” ci sarebbe pure un annetto almeno di proroga di Mattarella… «Come vedo l’ipotesi? Non posso dirlo, non vado a decidere nulla da solo. Posso dire però che già sabato prossimo ci sarà l’assemblea di tutti i “grandi elettori” in forza al Partito democratico: quella sarà la sede in cui, per la prima volta, ci occuperemo anche del complesso confronto sul possibile nome del nuovo Presidente della Repubblica».

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