Largo Avignone, il dirigente Schiera: non si confonda il restauro con le ruspe

Largo Avignone, il dirigente Schiera: non si confonda il restauro con le ruspe

Largo Avignone, il dirigente Schiera: non si confonda il restauro con le ruspe

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giovedì 01 Febbraio 2018 - 08:55

Il dirigente del Dipartimento urbanistico replica al presidente dell'Ordine degli architetti Falzea sulla querelle di Largo Avignone

"Mio malgrado devo, ancora una volta, intervenire sul palazzetto di largo Avignone per precisare brevissimamente (senza tanto girarci intorno e senza voler accendere polemiche ) un paio di cose semplici ed elementari. La prima considerazione , riguarda il modo di concepire il restauro architettonico e l' inserimento del moderno sull' antico . Precisando che per personale percorso professionale – in caso di eccessive lacune , squarci e intere parti mancanti di edifici storici – prediligo il metodo dell' inserimento del moderno sull' antico .Dove, però , la parte originaria dell' edificio risulti la protagonista del progetto (metodo del quale il veneziano Carlo Scarpa fu maestro assoluto) . Per operare tale fusione occorre grande sensibilità ,conoscenza e venerazione assoluta per l'opera antica , cosa che nel caso di specie non mi pare poter rilevare . Nel restauro non mi risulta si intervenga abitualmente con le ruspe ! … qui ,volendo semplificare , l' operazione immaginata sembra essere stata : lasciare tutto all' abbandono e alla severa azione del tempo , sventrare il palazzetto , togliergli le parti interne e quelle laterali ( ritenute di poco pregio ) , rimuovere la sola facciata per rimontarla ( come fosse un poster tridimensionale ) sui piani bassi di un grattacielo, svettante sulle fondamenta di un sito di dichiarato interesse archeologico . Se facendo una trasposizione letteraria ci trovassimo dentro un romanzo "noir" o un libro "giallo" ,l' investigatore del racconto probabilmente avrebbe pensato al "delitto perfetto" . La seconda costatazione – indice che esiste un' altra scuola di pensiero ( non certo minoritaria ) oltre quella che ha fatto dire si all' intervento – è che altre voci autorevoli, più di quanto possa esser questa , hanno contestato aspramente , sia la demolizione sia l' intervento progettuale illustrando per quali motivi l'opera storico/architettonica resta significativa e perché essa andava salvaguardata integralmente .Sotto questo aspetto pertanto, non si ritiene di dover aggiungere nulla ,preferendo fare rimando ai vari ed interessanti contributi , offerti da studiosi , storici ed architetti reperibili in rete sulle varie testate giornalistiche . Andando oltre ,ma senza volersi avventurare giuridicamente nel merito del "piano casa" e sulla sua fattibilità o meno in zona omogenea "A" cosi come definite dall' art. 2 D.M. 1444 del 1968 , ci limitiamo soltanto a porre la riflessione che : se l' interpretazione corretta fosse quella più permissiva avremmo presto una esplosione di funghi di cemento dentro le preziose mura dei palazzi antichi fuori porta , in ragione anche, della straconvenienza sull' abbattimento degli oneri concessori e i premi di cubatura previsti dal Piano Casa . Un rischio enorme per il nostro patrimonio architettonico minore. Davvero ci risulta impensabile che questo potesse essere l' intento del legislatore ! Tornando al punto di prima , a voler attenersi a quanto dichiarato recentissimamente qui a Messina ,dallo stesso Assessore Regionale ai BB.CC. ,credo si sia tutti capito, che, per la Soprintendenza il progetto del grattacielo vada rivisto e rimodulato, prevedendo – questa volta – un numero più che dimezzato di piani. Lo stesso assessore , evidentemente, vedendo i luoghi, ha immaginato un progetto piu equilibrato e più rispettoso ,della parte settecentesca, di quanto non sia stato quello proposto . Mi chiedo allora : " di cosa e di quale progetto stiamo parlando ? " Aiuterebbe il dibattito , se l' Ordine degli Architetti intervenisse ( dando al contempo atto che spesso meritoriamente lo fa ) – oltre che a difesa d' ufficio degli iscritti – anteponendo la tutela della buona architettura : sia essa moderna , sia essa antica, sia essa antica ma diroccata. Ferzan Ozpetek ( regista) : " Si lasciano mai le case dell' infanzia ? Mai: rimangono sempre dentro di noi , anche quando non esistono più anche quando vengono distrutte da ruspe e bulldozer … " arch. Enzo Schiera

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