Servizi sociali, l’atto di Le Donne sulla mobilità interna finisce all’Ufficio ispettivo della Funzione Pubblica

Servizi sociali, l’atto di Le Donne sulla mobilità interna finisce all’Ufficio ispettivo della Funzione Pubblica

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Servizi sociali, l’atto di Le Donne sulla mobilità interna finisce all’Ufficio ispettivo della Funzione Pubblica

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venerdì 14 Ottobre 2016 - 22:52

Ad “impugnare” il provvedimento è stato il direttore di Sezione Amministrativa nonché coordinatore provinciale del Diccap Nicola Aloi, traferito dal dipartimento Manutenzione Immobili Comunali al dipartimento Servizi sociali

E’ finita all’attenzione dell’ufficio ispettivo della Funzione Pubblica la determina n.169 del segretario/direttore generale di Palazzo Zanca Antonio Le Donne. Il provvedimento di mobilità interna, dopo essere stato apertamente contestato con lettere ufficiali dal dirigente servizi sociali, Domenico Zaccone, è stato adesso “impugnato” dal funzionario di Sezione Amministrativa nonché coordinatore provinciale del Diccap Nicola Aloi, traferito dal dipartimento Manutenzione Immobili Comunali al dipartimento Servizi sociali.

A renderlo noto è lo stesso rappresentante sindacale, che ha deciso di intervenire dopo la pubblicazione del nostro articolo dal titolo “Caos servizi sociali: ai tagli si aggiungono le criticità interne al Dipartimento. Sotto “accusa” Le Donne (VEDI QUI).

«Poiché nel contesto dello stesso, viene chiamato in causa lo scrivente nella qualità di funzionario, mi corre l’obbligo di precisare e chiarire quanto appresso», scrive in una lettera inviata in redazione, in cui il bersaglio è proprio Le Donne. «La mobilità subita dallo scrivente – continua Aloi – non si inserisce in nessun “obbiettivo” , ma essa è l’effetto di un macroscopico comportamento antisindacale che già da tempo sta subendo la scrivente organizzazione sindacale». Il coordinatore provinciale del Diccap fa sapere di aver « provveduto a segnalare i fatti all’ufficio ispettivo della Funzione Pubblica, che ha già avviato le relative procedure».

Sul “caso” Aloi si era espresso in maniera molto chiara anche il dirigente Zaccone, che in una delle lettere inviate a Le Donne a proposito del trasferimento di Aloi aveva sottolineato: «non si comprende assolutamente la ragione di tale azione amministrativa, atteso che in questo Dipartimento non vi è vacanza di posto per un Direttore di Sezione, pertanto il Dott. Aloi non trova utile collocazione, né tanto meno è ipotizzabile che a quest’ultimo vengano affidati incarichi di livello inferiore, pena la possibilità che un eventuale provvedimento possa essere assoggettato a censure giurisdizionali».

Il coordinatore provinciale del Diccap segnala infine l’uso improprio della dicitura “per le vie brevi” utilizzata da Le Donne nella determina dirigenziale n.169 : «il direttore generale dovrebbe sapere che in un atto pubblico, è vietato riportare la dicitura "……..per le vie brevi"». Peraltro, il dirigente Zaccone ha negato che il trasferimento fosse stato concordato, smentendo di fatto Le Donne. Sarà comunque adesso la Funzione pubblica ad accertare se c’è stato comportamento antisindacale o meno. (DLT)

2 commenti

  1. Non pensavo esistesse ancora il DICCAP.

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  2. Non pensavo esistesse ancora il DICCAP.

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