Due atleti alle Olimpiadi in 8 anni, l'Airon Furci del maestro Bongiorno nella storia del judo italiano

Due atleti alle Olimpiadi in 8 anni, l’Airon Furci del maestro Bongiorno nella storia del judo italiano

Carmelo Caspanello

Due atleti alle Olimpiadi in 8 anni, l’Airon Furci del maestro Bongiorno nella storia del judo italiano

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sabato 21 Maggio 2016 - 17:24

Il santateresino Elios Manzi è il più giovane judoka italiano ad approdare alle Olimpiadi. Viaggio nella palestra in cui ha iniziato a 5 anni e che nel 2008 portò a Pechino Giannicola Casale. E non è finita. Questa è una fucini di campioni che continuano a macinare titoli nazionali e internazionali. Un tempio del judo. E Corrado Bongiorno il suo... sacerdote

La palestra Airon judo 90 di Furci Siculo è una sorta di santuario del judo. Varchi la soglia della sala che ospita il tatami e ti trovi davanti una quarantina di ragazzi e ragazze, tutti giovanissimi, che lavorano sodo. Il “sacerdote”, Corrado Bongiorno, è seduto su una panchina, con accanto alcuni genitori. Dietro il fenomeno Elios Manzi, 20 anni, il più giovane judoka italiano che approda alle Olimpiadi (ora in nazionale con le Fiamme Gialle) c’è lui. Il “maestro dei miracoli”, di una delle poche palestre italiane (un paio al massimo) che sono riuscite a mandare alle Olimpiadi due atleti (e chissà cosa riserva ancora il futuro a questa fucina di campioni).

DA PECHINO 2008 A RIO 2016 Il primo, Giannicola Casale, è sbarcato aI giochi di Pechino nel 2008 piazzandosi al settimo posto; il secondo, Elios, che combatterà nei 60 kg, volerà a Rio il prossimo agosto. L’Airon è una struttura all’avanguardia, in un paese, Furci Siculo, che conta poco più di 3mila e 500 residenti. Con tutte le difficoltà che ciò comporta. Ma qui, in questo santuario del judo, vengono ad allenarsi da tutta la Sicilia e da mezza Italia. Ed è venuto anche chi le Olimpiadi le ha già vinte: Pino Maddaloni e Giulia Quintavalle, la prima ragazza italiana a conquistare l’oro. Parliamo di Manzi e il tecnico Corrado Bongiorno si emoziona. Scappa una lacrima. Cerca un fazzolettino per asciugarla. Non è da lui. Un omone che trasmette sicurezza e carisma. Ma non potrebbe essere diversamente se anche il tecnico della nazionale italiana di judo si è lasciato scappare di essersi commosso per l’impresa di Elios. Bongiorno è un fenomeno del judo siciliano. E non solo.

IL SEGRETO DI UNA GRANDE SCUOLA “Il mio segreto? Non ne ho. Intanto – esordisce il tecnico – chiedo ai ragazzi, appena iniziano (Elios aveva poco più di 5 anni) di fare tesoro delle sconfitte. Servono a fortificare, non a deprimere. Manzi è un fenomeno. Perde in Azerbaigian e tutto sembra precluso. Sette giorni dopo centra il primo posto in Kazakistan, con un solo risultato a disposizione, la conquista dell’oro, e vola alle Olimpiadi. Ripeto, non bisogna mai deprimersi. Per certi traguardi – è la filosofia di Bongiorno – ci vuole l'eccellenza. Essere bravi non basta, perché sul tuo cammino puoi trovare uno ancora più bravo”. Gli atleti dell’Airon non conoscono soste. In vista di appuntamenti importanti ci si allena, se è il caso, anche a Natale e Capodanno. Elios si allenava tutti i giorni. Facendo sacrifici, che lo hanno portato a diplomarsi al liceo classico “Trimarchi” di S. Teresa di Riva. Dove, nei giorni scorsi, è stato accolto dalla dirigente Carmela Maria Lipari e dai suoi ex compagni con tutti gli onori del caso.

MANZI ESEMPIO PER I GIOVANI “Elios ha un grande cuore – ci spiega la preside – e nonostante gli innumerevoli impegni in tutto tutto il mondo, non ha mai tralasciato lo studio. E’ un esempio per tutti i giovani”. Il suo maestro è orgoglioso di questo ventenne che ad agosto rappresenterà l’Italia a Rio. “Lo studio – tiene a precisare il tecnico – è fondamentale per la crescita culturale. E’ ovvio che in questi casi gli insegnanti debbano comprendere i grossi sacrifici che si nascondono dietro certi risultati. E Manzi ha avuto ottimi insegnanti. Col liceo classico di S. Teresa abbiamo sempre collaborato”. Ma c’è un altro pilastro nelle fondamenta di un campione, secondo Bongiorno: “E’ la famiglia, il cui appoggio e sostegno diventa determinante”. Manzi è campione d’Italia in carica. Per la seconda volta. Un successo bissato a distanza di un anno dal primo titolo conquistato ad appena 18 anni. Un record. Da cadetto ha vinto due titoli europei e due argenti iridati e per questi e altri risultati è stato inserito nel progetto federale Tokyo 2020. E invece ad agosto sarà alle olimpiadi di Rio.

L'IMPRESA La sua qualificazione a Rio sembrava un miraggio. E la sua giovane età non lo aiutava. Era necessaria l’impresa. Lui l’ha compiuta. All’ultima chiamata. In Kazachistan, il 13 maggio scorso. Andare alle Olimpiadi era possibile, ma doveva arrivare primo nel Grand Prix ad Almaty. Manzi, nella categoria 60 kg, si sbarazza di tutti gli avversari: Limare (Fra), Reinvall (Fin), Telmanov (Kaz) e Lutfillaev (Uzb). Rimane l’ultimo scoglio, La finale. E qui l’impresa diventa leggenda. L’ultima gara è con la medaglia d’argento al Mondiale, Ibrayev (Kaz), che gioca in casa. Manzi è immenso. Lo batte e vola in Brasile. “Non pensavo di arrivare così avanti – dice quasi timidamente Elios Ho capito di avercela fatta solo qualche istante prima di salire sul podio".

Elios Manzi è l'orgoglio di S. Teresa di Riva, il suo paese, e dell'’Airon Furci Siculo . Una fucina di campioni. Un altro ex, adesso Fiamme Gialle, Angelo Pantano, è inserito nel progetto Tokio 2020 e in campo femminile brilla Martina Lo Giudice, anche lei in azzurro (anche quest'ultima nelle Fiamme Gialle). Giusto per fare dei nomi. Ma di campioni in erba, Bongiorno ne sta coltivando diversi. Se son rose…

Carmelo Caspanello

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