Tutti assolti al processo per il progetto della palazzina sul lungomare, di proprietà dei familiari dell'allora sindaco Foti
MESSINA – Non ci fu abuso d’ufficio nella vicenda della realizzazione del residence Il Grecale su lungomare di Furci Siculo. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Messina che ha assolto perché il fatto non costituisce reato tutti gli imputati e confermato le prescrizioni per i reati edilizi, già dichiarata in primo grado.
Si chiude così la vicenda giudiziaria con al centro, in sostanza, la contestazione legata al fatto che il progetto del residence, di proprietà della famiglia Maccarone, risale al periodo in cui era primo cittadino Sebastiano Foti, marito di Carmela Maccarone. Davanti ai giudici vi era stata un primo proscioglimento, ma la Procura aveva impugnato il verdetto e ne era nato un “processo bis”, ora chiuso in Corte d’Appello a Messina.
Assoluzione quindi per l’architetto Claudio Crisafulli, capo dell’ufficio tecnico comunale che rilasciò la concessione edilizia, l’ingegnere Giovanni Curcuruto, progettista e direttore dei lavori, allora consigliere di maggioranza, poi i proprietari del palazzo: Rosario (classe ’64) Carmela, Concetta, Francesco, Giovanni, Maurizio e Rosario Maccarrone (’60). In primo grado erano stati condannati ad un anno e mezzo.
Sono stati difesi dagli avvocati Antonio Scarcella, Piero Luccisano e Carlo Autru Ryolo.