Accordo tra Comune, Capitaneria di Porto e Demanio Regionale per una pianificazione condivisa. L’obiettivo è quello di realizzare un semplice lungomare, con spiaggia e lidi. Ovviamente tutte le costruzioni di fronte al mare andranno demolite, ma bisognerà trovare soluzioni per la delocalizzazione
I riflettori furono riaccesi dalla scorsa amministrazione comunale. In via don Blasco, grazie all’interesse dell’ex assessore Pippo Isgrò, sono state aperte diverse finestre sul mare. Una piccola percentuale rispetto a quanto c’è da fare, ma già utile a mostrare le potenzialità di un’area che potrebbe essere bellissima per tutti i cittadini e che invece, negli anni, è rimasta appannaggio di pochi.
A nove mesi dal suo insediamento, è ora la nuova giunta a occuparsi di Maregrosso, in particolare del tratto che dal cavalcavia giunge fino al viale Europa, dove incontra lo sbarramento dei binari. La parte successiva è off limits e potrebbe tornare fruibile solo con la costruzione della via del Mare, nuova strada ancora solo in fase di progettazione. Per il momento, ci si concentra sulle aree comprese tra i torrenti Portalegni e Zaera, riscoperte da alcuni pescatori e da intrepidi bagnanti, negli spazi aperti tra un capannone e l’altro.
L’approccio dell’attuale amministrazione comunale è però del tutto diverso rispetto a quello dei predecessori. “Non si può bonificare eliminando una costruzione alla volta – afferma l’assessore alle politiche del mare, Filippo Cucinotta -. O meglio, si può anche fare ma rimangono gocce nell’oceano. Tra l’altro, non è facile combattere in questo modo l’abusivismo, perché poi si entra nel tunnel dei ricorsi e i tempi si allungano. Se in un anno si riescono a demolire dieci costruzioni, la situazione generale non cambia”.
Cucinotta è stato in sopralluogo nell’area, insieme al comandante della Capitaneria di Porto, Antonio Samiani, ed al responsabile del Demanio Marittimo, Francesco Bonasera. “Abbiamo visionato insieme – riprende Cucinotta – i documenti della Capitaneria. Abbiamo visto cos’è in concessione, cosa è abusivo e cosa occupato. La decisione condivisa è quella di operare negli uffici prima ancora che in strada. Dobbiamo fare un tavolo comune, e al primo incontro chiederò che sia presente anche il sindaco, per stabilire ognuno come risanare la zona. In due parole: accordo e pianificazione. Il Demanio non rilascia più concessioni, il Comune cerca di favorire lo spostamento delle attività produttive e degli abitanti, che siano in graduatoria o meno, la Capitaneria cerca di rimuovere l’abusivismo”.
Un metodo non condiviso dall’ex assessore Gianfranco Scoglio, che ha ricordato la presenza di un progetto per la riqualificazione dell’area, tramite la realizzazione di un grande parco urbano attrezzato. Il programma, inserito nel piano strategico Messina 2020, prevede anche, in partenariato con i privati e sfruttando le agevolazioni della Zona franca urbana, la costruzione di un porticciolo turistico e di un centro direzionale con acquario, area commerciale, servizi pubblici, lido turistico e negozi per la vendita di attrezzature e prodotti per la fruizione del mare. “Dire oggi che tali progetti non appartengono alla visione di città di questa amministrazione è lecito, criminale è invece perdere i finanziamenti – scrive Scoglio, menzionando i fondi previsti dal Pon 2013-2020 per le città metropolitane e quelli nell’ambito del Por Sicilia 2013-2020 –”.
La risposta dell’assessore Cucinotta non tarda ad arrivare: “Conosciamo tutti questi progetti ma non li condividiamo. Per quanto mi riguarda, un progetto bellissimo può essere anche solo restituire la visione del mare e la fruizione della spiaggia, con le concessioni ai lidi. Valuteremo una pianificazione insieme all’assessore De Cola, ma stiamo comunque già lavorando ai Pon per le città metropolitane, mi sembra un allarmismo inutile. Il nostro obiettivo è quello di fare cose semplici, belle, utili per i cittadini e sostenibili. Il risanamento si fa così, facendo vivere le aree e gli spazi, viceversa si tratta solo di spreco di soldi”.
(Marco Ipsale)
Dei capannoni demoliti negli anni passati e delle macerie buttate sulla riva in modo che il mare le porti via ne vogliamo parlare?
Chi doveva controllare lo smaltimento delle macerie?
L’affaccio a mare recuperato?un sogno che credo sia impossibile realizzare a Messina…
GRAZIE RENATO