Non c'è dubbio – spiega il movimento - che l'intera riforma nata da procedure illegittime presterà il fianco ad un annullamento complessivo della istituita AdSP dello Stretto”
“L’incompetenza e la presunzione demagogica di Toninelli rischiano di arrecare un grave danno anche all’unica cosa che il M5S (e Francesco D’Uva) ha fatto per Messina: l’istituzione dell’Autorità Portuale dello Stretto”. Dura la posizione di Rete Civica sulla nomina di Mario Mega.
Il movimento sottolinea che non è “mai convocata una conferenza dei servizi Stato Regione per l’accorpamento di Messina – Milazzo ai porti di Villa e Reggio e disprezzo istituzionale verso i presidenti delle Regioni Sicilia e Calabria. Esito: proposto ricorso costituzionale della Regione Calabria che, se accolto, annullerebbe l’accorpamento dei porti calabresi al sistema portuale dello Stretto”.
Rete Civica “definisce Mario Mega ” un anonimo dirigente tecnico dell’Autorità Portuale di Bari, pare in ottimi rapporti con il barese Gaetano Marzulli, capo della segreteria di Toninelli” e sostiene l’illegittimità della sua nomina. Sarebbero state infrante “in modo palese le regole della legge istitutiva delle AdSP che norma i criteri per la nomina dei presidenti delle istituzioni, da nominare previa intesa tra Ministro e Presidenti delle Regioni interessate, prevedendo un iter complesso in caso di mancato accordo. Qui Toninelli, infrangendo le più elementari regole costituzionali e amministrative, ha deciso in assoluta autonomia senza intesa dei presidenti di regione e con inammissibile spregio delle regole istituzionali, per cui sarebbe stato necessario attendere la sentenza della Corte Costituzionale sulla legittimità dell’accorpamento. Oltre al fatto che non ha raggiunto un’intesa neppure con il presidente Musumeci, con motivazioni suggestive”.
“Alla luce di tutto – continua il documento di Rete Civica – ciò per come si evince dalla disamina della norma, la nomina del dott. Mega appare in palese violazione di legge ed eccesso di potere da parte del ministro. Ora, a prescindere dai ricorsi che dipenderanno dalla volontà dei presidenti di Regione o di altre figure istituzionali pretermesse, non c’è dubbio che l’intera riforma nata da procedure illegittime presterà il fianco ad un annullamento complessivo della istituita AdSP dello Stretto”.
“Una modalità di procedere viziato a fronte di un diritto alla autonomia portuale sacrosanta di uno dei principali sistemi italiani di cui Rete Civica per le infrastrutture si è fatta paladina sin dal 2014”.