La lettera, sottoscritta anche dall'Università di Messina, offre tanti spunti di riflessione sul dopo emergenza coronavirus e sulle politiche da attuare in ambito di sviluppo sostenibile.
Strategie nazionali di ricostruzione orientate ai 17Obiettivi di sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
Questa una delle tante riflessioni messe nero su bianco in una lunga lettera aperta dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, di cui fa parte anche l’Università degli Studi di Messina.
Tanti gli spunti di riflessione all’interno della lettera, nata dalla consapevolezza che l’emergenza coronavirus abbia messo in luce la fragilità del modello di sviluppo adottato da anni a livello globale e la necessità di creare una reale collaborazione di tutte le comunità e istituzioni, ad ogni livello.
Secondo quanto riportato nella lettera, la via per uscire dall’emergenza può assumere una duplice prospettiva:da un lato c’è la possibilità di cominciare un percorso virtuoso che metta insieme le istanze economiche post-emergenza con i progetto Green Deal Europeo così da accelerare la transizione verso un modello sostenibile di sviluppo; dall’altro c’è il rischio che per uscire dall’emergenza si lasci eccessiva libertà d’azione, dando addirittura una spinta in senso contrario rispetto allo sviluppo sostenibile.
IL RUOLO DELLE UNIVERSITÁ
In questo snodo così delicato della storia del Paese e del mondo, la Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) vuole mettere a disposizione le proprie competenze per promuovere e avviare un percorso virtuoso verso la sostenibilità del Paese.
Oggi più che in passato, le Università hanno il compito, e il dovere, di promuovere una cultura nuova, di essere da modello e da stimolo per i contesti sociali e territoriali, affinché tutti possano comprendere che la sostenibilità non è un “lusso” che coinvolge e impatta su pochi ma che può e deve divenire opportunità per la promozione umana e sociale, veicolo essenziale attraverso il quale possano essere perseguiti e garantiti a tutti diritti, capabilities, inclusione, futuro.
Per far fronte all’emergenza e assicurare continuità alla didattica e alle altre attività universitarie, gli Atenei hanno fatto un balzo tecnologico e organizzativo senza precedenti in pochi giorni, fornendo una straordinaria dimostrazione di resilienza e di capacità di trasformazione che sarebbe auspicabile non andassero perdute: gli Atenei devono essere capaci di cambiare e di adattarsi pur mantenendo la loro natura e identità.
GLI OBIETTIVI
La RUS intende mettere a disposizione del Paese la propria caratteristica e forza principale, l’essere Rete per:
• sostenere insieme una visione di futuro che abbia al centro uno sviluppo autenticamente sostenibile;
• promuovere un processo di trasformazione culturale che, ad ogni livello, possa accompagnare a ripensare gli attuali stili di vita, di produzione e di consumo;
• ripensare i processi formativi, valorizzando il capitale umano e l’importanza dell’apprendimento per tutti e per tutta la vita;
• abilitare le persone a futuri diversi rispetto a quello verso il quale ci stiamo dirigendo, attraverso un approccio olistico, trasversale e inter e transdisciplinare
LE PROPOSTE
La RUS, accogliendo il modello della civic university e facendo leva sui principi della Terza Missione e sulle competenze di cui è portatrice, si propone di:
1. diventare un Think tank per la resilienza del Paese, un organismo indipendente che sia di supporto alla politica e agli amministratori nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e dell’Agenda 2030;
2. collaborare ai tavoli di lavoro nazionali, attraverso l’attività dei propri Gruppi di Lavoro (Cambiamenti Climatici, Cibo, Educazione, Energia, Inclusione e Giustizia Sociale, Mobilità, Rifiuti), facilitando la definizione e l’attuazione di progetti sostenibili in campo ambientale, tecnologico, economico, sociale e di governante;
3. dar vita ad “unità locali di resilienza” e trasformazione a partire dalle quali le Università potranno fornire il supporto tecnico-scientifico e culturale necessario per effettuare analisi ed attività di monitoraggio della cittadinanza;
4. contribuire alla creazione di spin-off accademici o/e all’istituzione di corsi di studi avanzati, basate sui principi della sostenibilità, necessarie per poter affrontare i cambiamenti culturali, tecnologici ed organizzativi che la società e l’economia italiana dovranno gestire nei prossimi mesi ed anni, per uscire dall’attuale crisi e prevenirne di nuove;
5. contribuire alla costruzione di un laboratorio a rete per offrire servizi integrati di qualificazione di nuovi prodotti/processi a supporto della fase di post-COVID-19, anche con l’obiettivo di scambiarsi le esperienze della gestione della crisi e mettere a fattor comune i benefici e i risultati conseguibili a livello regionale.
IN CONCLUSIONE
Siamo convinti che l’esperienza maturata dalle Università in questo periodo di difficoltà e di emergenza rappresenti un bagaglio prezioso, un esempio di laboratorio trasformativo, fondamentale per affrontare le sfide future con sguardo positivo e costruttivo, in linea con gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Per poter traghettare i territori verso scenari di sviluppo sostenibile, le Università devono essere messe in grado di rafforzare il proprio impegno in termini di didattica, ricerca, technology transfer, public and social engagement e human re source development sui temi dell’Agenda 2030. Solo accrescendo e rendendo sistemiche e sistematiche le conoscenze, le competenze e le best practice e mettendo a disposizione del Paese e dei suoi territori le competenze trasversali di cui le Università sono portatrici e custodi, la nostra epoca potrà essere ricordata finalmente “per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l’accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita” (Earth Charter, 2000).