Gli affari sporchi a Messina, oltre la pax mafiosa tra i clan

Gli affari sporchi a Messina, oltre la pax mafiosa tra i clan

Alessandra Serio

Gli affari sporchi a Messina, oltre la pax mafiosa tra i clan

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mercoledì 23 Gennaio 2019 - 01:39
retroscena

“L’indagine ci suggerisce che tra i vari gruppi criminali della città recentemente intercorrano forme di collaborazione più strette rispetto al passato”.

Il procuratore aggiunto Rosa Raffa commenta così l’operazione Fortino, che ha coordinato. Un passo in più, rispetto alla tradizionale pax mafiosa ormai sancita tra i clan cittadini oltre 10 anni fa e sempre in vigore, ad eccezione della “calda” metà del decennio scorso, quando tra il 2004 e il 2006 si è sfiorata una nuova faida, subito stroncata dalle operazioni delle Forze dell’Ordine.

Il magistrato fa pensare a qualcosa in più, quindi, della autonomia delle varie famiglie nel gestire i loro affari nelle zone di competenza. E difatti intercettando gli Arena gli investigatori hanno scopeto diverse cose. Hanno, per esempio, intercettato il braccio destro di un’altra nota famiglia che si occupa di spaccio offrire agli Arena di custodire per loro la droga, per eludere i controlli delle forze dell’ordine.

E hanno captato le conversazioni tra i “signori” di Valle degli Angeli e gli esponenti di altri gruppi, come Paolo Mercurio, arrestato ieri e già coinvolto nelle operazioni contro il clan di Giostra. Discutevano di partite di droga, ovviamente. Così come, parlando di droga, gli Arena conversano dei traffici con pezzi da novanta arci noti della potente piazza di Mangialupi. Poi ci sono le centinaia di conversazioni intercettate tra Arena e Cortese, un personaggio “più in alto” di loro e legato a diversi gruppi familiari cittadini. Con Paolo Mercurio, gli Arena conversano di “olandese” e “paesana” (droga, secondo gli inquirenti), e del prezzo sul mercato, di quello praticato dai barcellonesi e dei contatti coi i calabresi. Il 12 febbraio 2016, Francesco Arena parla con Angelo Aspri, un altro nome di spicco del traffico di stupefacenti a Messina, legato a Mangialupi. I due commentano il tentativo di un altro soggetto , detto Militto, di “allargarsi”.

Fin qui le carte dell'inchiesta, nel provvedimento siglato dal gip Salvatore Mastroeni, che stamane andrà in carcere per i primi interrogatori di garanzia.

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