"Caso” Tomasello, esposto al Miur. E c’è chi preme per le elezioni a inizio maggio

“Caso” Tomasello, esposto al Miur. E c’è chi preme per le elezioni a inizio maggio

Danila La Torre

“Caso” Tomasello, esposto al Miur. E c’è chi preme per le elezioni a inizio maggio

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martedì 26 Marzo 2013 - 19:41

La battaglia contro l’attuale rettore si gioca sia sul piano giuridico che su quello politico. Alcuni professori chiedono l’intervento immediato del Ministro Profumo, altri di andare al voto il prima possibile

All’Università di Messina continua a tenere banco il “caso” Tomasello. Attorno alla figura del rettore, condannato in primo grado per tentata concussione nell’ambito del processo sul concorso truccato a Veterinaria, cresce il dissenso. Che il più delle volte si tramuta in atti formali, come nel caso dell’esposto presentato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dall’avvocato Aurora Notarianni per conto di alcuni professori. Attraverso il documento, che segue di circa tre settimane l’istanza di revoca di Tomasello dalla carica di Rettore e di Presidente della Fondazione Universitaria , il legale torna a ribadire «la sussistenza di gravi motivi ostativi al mantenimento delle cariche» da parte dell’attuale Magnifico e sollecita l’intervento urgente del ministro Francesco Profumo «a garanzia della legittimità degli atti, del corretto funzionamento dell’Istituzione universitaria peloritana, della sua immagine e prestigio» .

La battaglia anti-Tomasello condotta dall’avvocato Notarianni si rifà a precise previsioni normative, tra cui quelle contenute nel decreto legislativo attuativo del ddl anti-corruzione recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri (vedi correlato), che include tra le cause di inconferibilità degli incarichi dirigenziali e degli incarichi amministrativi di vertice le condanne penali (anche non definitive) per reato contro la pubblica amministrazione. Per la Notarianni, tale misura legislativa non è che il colpo di grazia per Tomasello e il suo mandato. Da qui la richiesta di intervento immediato al rappresentante del Governo, al quale – nell’esposto – viene ricordato che il rettore in carica «ha compiuto e continua a compiere atti di ordinaria e straordinaria amministrazione che impegnano l’istituzione universitaria sotto il profilo, politico, ammnistrativo ed economico».

In attesa di scoprire come si comporterà il Ministro Profumo, non si può nascondere che l’opposizione a Tomasello non si gioca solo sul terreno “giuridico”, ma anche su quello politico. C’è chi, infatti, Tomasello vuol “farselo fuori” arrivando il prima possibile al momento delle elezioni per la scelta del nuovo rettore, al fine, poi, di indurre l’attuale magnifico a dimettersi prima della scadenza del mandato, fissata al 30 settembre 2013. Il compito di indicare la data della consultazione universitaria spetta al decano dell’Università di Messina, il prof. Salvatore Berlingò, che però non ha ancora sciolto le riserve. Ed è direttamente a lui che hanno deciso di rivolgersi i professori Dario Caroniti, Giovanni Moschella, Michele Limosani e Vincenzo Chiofalo, che chiedono di andare al voto nella prima settimana di maggio per evitare accavallamenti con le elezioni amministrative, posticipate al 10 e 11 giugno, con una ipotesi di ballottaggio prevista per il 23 giugno.

«Fuori da ogni posizione di parte, ed interessati solo all’Università bene comune – scrivono i quattro docenti in un comunicato – vorremmo segnalare l’inopportunità di sovrapporre le elezioni amministrative, e relativa campagna elettorale, al procedimento di rinnovo della carica rettorale che, auspichiamo, venga contraddistinto da confronti programmatici ed incontri che coinvolgano tutte le forze sociali della città, al fine di escludere ogni forma di contaminazione tra i relativi dibattiti che svilirebbe il senso delle istituzioni coinvolte».

Secondo Caroniti, Moschella, Limosani e Chiofalo, «il rinvio del voto amministrativo rende, a questo punto, più semplice la determinazione del voto universitario, che potrebbe benissimo precederlo nella prima settimana di maggio. L'auspicio – concludono – è che sia garantita la massima reciproca autonomia tra l'Università e le istituzioni locali». Il suggerimento è stato lanciato, adesso non resta che attendere di sapere se verrà accolto dal Decano, che dovrebbe pronunciarsi entro questa settimana e dire quando si potrà votare per eleggere il successore di Tomasello. Che è sempre più nell’occhio del ciclone. (Danila La Torre)

2 commenti

  1. no.proroga.rettori. 27 Marzo 2013 11:08

    In circostanze delicate come quelle in cui versa l’Ateneo messinese, come ha sottolineato il Professor Cupaiuolo nella sua nota del 25 Marzo u.s., le azioni di chi porta responsabilità di governo dovrebbero sempre essere ispirate da considerazioni di carattere etico e dal rispetto per le Istituzioni e dunque dovrebbero sempre prevenire e mai stimolare l’intervento dell’autorità cui spetta la titolarità della azione disciplinare o della autorità giudiziaria. Di tutt’altro segno è la condotta del Professor Tomasello, il quale continua a ricoprire la carica di Rettore a dispetto non solo del decreto legislativo licenziato dal Consiglio dei Ministri il 21 Marzo u.s., ma anche della legge n.97 del 2001, in base alla quale, a seguito della condanna che gli è stata comminata, egli avrebbe dovuto da tempo sospendersi o essere sospeso dalle funzioni. Mentre appare chiaro come la valutazione sull’operato del Rettore debba essere lasciata alle autorità competenti, sul piano meramente etico la questione investe appieno Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione. Un esempio per tutti è la situazione paradossale nella quale si sono venuti a trovare gli organi decisionali dell’Ateneo, chiamati a deliberare sugli adempimenti relativi alla nuova normativa anticorruzione, il cui testo contiene un lapalissiano riferimento alla incompatibilità del Professor Tomasello, sul cui capo pende una sentenza di condanna non passata in giudicato per reati contro la Pubblica Amministrazione, con le attività che competono al Rettore. In merito alla delicata questione gli organi di governo, formalmente interpellati prima che le sedute avessero luogo, non hanno ritenuto di far giungere alcuna risposta. Si è appreso che il responsabile anticorruzione previsto dalla nuova normativa è stato designato nella persona del Direttore Generale dell’Università, ma non è dato sapere se le sedute nelle quali detta delibera è stata assunta siano state o meno presiedute dal Rettore.
    È vero, la questione della permanenza in carica del Professor Tomasello si gioca sia sul piano giuridico sia sul piano politico. Ma esiste anche un piano etico. Coloro che siedono in Senato Accademico ed in Consiglio di Amministrazione in rappresentanza dei docenti, del personale tecnico amministrativo e degli studenti dell’Ateneo, avrebbero il dovere di chiarire l’incongruenza in base alla quale, mentre hanno recepito alcune disposizioni della legge anticorruzione, hanno taciuto davanti al fatto che la stessa norma, per le parti che sanciscono l’incompatibilità del Professor Tomasello con le funzioni che egli continua ad esercitare, sia stata palesemente disattesa.
    Antonella Arena

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  2. IH-870 I-ITGI 27 Marzo 2013 14:44

    CHIARISSIMI PROFESSORI DELL’ATENEO DI MESSINA, A QUALSIASI FACOLTA’ VOI APPARTENIATE :

    vorrei, che prendeste finalmente piena coscienza dell’enorme potere che avete nelle vostre mani in questo momento. Vi invito a riunirvi e trovare, assieme, il miglior modo di agire per DIRIMERE questa spinosa ed incresciosa vicenda.

    Carissimo Giovanni Moschella, tanti anni fa anche tu eri al Maurolico con me e tanti altri. Il prof. Pagano Dritto (“WOODSTOCK”) Giuseppe, come certamente ricorderai, ci parlò di Pericle e del suo famoso discorso (era il 1976).

    Bene, ritengo che esso mantenga viva la sua attualità e Ti prego (e Vi prego) di rileggerlo.

    Ecco, lo riporto di seguito :

    “Pericle – Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

    Qui ad Atene noi facciamo così.
    Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così.Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.Qui ad Atene noi facciamo così.La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così.
    Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
    Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così.”

    Perché ? Perché qui, ora, adesso, è in gioco il futuro dei nostri figli. Perché resto convinto che possiamo, dobbiamo dar loro l’opportunità di poter studiare qui a Messina.

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