Dopo la visita della Commissione sanità dell'Ars a Messina e le dichiarazioni del presidente, il deputato Giuseppe Digiacomo, arrivano le prime reazioni. Durissime le note del Rettore e del Presidente dell'Ordine dei medici, finiti sul banco degli imputati, il primo senza neanche essere stato invitato all'incontro, ed il secondo invitato solo per vie informali.
La visita dell’assessore alla sanità Lucia Borsellino, della Commissione regionale Sanità, lunedì mattina all’Asp e poi a Taormina e soprattutto le parole del presidente Di Giacomo, hanno scatenato le reazioni durissime del Rettore e dell’Ordine dei Medici che sia separatamente che in una nota congiunta hanno sottolineato le irritualità e le “sviste” dell’incontro.
“Ricordando come al centro dell’incontro ci fosse la presentazione del nuovo piano di riordino della rete ospedaliera dell’intera provincia- scrivono il rettore Navarra ed il presidente dell’Ordine dei medici Caudo- duole rilevare due aspetti. Il Presidente dell’Ordine dei Medici è stato invitato alla discussione, per vie informali, senza che gli fosse stato preventivamente fornito tale documento e quindi gli fosse stata offerta la possibilità di preparare adeguate controdeduzioni. Il Rettore dell’Ateneo, nonostante il Policlinico universitario fosse pienamente coinvolto nel piano di riordino, non ha addirittura ricevuto alcun invito, né di carattere formale, né informale ed è stato pertanto deliberatamente escluso dai lavori. Mancanze inammissibili, da cui si può iniziare a evincere la linea di comportamento della Commissione. L’atteggiamento tenuto dal presidente della stessa Commissione, l’on. Giuseppe Digiacomo, che ha lanciato continue accuse alla sanità messinese, rappresenta un’ulteriore esemplificazione di un modo di fare politica ispirato al modello della “toccata e fuga”, in una città considerata, evidentemente, terreno fertile per denunce generalizzate che non trovano un adeguato contraddittorio.
Un’operazione portata avanti, tra l’altro, da chi era stato finora interessato ad infrastrutture nel suo collegio elettorale ed ha poi iniziato ad interessarsi di sanità, trattando nella sua attività parlamentare temi quali le “norme per la prevenzione della patologia del cavo orale” e le norme per la promozione della terapia del sorriso. Nonostante, constatiamo amaramente, i suoi discorsi non strappino proprio alcun sorriso, ma solo reazioni indignate. Chiediamo, a questo punto, un incontro con l’assessore regionale alla Sanità,Lucia Borsellino, che ha avuto la possibilità di verificare in prima persona il tenore di determinate discussioni riservate a Messina ed alle sue strutture sanitarie. Rivolgiamo, altresì, un appello alla deputazione messinese affinché non solo prenda le distanze dagli immotivati “fendenti” con i quali l’on. Di Giacomo ha voluto accompagnare la propria analisi, dagli inusuali modi con cui ha ribattuto ad osservazioni emerse, ma anche dall’ingeneroso quadro che ha inteso tracciare e che fa torto all’impegno profuso da tanti professionisti. Vorremmo che pure il sindaco di Messina, valutasse l’opportunità di unirsi a queste nostre richieste, essendo stato anche lui “testimone privilegiato” di quanto accaduto durante l’incontro”.
Una nota chiarissima che invita la deputazione e lo stesso sindaco a scendere in campo per tutelare l’immagine e anche la dignità di un settore sanitario che è stato grossolanamente messo sul banco degli imputati senza avere possibilità di difendersi.
“Le inusuali modalità di illustrazione del piano di riordino della rete ospedaliera- rileva il presidente dell’Ordine Giacomo Caudo- trasformato l'incontro in un dibattito impari, da cui è emersa la netta sensazione di una serie di scelte già incardinate ed in merito alle quali non esisteva alcuna volontà di confronto. La faziosità e l'incongruenza delle tesi proposte dallo stesso on. Digiacomo, sono ad esempio attestate dalle frasi dello stesso, circa una carenza complessiva nel servizio sanitario che costringerebbe i cittadini messinesi a farsi curare fuori dalla provincia, generando una spesa per la Regione di 240 milioni di euro. In realtà, va precisato come circa l'80% di questa somma costituisca una voce “neutra” nel bilancio regionale, poiché i pazienti in questione si rivolgono a presìdi siciliani. Elemento più che comprensibile, in un sistema sanitario integrato che coinvolge tutta l'isola. Ma, cosa ancor più grave, la stima dell'on. Digiacomo non tiene presente come il restante 20% dei costi sia coperto e addirittura superato dagli introiti generati dalle strutture messinesi, nell'assistenza a utenti provenienti in gran numero da altre province esterne alla regione Sicilia. Basti pensare, ad esempio, al bacino rappresentato dal territorio calabrese. Nel corso della stessa riunione, sono state rivolte ai medici messinesi incredibili accuse di illegalità, generiche e semplicemente immotivate. Noi siamo pronti a farci parte attiva della discussione relativa al piano di riordino, a patto che però l'Ordine possa essere coinvolto con i tempi e le modalità dovute e, soprattutto, possa essere preso in considerazione in veste di organo di rappresentanza di professionalità e correttezza e non quale soggetto pronto ad avallare accuse che rispediamo prontamente al mittente atteggiamenti che comportano disfunzioni e illegalità nel sistema regionale”.
Il Rettore Pietro Navarra, in una seconda nota sottolinea poi la gravità del mancato invito da parte della Commissione regionale sanità all’Università, salvo poi stigmatizzare, come ha fatto il presidente Digiacomo, l’assenza del Magnifico all’incontro. “Prima di dichiarare a sproposito il disinteresse verso le attività di didattica e di ricerca a tutto vantaggio di quelle assistenziali, forse sarebbe stato utile che il Presidente della VI Commissione approfondisse il tema delle Aziende Ospedaliere Universitarie alla luce del D.Lgs. 517/99, dei protocolli d’intesa stipulati tra le Università siciliane e la Regione Sicilia e della L. 240/10- commenta il rettore- Avrebbe, così, potuto constatare che la normativa in materia sancisce in modo puntuale e definitivo l’inscindibilità delle attività di didattica, ricerca e assistenza. Questa peculiarità permette di distinguere chiaramente e inequivocabilmente le aziende ospedaliere universitarie da quelle che universitarie non sono. L’inscindibilità di cui sopra è confermata nel modello organizzativo dei policlinici i cui pilastri fondamentali sono i Dipartimenti ad Attività Integrata, denominati così proprio per sottolineare la piena integrazione tra didattica, ricerca e assistenza.Inoltre è opportuno ricordare che l’Università di Messina contribuisce al funzionamento del sistema sanitario sostenendolo di tasca propria. L’Università di Messina “sussidia” la sanità regionale destinando ad essa rilevanti risorse infrastrutturali, umane e finanziarie. Qualche informazione al riguardo è certamente utile per mettere i termini del confronto Università-Regione nel giusto ordine. Tutti i beni immobili e gran parte di quelli mobili e delle apparecchiature sono di proprietà dell’Ateneo, ma concessi in uso gratuito all’Azienda Ospedaliera. Ben 355 unità di personale docente convenzionato (medici, biologi, chimici e fisici) svolgono attività assistenziale a favore dell’Azienda con costi pari a circa 23 milioni di Euro l’anno a carico del bilancio dell’Università. Inoltre, 495 unità di personale tecnico amministrativo e paramedico convenzionato prestano attività assistenziale in via esclusiva (infermieri e tecnici) o indiretta (avvocati, ingegneri e altri amministrativi) a favore dell’Azienda con costi pari a circa 17 milioni di Euro l’anno a carico del bilancio dell’Ateneo. Pertanto, nel complesso l’Università partecipa con una spesa di circa 40 milioni di Euro al funzionamento della sanità regionale. Senza considerare il valore delle strutture e il contributo delle professionalità del personale universitario, è evidente come il contributo finanziario dell’Ateneo sia determinante a garantire il mantenimento dei conti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria in ordine. Quanto al piano di riordino si coglie l’occasione per reiterare che, fermo restando il numero complessivo dei posti letto assegnato all’AOU, qualunque modifica del vigente organigramma, nonché dell’assegnazione dei posti letto a ciascuna unità operativa, deve sottostare ad una completa condivisione con l’amministrazione universitaria, come previsto dalla normativa vigente”.
R.Br.