Otto i Comuni che dovrebbero restituire somme per circa un paio di milioni di euro. Il sindaco di Fiumedinisi (capofila)Giovanni De Luca: "Gli atti di gara non sono "affetti" da alcuna irregolarità tecnico-amministrativa"
FIUMEDINISI. Il sindaco di Fiumedinisi Giovanni De Luca è intervenuto in merito alle notizie degli ultimi giorni relative alla riduzione del contributo per la realizzazione della rete di distribuzione del gas naturale (metano), disposta con decreto del dirigente generale del dipartimento regionale dell'Energia del 6 novembre scorso, con il quale viene richiesto al Comune di Fiumedinisi (e ad altri) di reintegrare nei capitoli del bilancio regionale una somma di circa 208 mila euro, corrispondenti al 5% del contributo inizialmente concesso a valere sulla linea di intervento 2.1.3 del Po Fesr Sicilia 2007-2013.
Il Comune di S. Teresa di Riva (che aveva ottenuto un finanziamento da 5 milioni di euro a fronte di un progetto da 15 milioni) deve restituire 250mila euro; stessa somma dovrebbe erogare Roccalumera; Alì Terme 246mila euro; Furci Siculo 235mila euro; Sant’Alessio 215mila; Nizza di Sicilia 197mila euro; Pagliara 186mila e Itala 149mila euro. Altri tre Comuni, Alì, Antillo e Mandanici, non avevano ottenuto contributi. “Preme la necessità – esordisce il primo cittadino – di fornire utili chiarimenti al riguardo. In primo luogo occorre evidenziare come il provvedimento, allo stato attuale, sia stato sì pubblicato sul sito istituzionale del dipartimento ma ancora non ritualmente notificato al Comune, in quanto acquisirà validità formale solo una volta registrato alla Corte dei conti. Il sottoscritto, tuttavia, anche nella qualità di sindaco del Comune capofila della convenzione tra 15 paesi dell’hinterland jonico messinese denominata "Bacino Sicilia jonico peloritano" costituita nel 2009 per la metanizzazione dei rispettivi territori, facendo seguito a tutte le controdeduzioni inoltrate a seguito della comunicazione di avvio del procedimento del 18 gennaio 2017, ha ritenuto opportuno inviare un dettagliato esposto inerente la vicenda alla Procura della Repubblica di Palermo. Ciò – prosegue De Luca – al fine di fornire alla stessa elementi utili per valutare l’eventuale lesione da parte del dipartimento dell'Energia della Regione, dei beni giuridici costituiti dal buon andamento, imparzialità della Pubblica amministrazione, nella considerazione della evidente illegittimità e pretestuosità del decreto, che si fonda sulla contestazione della ‘definizione insufficiente dei criteri di selezione’ contenuti nel bando di gara del 2009, dove cioè, a parere del Dipartimento e dell'Ufficio speciale di Audit (altro organo di controllo sui fondi comunitari della Regione) l'oggetto dell'appalto avrebbe dovuto essere ‘concessione di costruzione e gestione’ e non "concessione di servizi", con l'effetto che l'attestazione Soa delle imprese partecipanti alla gara avrebbe dovuto comprendere non soltanto quella relativa ai lavori ma anche quella relativa alla progettazione”. Nelle corpose controdeduzioni inoltrate il 17 febbraio 2017 dal Comune di Fiumedinisi, quale capofila della convenzione, veniva evidenziato che il bando di gara, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 29 agosto 2009, si fondava sugli articoli 14 e 15 del decreto legislativo n. 164 del 2000 riguardante i settori speciali, quale quello del gas. “Detta normativa – spiega De Luca – non soltanto qualifica il settore oggetto del bando come ‘concessione di servizio pubblico’ ma oltretutto non prevede alcun obbligo di richiesta di attestazioni Soa da parte dell'Ente appaltante, che conserva autonomia decisionale in relazione alla complessità dell'appalto. Anzi, per inverso, la richiesta di specifici requisiti non espressamente previsti dalla normativa di settore, potenzialmente avrebbe in qualche modo limitato la più ampia partecipazione al bando di gara stesso”.
A dire del primo cittadino nisano “la circostanza che appare più incomprensibile è come la stessa documentazione (bando di gara, contratto di servizio) inviata dal Bacino Sicilia jonico peloritano nel 2012 a seguito della pubblicazione dell'Avviso inerente la linea di intervento 2.1.3 del Po Fesr, sia stata positivamente valutata in fase di istruttoria e redazione della graduatoria e di emanazione dei Decreti di assegnazione dei contributi a luglio 2014 e, invece, dopo ben 3 anni, sia stata oggetto di contestazioni da parte dello stesso organo amministrativo. Sul punto – incalza De Luca – appare assolutamente abnorme la riduzione di un finanziamento riconosciuto a oltre 3 anni di distanza ed a lavori quasi ultimati, con evidente violazione della legge 241/1990 in materia di procedimento amministrativo. Infine è opportuno, per sgomberare il campo da azzardate argomentazioni, che gli atti di gara non sono "affetti" da alcuna irregolarità tecnico-amministrativa – tiene a precisare il sindaco di Fiumedinisi – non fosse altro che, proprio in occasione del procedimento istruttorio di registrazione dei decreti di finanziamento presso la Corte dei Conti, la stessa ha esaminato (maggio 2014) tutta la documentazione relativa all'aggiudicazione del servizio (bando ed atti di gara, verbali di valutazione delle offerte, imprese partecipanti, documentazione presentata dal concessionario ecc.) allo scopo di verificare la conformità e la coerenza del contratto di servizio alla normativa europea, nazionale e regionale vigente al momento della pubblicazione del bando, come richiesto dall'art. 6 dell'Avviso pubblico emanato dal Dipartimento Energia”.
In virtù di quanto asserito De Luca ha espresso “stupore in merito all'esito avuto dal procedimento fino a questo momento, in particolar modo perché si tratta di contestazioni relative a documenti già positivamente vagliati dai competenti organi tecnici ed amministrativi e che, oggi, si adducono quali motivazioni a sostegno di atti che mettono in serio pericolo la stabilità finanziaria di molti enti locali, già alle prese con rilevanti difficoltà da questo punto di vista”. Il Comune di Fiumedinisi, che ha inoltrato anche un atto stragiudiziale con il quale chiede l'immediata revoca in autotutela del decreto del dirigente generale da parte del Dipartimento Regionale dell'Energia, indirizzato per opportuna conoscenza anche alla Corte dei Conti ed al Presidente della Regione siciliana, si è detto “pronto a difendere le proprie ragioni dinanzi la Giustizia ordinaria e amministrativa”. Intanto domani, martedì 12 dicembre, è convocata l'assemblea dei sindaci dei comuni facenti parte del Bacino Sicilia Ionico Peloritano per definire le iniziative difensive, visto che sono stati pubblicati, a 1 mese di distanza dal Ddg 968/2017 anche i decreti di riduzione del contributo nei confronti di altri 8 Comuni”.