Sabato prossimo l’edizione numero 52: doveva tenersi nel 2020. E Bova confuta le accuse di discriminazione ai danni delle scrittrici circolate sui social
REGGIO CALABRIA – C’erano Tonino Perna (vicesindaco), Filippo Quartuccio (metroconsigliere delegato alla Cultura), Sandro Repaci (sindaco di Campo Calabro). C’era, naturalmente, il presidente del circolo “Rhegium Julii” Pino Bova – vedi foto grande – alla conferenza stampa in cui è stata presentata la premiazione della 52esima edizione del Premio “Rhegium Julii”, alla Sala “Gilda Trisolini” di via Aschenez.
Recupero
La manifestazione avrà luogo alle 18 di sabato prossimo, 30 ottobre, all’Aula magna “Antonio Quistelli” del dipartimento di Architettura dell’Università “Mediterranea”.
E la sua prima peculiarità è che si tratta di una cerimonia in ritardo di un anno… In effetti, si tratta della premiazione relativa alla 52esima edizione del riconoscimento, cioè quella che si sarebbe dovuta tenere lo scorso anno. Ma che per il 2020 è “saltata”, come tantissime iniziative culturali – e non solo – per le restrizioni legate al contrasto del Coronavirus. Tanto che, nel frattempo, è già stata svolta a fine agosto la premiazione relativa all’edizione successiva, la 53esima.
Cosa assai significativa, i premiati incontreranno oltre 1.500 giovani studenti di vari Istituti superiori del Reggino.
Premiati illustri
Seconda particolarità di quest’edizione, la caratura dei premiati. Si va da Sergio Zoppi (già senatore, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del primo governo Prodi e sottosegretario alla Cultura nel successivo governo D’Alema,è stato pure presidente del Formez) per gli studi meridionalistici a Giuseppe Aloe (La logica del desiderio, per citare solo l’ultimo volume) per la narrativa.
Ancora, nella “cinquina” dei premiati il regginissimo giornalista, ex vicedirettore di Repubblica e brillante saggista Peppe Smorto – autore del recente, riuscitissimo A sud del Sud – per il giornalismo; don Luigi Ciotti, storico fondatore dell’associazione antimafia Libera, per la saggistica; fino a giungere a Roberto Pazzi (tra l’altro, premio “Montale” 1987 per la silloge Calma di vento) per la poesia.
«E quest’insieme d’eccellenze sarebbe risultato ancor più prestigioso se un problema di salute non avesse bloccato l’accompagnatore della scrittrice polacca Olga Tokarczuk, Premio Nobel per la Letteratura 2018, all’ultimo istante impossibilitata dunque a prendere parte alla nostra manifestazione», commenta il presidente Bova con un pizzico d’amarezza.
Premio sessista? «Ma quando mai…»
Il terzo punto invece riguarda le accuse di sessismo rivolte al Premio “Rhegium Julii” e alla sua strutturazione da varie protagoniste del mondo associazionistico e letterario reggino.
Il primo dato da cui partire, e che in qualche modo ha fatto da detonatore: per l’edizione numero 52, cinque premiati su cinque sono di sesso maschile, complice l’imprevedibile forfait dell’autrice di Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, appunto la Tokarczuk.
In più, nell’oltre mezzo secolo di questo riconoscimento, con buona pace di tutte le Grazia Deledda e Alda Merini del mondo, i premiati sono stati circa 180 e le premiate circa 30: un rapporti di 6 a 1 che proprio non va giù a femministe e attiviste, convintissime che la cosa non sia casuale, ma piuttosto derivi da una malintesa “misoginia letteraria”.
Gli organizzatori, però, confutano con energia ogni addebito di questo tipo. «Al Circolo “Rhegium Julii” questo problema non s’è mai posto: considerando premiazioni, Caffè letterari e ulteriori manifestazioni – spiega Pino Bova – abbiamo avuto centinaia delle scrittrici più autorevoli e rappresentative del nostro tempo. Cinque premiati maschi per l’edizione numero 52 del Premio? Semplice coincidenza. Ed è facile dimostrarlo: già per la 51esima, tre premiati su sei erano di sesso femminile. Nessun pregiudizio, assolutamente».