I riflettori di Reset sullo scandalo della formazione, un sistema drogato dal clientelismo

I riflettori di Reset sullo scandalo della formazione, un sistema drogato dal clientelismo

Rosaria Brancato

I riflettori di Reset sullo scandalo della formazione, un sistema drogato dal clientelismo

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giovedì 02 Agosto 2012 - 21:43

All'invito di Reset per affrontare le tematiche dello scandalo della formazione hanno risposto solo il sindaco Buzzanca e l'ex assessore regionale Mario Centorrino. Cifre, testimonianze, proposte, sono emersi nel corso di un dibattito su un sistema drogato dal clientelismo che tutti conoscevano, ma che faceva comodo a tanti.

Per la prima volta a Messina “i panni sporchi” non si sono lavati in famiglia. Per la prima volta si è affrontato in pubblico, mentre il caldo d’agosto si faceva sera, uno scandalo che tutti conoscevano ma l’inchiesta di Panorama ha “svelato” sul territorio nazionale e che a Messina, tranne poche copie trovate, i più hanno potuto leggere solo attraverso le fotocopie (vedi correlato).

Reset ha chiamato a raccolta al Giardino Corallo quanti vogliono una città in cui la formazione non sia un bacino di raccolta voti e dove chi trova un lavoro non debba per questo diventare schiavo di chi glielo ha trovato (usando peraltro quattrini pubblici). Per parlare dello scandalo della formazione siciliana Reset ha invitato i protagonisti dell’inchiesta di Panorama, Francantonio Genovese, Carmelo Briguglio, Giuseppe Buzzanca.. Solo quest’ultimo si è presentato, insieme all’ex assessore alla formazione Mario Centorrino.

Moltissimi i giovani tra il pubblico, qualche politico, tanti professionisti, precari, disoccupati, persone comuni con domande semplici, come ad esempio perché ogni giorno 8 giovani messinesi sono costretti ad emigrare mentre la formazione divora milioni di euro e li getta nei rivoli di un clientelismo che produce solo plebe.

Grazia Maria Pistorino, Cgil, ha snocciolato alcune cifre del sistema siciliano: l’ex assessore regionale al lavoro Santino Formica nel 2008 a Messina ha portato alla creazione di 21 enti. Nel 2010 in Sicilia c’erano 1.400 enti contro i 564 della Lombardia, 10 mila impiegati nell’isola contro i 3.700 lombardi, i nostri 5 mila corsi contro i 38 mila della Lombardia con un terzo di enti e di impiegati.

Le cifre non lasciano scampo, come le testimonianze di corsi organizzati “su misura” per i docenti, scollegati dal mondo del lavoro, dal mercato, di ragazzi (il 70%) che si ritirano dal corso e di percentuali minime di quanti trovano lavoro in base alla qualifica ottenuta. Gli unici posti che la formazione garantisce sono quelli dei 9 mila assunti a tempo indeterminato (3 su 4 sono amministrativi).

“Nessuno può pensare di rifarsi una verginità dopo aver contribuito a creare il sistema- ha detto Buzzanca– Se questo mondo esiste ha un nome e cognome ed una residenza, ed è quella dei sindacati. Spero che la magistratura vada a fondo a questa vicenda. Ma non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. Mia moglie è stata assunta nel 2005 come insegnante d’inglese in un corso, non è nel cda, ed in quegli anni io ero un libero cittadino”.

L’assessore Centorrino ha spiegato quel che ha trovato nel 2010: “Niente, non c’era neanche una carta. La Corte dei Conti scrive che era una palude. Era peggio, un sistema basato su una legge assurda del ’75 che stabiliva l’assunzione a tempo indeterminato ed una totale incertezza della spesa. Il mercato era chiuso, potevano accedere ai finanziamenti solo gli enti accreditati”. In due anni Centorrino ha ribaltato il tavolo, spostando dal bilancio regionale all’Unione Europea i finanziamenti, i centri saranno così obbligati a rispettare le regole per avere diritto alle risorse. “Mi son trovato contro i sindacati che volevano creassi un’agenzia unica nella quale assumere gli operatori. Mi son arrivate lettere anonime, proiettili, in rete circolava un gioco con il tiro a bersaglio su di me. Con la riforma ho interrotto quel rapporto che lega i lavoratori ai politici, perché adesso i loro stipendi e il loro futuro dipenderanno solo dai risultati”.

L’indignazione è emersa dagli interventi di tutti, da Alberto La Spada ad Anna Carulli, da Gabriella Raffa a Lillo Rizzo degli ex Servirail, Alberto De Luca, Franco Briguglio,la rabbia delle persone alle quali brucia il veder mortificata la professionalità di chi ha studiato, la speranza di chi vuol imparare, la competenza di chi viene scartato a vantaggio di raccomandati. Un sistema drogato che ha trasformato il valore della formazione in un bacino elettorale che garantisce voti sicuri ad ogni tornata.

Reset e Alessandro Tinaglia senza fare sconti a nessuno: “non tratteci da idioti, ci sono responsabilità chiare. Io volevo fare l’architetto e son stato costretto ad occuparmi di politica perché avete ridotto in ginocchio questa città” hanno avuto il merito di affrontare in pubblico quelli che son sempre stati affari privati dei quali sussurrare tra pochi intimi.

Alessandro La Cava ed il suo movimento Art. 1 si è unito alla causa “Noi parliamo per i figli di nessuno, quelli che nessuno raccomanda e son costretti a fuggire, quelli diversamente utili mortificati da questo sistema”.

Il prossimo capitolo di Reset sarà chiedere al Presidente del Consiglio comunale di pubblicare sul sito ufficiale i dati relativi alle presenze ed alle attività dei consiglieri in Aula e in commissione. Anche queste verità che tutti sanno, ma che non abbiamo la sana abitudine di affrontare pubblicamente.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. In informatica il RESET è l’operazione di RIPRISTINO della condizione in cui si trova un sistema informatico subito dopo l’accensione.Il RESET semplifica quindi il RIPRISTINO di tale condizione,quando necessario,evitando l’operazione di spegnimento e riaccensione del sistema informatico.
    I messinesi di RESET sono coerenti con il nome che si è dato il movimento,il loro obiettivo politico è RIPRISTINARE,dopo averlo purificato con il loro codice etico,il sistema politico vigente.Infatti ai loro incontri vanno sempre più spesso gli esponenti dei partiti che vogliono purificarsi. BUZZANCA nega di aver trasgredito il codice etico,chiarendo la sua posizione e quella della moglie, mentre CENTORRINO nega di aver fatto gli interessi di qualcuno nello scrivere la riforma,porta come prova,che tutti ne sono scontenti.Un risultato ieri RESET lo ha raggiunto, ha trovato due politici con cui allearsi, hanno dimostrato di avere i requisiti etici, BUZZANCA esponente di primissimo piano del PDL e CENTORRINO, esponente…..del PD.

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  2. Concludo il precedente commento, riferendomi ai messinesi di RESET, B E N E D E T T A I G E N U I T A’, che non è una qualità politica.

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  3. FRANCESCO TIANO 3 Agosto 2012 07:27

    E’ chiaro che si tratta di sistema malato. Una volta, quando al potere politico ci stava la DC erano loro ad avere in mano la formazione, poi il centro destra ed adesso il centro sinistra. In quota sempre i sindacati. E’ chiaro che ad essere assunti, a giro, sono stati i loro amici. Si scoperchia una pentola che bolle da tempo ed ha prosciugato tutto il liquido pregiato senza riuscire a produrre qualità e ritorno produttivo.
    Adesso quale rimedio consiglia RESET per evitare che l’alluminio del contenitore diventi incandescente? per riportare alla normalità ed al giusto equilibrio le somme investite dalla pubblica amministrazione e il ritorno produttivo e qualitativo per i giovani? Si aspetta che la giustizia intervenga? mentre la politica ed i sindacati se la fanno alla larga. E’ forse cambiando uomini e partiti ed accendendo qualche riflettore che questo scempio possa cambiare? No, è cambiando le regole ed allontanando la politica, il sindacato e qualche potere occulto dalla gestione diretta o indiretta del bene pubblico, dall’economia pubblica.
    Altrimenti ritorneremo a fare demagogia, più o meno partecipata, la cui condivisione si misura in base alla capacità di aggregare sulla protesta anzichè sulla proposta.

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  4. rossetti mariano 3 Agosto 2012 09:57

    Tanti anni fa, fresco di diploma, andai in un patronato, sito in via Garibaldi, di fronte gli allora magazzini Patti.
    La prospettiva era allettante.
    Corso di formazione con possibilità di assunzione nella pubblica amministrazione.
    50 posti.
    Andai il giorno dell’apertura delle iscrizioni. Alle sei del mattino mi piazzai davanti al portone.
    Alle 9 c’era una fila di oltre 100 metri, ma tutti dietro me.
    Entrai e…sorpresa. I posti erano già tutti occupati.
    Alle nostre proteste l’addetto alzò le spalle e ci fece buttare fuori da baldi giovanotti.
    Anni dopo, li rividi alla provincia.
    Erano della 285.
    Capii le cose come andavano, feci la valigia ed emigrai.
    Adesso sono Dirigente, ma la cosa, a distanza di anni, mi fa ancora girare profondamente le palle.
    Viva l’Italia.

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  5. “Resettare” con Centorrino e Buzzanca? Andiamo bene… Ai messinesi non bastano più le parole. Dibattiti e tavole rotonde servono solo da passerella per i soliti nomi. Occorre agire.

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  6. Come ti ho scoperto l’acqua calda e su questa scoperta mi faccio la campagna elettorale.

    Vogliamo parlare anche dei vari “patronati” “raccogli voti” di destra, di sinistra, di centro e delle liste “civiche”? Forse sarò monotono; ad ogni popolo i governanti che si merita. In altre regioni piu’ evolute parlando di politica si affrontano temi sui servizi, strade e infrastrutture. Di che ci meravigliamo se il nostro voto vale un modello isee o i 2 euro al giorno del corso di formazione-parcheggio del nostro figlioletto?

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