Dalle attività della Sala SpazioTeatro, che domenica ospiterà reading e l’inaugurazione di una mostra fotografica, al prolungato “stop” per il tapis roulant
Riaperture in riva allo Stretto. Alcune arrivano, anche in relazione ai grandi sacrifici sopportati a causa della pandemia. Altre, a quanto pare, no.
Sala SpazioTeatro
Intanto, fra i primissimi a “riprovarci” sul fronte dello spettacolo e della cultura, domenica prossima 23 maggio riapre i battenti la Sala SpazioTeatro.
« Forse questa sarà la volta buona – scrive Gaetano Tramontana – una riapertura della Sala SpazioTeatro reale, non una falsa partenza, sebbene in un periodo dell’anno nel quale le programmazioni teatrali vanno a chiudersi e si dovrebbe già aver pronto un calendario per la prossima stagione». Ma, come evidenzia lo stesso Tramontana, abbiamo a che fare con un «tempo strano» in cui «reinventarci la normalità» non ha alternative.
Intanto, si riparte per le 18 con l’inaugurazione di Da sotto il palco. Lo spettacolo della vita in scena che sarà una mostra fotografica permanente di Marco Costantino, «capace di cogliere sguardi, attimi, gesti e di fissarli per sempre nella nostra memoria. Un testimone autentico – scrive Gaetano Tramontana -, non solo del nostro percorso artistico degli ultimi anni, ma di tutta la vita culturale della nostra città, con uno sguardo estremamente sensibile “all’uomo e le sue manifestazioni”. Abbiamo chiesto a Marco di selezionare alcuni scatti dei nostri spettacoli, fra le migliaia di foto che ci ha regalato, non necessariamente foto di scena, ma attimi quasi di sospensione, nei quali emerge la concentrazione, una componente di senso in più, l’essenza del nostro lavoro».
Risultato, una brillante esposizione in 14 scatti.
A tre riprese – alle 18,30, alle 19,30 e alle 20,30, per un massimo di 15 visitatori a turno – l’atto inaugurale della mostra fotografica sarà accompagnato dalle Letture della Ripartenza, brevi reading.
Nastro (non) trasportatore
A quanto pare, invece, dovremo aspettare non poco per la riattivazione di quello che è ormai uno dei simboli della città, il tapis roulant (salvo chiamarlo algidamente sistema ettometrico…) di via Giudecca. Lo fa sapere, in un comunicato diffuso ai media, il presidente dell’associazione Reggio 70 Giuseppe Lembo.
Una delegazione associativa – Antonino Campo e Raffaele Zito –, partecipando a lavori di Commissione in collaborazione col consigliere leghista Giuseppe De Biasi, ha posto alcuni quesiti sul funzionamento del tapis roulant, ottenendo però «le risposte che non avrebbero voluto sentire, poiché dalle risultanze dell’istruttoria tecnica i lavori per il ripristino delle condizioni di fruibilità delle scale mobili non potranno iniziare prima del mese di fine anno».
Se ne deduce, secondo Reggio 70, che «manca assolutamente a questa giunta comunale un’ottica di programmazione, che consenta di guardare avanti con lungimiranza». Lo stesso intervento non esattamente “alle porte” viene considerato dall’associazione «una soluzione-tampone» in quanto senza «progetto di sostenibilità a lungo respiro e di autofinanziamento, comporterà soltanto uno spreco di risorse pubbliche e non la soluzione del problema».
Secondo Lembo & C., saremmo davanti a un’«aria di resa incondizionata che si respira in città» e ad amministratori che «in 7 anni non sono stati in grado nemmeno di abbozzare uno straccio di progetto utile a far funzionare quello che altro non sono che delle utilissime ma pur sempre scale mobili, abbandonate al degrado e danneggiate proprio dall’inerzia perenne di questi anni bui per la città, oggi teatro persino di disperazione umana, senza che nessuno intervenga».
“Disperazione” più volte documentata proprio da Tempostretto, riguardo al clochard che – nei fatti – ha adottato il tapis roulant non funzionante come propria casa.
