Siclari (“Reggio ‘70”): un errore la chiusura parziale della via Marina “alta”, possibili serie contromosse per aiutare gli automobilisti
Insulti assurdi a parte, rendere la via Marina “alta” isola pedonale senza che la viabilità alternativa la precedesse ha causato gravi problemi al traffico veicolare. Letteralmente “impazzito”, con picchi di tre quarti d’ora per tragitti anche di poche centinaia di metri. Il fondatore del movimento Reggio ’70 Ernesto Siclari è convinto che la chiusura parziale alle auto di corso Matteotti sia un errore. Ma ritiene ci sia ancòra ampio spazio per le contromosse: per esempio, riaprire il tapis roulant di via Giudecca.
Quale concertazione?
La premessa di Siclari è che chiudere al traffico, sebbene in parte, «uno degli spazi pubblici all’aperto tra i più grandi d’Europa» sia di suo «idea malsana e sconclusionata». Questo anche perché la via Marina “alta” è un’arteria strategica, per una città che ha da sempre gravi problemi di circolazione viaria.
Pochi dubbi, poi, che dalla pandemia si possa uscire sotto il profilo economico «con aiuti anche e soprattutto ai commercianti». Solo che ospitare i dehor chiudendo alle auto a Reggio ’70 non sembra la soluzione adatta. Specie perché «un’iniziativa di questo genere non s’improvvisa», ma dovrebbe essere preceduta da un’ampia concertazione coi vari corpi sociali. Mentre questa avrebbe tutte le caratteristiche della tipica scelta «calata dall’alto».
«Il rimedio c’è»
Nell’analisi di Reggio ’70 c’è però una pars costruens.
Intanto dal punto di vista della “filosofia” dell’isola pedonale in una zona così strategica, vanno previsti sfoghi per il traffico. E poi divieti di sosta perennemente controllati dai vigili urbani, fermo restando che la Polizia municipale ha però «un organico numericamente sottodimensionato».
In tutti casi, Ernesto Siclari ne è certo, «varie sono le soluzioni per decongestionare il traffico». Tra queste, il coronamento dell’antica battaglia di Reggio ’70: riaprire il sistema ettometrico. O, se preferite, il tapis roulant di via Giudecca, rispetto al quale di recente il sindaco Giuseppe Falcomatà ha annunciato l’imminente avvio dei lavori del sesto e ultimo tratto.
“Strappo” da arginare
Il nastro trasportatore fungerebbe «da importantissima valvola di sfogo per i quartieri alti». Riaprirlo sarebbe urgentissimo, ad avviso di Siclari almeno, «per un’Amministrazione che voglia ricucire l’enorme strappo che sta subendo con il tessuto sociale reggino».
Rimane un “ma”. Sarebbe improbabile che il suggerimento sia effettivamente accolto, in quanto stando a Reggio ’70 «quest’Amministrazione ha dimostrato di non sapere fare niente, di improvvisare e navigare a vista per quasi sette anni».
