La vicenda risale al 13 ottobre 2009 quando l’ex assicuratore Leonardo Quattrocchi venne rapito mentre si trovava in un bar di Barcellona.
13 anni e 6 mesi a Nicola Ruggeri, 4 anni a Joan Pohota e assoluzione piena per Alina Maria Phoata. E’ un ribaltone la sentenza della Corte d’Appello di Messina che ha “dimezzato” le condanne in primo grado per i fatti che, nel 2013, riguardano il sequestro a scopo estorsivo di Leonardo Quattrocchi.
Dopo la sentenza emessa dalla Corte d’Assise nel novembre 2011 che condannava tutti i tre gli imputati, gli avvocati difensori Salvatore Silvestro, Manuela Mancuso, Gaetano Pino e Bruno Andò si erano appellati al secondo grado di giudizio, portando il processo dinnanzi alla Corte d’Appello.
Per Nicola Ruggeri e per Joan Pohota si tratta di una diminuzione di pena, considerando che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a 16 anni e 6 anni. Per Alina Maria, invece, piena assoluzione poiché il reato non sussiste (in primo grado era stata condannata a 7 anni e 6 mesi).
La vicenda risale al 13 ottobre 2009 quando l’ex assicuratore Leonardo Quattrocchi venne rapito mentre si trovava in un bar di Barcellona. Quel giorno fu prelevato con la forza, spinto in macchina e trasportato nelle campagne di Saponara dove fu rinchiuso in un casolare. Cinque giorni dopo fu poi condotto a Milano dove avrebbe dovuto versare a Ruggeri 400mila euro. La somma era solo una parte dell’enorme cifra che il pensionato di Barcellona aveva trasferito dalla Svizzera e che, secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri, era il provento di truffe messe a segno ai danni di ben 18 istituti di credito. Poco dopo Quattrocchi venne nuovamente trasferito in Sicilia, tenuto prigioniero in un appartamento di Venetico da dove riuscì a fuggire la notte del 31 ottobre. Appena libero, Quattrocchi si recò subito dai Carabinieri e raccontò quanto gli era accaduto, facendo i nomi dei suoi rapitori. (Veronica Crocitti)
Mai una volta che uno si becchi la condanna che merita, sempre sconti ed agevolazioni varie neanche fossimo in un supermercato…
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